Secondo Alec i mesi scorrevano con una rapidità impressionante. Il giorno prima era Halloween e Max indossava ancora la taglia da bimbo di cinque mesi, il mese dopo vestiva ormai come un bimbo di otto quasi e New York si era accesa di una moltitudine di luminarie natalizie, l'aria si era fatta fredda per non dire gelida e odorava sempre di noccioline caramellate, odore che Alec non sapeva perché ma associava sempre al Natale.
I negozi erano letteralmente esplosi, ognuno aveva la propria illuminazione, chi calda e accogliente, chi vivace e colorata, ma era una vera e propria esplosione di luce, di festoni e campanelli alle porte ed enormi alberi di tutte le forme e dimensioni. La gente aveva cominciato lo shopping natalizio e correva da un negozio all'altro trascinandosi dietro buste e buste di pacchi regalo.
Ad Alec l'atmosfera del Natale non era mai particolarmente piaciuta. Non aveva mai capito il significato e la bellezza che c'era dietro quello che lui considerava un mero atto del consumismo: cioè il comprare regali. Per lui e i suoi fratelli Natale significava solo una lunga processione in chiesa, fatta di omelie eterne e di preghiere infinite. Lui e i suoi fratelli non avevano mai ricevuto un regalo o fatto l'albero di Natale perché erano simboli puramente pagani e non cattolici, l'unica cosa che gli era concessa era il Presepe. Perciò Alec non sapeva niente di tradizioni, come la letterina a Babbo Natale o i biscotti e la tazza di latte che doveva essere lasciata vicino all'albero come segno di riconoscimento al vecchietto che, alla sua età, girava ancora il mondo in sella ad una slitta per portare doni ai bambini di tutto il mondo.
Ma quell'anno aveva un compagno stupendo e due figli adorabili da viziare. E Alec comprese finalmente la magia del Natale. Il Natale non era solo puro e mero consumismo. Era una festa che sapeva di famiglia. Quando lui e Magnus avevano letto la letterina di Rafael, Alec si era commosso. Perché tra le tante richieste di giocattoli e libri vari, la richiesta di Rafael era quella che i miei papà non si lasciano mai e poi mai e che continuano a comperarci giochi e gelati a Mirtillo e me.
Anche la scelta dell'albero perfetto fu un qualcosa che Alec non aveva inteso come una cosa inutile o consumistica. Era stato piacevole andare tutti insieme a scegliere l'albero, rincorrere Rafael tra le file e file di abeti e ridere del modo buffo in cui il piccolo Max continuava a starnutire per via del forte odore di resina. Era stato ancora più bello tornare a casa e cominciare ad addobbarla. Ecco, quella parte Alec l'aveva trovata particolarmente faticosa perché insomma Magnus Bane non conosceva il significato della parola limite quando si trattava di decorazioni e aveva letteralmente riempito la casa di festoni, luci, palline colorate e persino un enorme Babbo Natale gonfiabile nel giardino di casa. Era stato stancante, ma Alec non vedeva l'ora di rifarlo l'anno successivo con anche Max che sarebbe stato più grande e che quindi avrebbe potuto collaborare di più invece di sonnecchiare e basta controllato a vista dal piccolo Presidente Miao che aveva già fatto della postazione vicino al caminetto il suo luogo di riposo preferito.
Ormai mancava solo una settimana al Natale e Alec si era ritrovato a dover cercare di comprare tutti gli ultimi giochi della lista da solo perché Magnus stava lavorando ad un caso importantissimo e più unico che raro. Aveva letteralmente sequestrato Dean, se lo portava sempre dietro e passava le giornate intere ad interrogarlo sul caso e a farlo esercitare su questo o quel tipo di sutura. Will ormai diceva che non vedeva praticamente più il suo ragazzo e così, un po' per ripicca giocosa nei confronti di Magnus, aveva sequestrato Alec come specializzando che ormai aveva sentito così spesso l'odore di osso bruciato che non riusciva più a mangiare una costata con l'osso senza dover correre in bagno a vomitare l'anima.
L'intervento era molto grosso e in realtà Magnus aveva richiesto l'aiuto di una grossa fetta di specializzandi, soprattutto tra quelli dei primi anni, cosa che fece arrabbiare, non poco, tutti gli specializzandi dal quarto anno in su che vennero un po' messi da parte. Alec non se la prese a male, era giusto dare spazio anche alle matricole e ai più giovani, anche per loro era stato fatto così. Magnus non era comunque uno sprovveduto e anzi, gli specializzandi degli anni superiori interessati alla chirurgia plastica erano comunque stati inseriti. In più c'era da considerare che, siccome la maggior parte dei primari di reparto erano comunque coinvolti nel caso, erano proprio gli specializzandi più grandi che quindi dovevano mandare avanti le varie baracche, per dirla in gergo commerciale!
STAI LEGGENDO
Malec's Anatomy
FanfictionMalec AU! Alec è uno specializzando in chirurgia al Downwolder's Hospital. Il suo più grande sogno è quello di diventare un chirurgo pediatrico. Una sera, dopo un turno particolarmente difficile in pronto soccorso, Alec si recherà al bar di Simon pe...