Capitolo 27: Take flight

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«Papi ma perché zoppichi?»

«Niente scimmietta, stamattina papi è caduto in doccia.»

Asmodeo alzò gli occhi dal giornale e guardò Magnus con sguardo divertito. Magnus lo fulminò con lo sguardo e mise davanti al figlio la ciotola con i cereali.

«Devi mettere le paperelle. Papà ha messo le paperelle nella mia vasca da bagno.»

«Si amore, metterò le paperelle.» Disse Magnus non dicendo al figlio che le paperelle c'erano, c'erano da tempo.

«Papà è andato già via?» Pigolò il piccolo vedendo che la sedia di Alec era vuota, cosa che comunque capitava molto spesso dato che Alec aveva ancora gli orari da specializzando e alle cinque doveva essere già in ospedale.

«Si scimmia, è passato a salutarti ma tu dormivi profondamente. Ti ha dato un bacetto qui.» Disse Magnus pizzicando la guanciotta del figlio facendolo ridacchiare.

«Sai, voglio proprio esserci quando spiegherai a Ragnor e agli altri perché zoppichi!» Magnus storse la bocca! Forse poteva spuntarla con un bambino di sei anni, ma con i suoi vecchi amici maniaci?

«Beh! Io almeno ho un sedere dolorante! Ragnor mica può dire lo stesso.»

* * *

«Ne vogliamo parlare del fatto che stai praticamente affogando tutti i tuoi dolori nel cibo?» Alec fissò Dean che se ne restava abbracciato ad un enorme pacchetto di patatine tanto da assomigliare al Ron di 'A very Potter Musical' quando abbraccia la mega barretta di cioccolato di Mielandia!

«Lasciami stare Alec. Smonto adesso da un estenuante turno notturno. Mi sto solo rifocillando prima di tornare a casa.»

«Si, infatti è un caso che ultimamente fai solo turni di notte ogni volta che Will ha quelli di giorno e poi passi al giorno quando lui deve fare le notti?»

«Alec, senti. Lasciami in pace! Non tutti sono stati fortunati come te e hanno trovato l'amore della loro vita ed è anche corrisposto.» Alec fece per aprire la bocca perché voleva dire a Dean che, si, aveva trovato l'amore ma aveva anche vissuto ventinove anni di inferno. Ma prima che le parole gli uscissero dalle labbra, Ragnor Fell, arrabbiato con il mondo come sempre, si avvicinò ai due ragazzi.

«Lightwood!» Alec sobbalzò e sentì il cuore che gli schizzò in gola e cominciò a battere come un tamburo.

«D-Dottor Fell.» Il ragazzo si girò verso il capo di traumatologia portandosi la mano al petto.

«Fila dalla Gray! Ti ha richiesto per tutta la settimana e, siccome a quanto pare le donne incinta hanno più peso politico di un pene munito, ho dovuto cedere. E tu Nelson, da domani ritorni a fare i turni che dico io e se ti ritrovo a cancellarti per metterti di nuovo a fare i turni di notte in pronto soccorso giuro che ti sbatto fuori dal programma.»

Alec fissò l'amico sperando che almeno le parole di Ragnor servissero a scuoterlo, invece il ragazzo continuò a fissarlo con sguardo opaco, come se davvero non fosse presente e se Alec non avesse conosciuto Dean come le sue tasche, avrebbe pensato che fosse drogato. Invece l'amico probabilmente non dormiva da giorni, non mangiava in maniera equilibrata e sana da altrettanto tempo. Era distrutto e Alec avrebbe voluto fare qualsiasi cosa per tornare a farlo sorridere.

«Domani sei in ortopedia con Herondale e giuro su Lilith, se non ti presenti ti ammazzo.» Bastò quel nome a scuotere di nuovo Dean.

«No! Dottor Fell mi faccia andare con Bane. Io voglio fare il chirurgo plastico, non voglio fare il falegname.» Dean si alzò in piedi e fronteggiò il suo superiore, ma Ragnor continuò a fissarlo con un cipiglio severo che non ammetteva repliche.

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