Capitolo 26: Happy Birthday, my boys

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Alec si svegliò e spense velocemente la sveglia. Sentì Magnus dietro di lui piagnucolare mentre si stringeva ancora a lui.

«Mhm... no, fiorellino. Resta a letto... mhm, la tua pelle odora ancora di sesso.» Magnus provò a stringere la vita di Alec cercando di spingerlo ancora verso di sé.

«No. Te l'ho detto tre ore fa. Hai già ricevuto il tuo regalo di compleanno da mezzanotte fino alle tre di notte. Ora devo andare in pasticceria a prendere i cornetti alla crema di pistacchio per il regalino per la scimmietta.» Alec si girò verso Magnus e gli baciò teneramente le labbra imbronciate.

«Mhm, la pasticceria non scappa. Dai fiorellino vieni qui, un ultimo round.» Alec scoppiò a ridere per la voce piagnucolosa di Magnus.

«Mag, è nostro figlio che compie sei anni, tu nei compi trentasette, comportati di conseguenza.» Alec stampò un ultimo bacio sulle labbra dell'uomo, poi si alzò liberandosi dalla presa non troppo convinta di Magnus.

«Uffa!» Magnus sbatté i cuscini per sistemarseli meglio sotto la testa mentre si posizionava meglio per avere una perfetta visuale di Alec, gloriosamente nudo, che si dirigeva verso il bagno.

«Fiorellino, non puoi farmi questo.» Piagnucolò di nuovo Magnus quando Alec entrò in bagno lasciando la porta aperta e si buttava in doccia, vagamente visibile dal letto dove era steso Magnus.

«Non fare il bambino. Lo abbiamo fatto quattro volte, se ti avessi fatto avere un altro orgasmo ti sarebbe venuto un infarto e io vorrei che tu restassi vivo. Un orgasmo in meno oggi per averne un altro domani!»

«Ma è già domani!» Piagnucolò Magnus che però non sentì più niente se non il suono scrosciante dell'acqua della doccia e l'uomo doveva sforzarsi di non pensare a quanta invidia gli facesse ogni singola gocciolina d'acqua che in quel momento poteva accarezzare la pelle di Alec.

Dopo qualche minuto il ragazzo uscì dalla doccia e Magnus lo vide girare per la camera ancora umido mentre si vestiva. Era una cosa che aveva apprezzato notevolmente. Dopo vari mesi di persuasione, Magnus era riuscito a far bandire totalmente i vestiti quando erano al sicuro chiusi a chiave in camera da letto. All'inizio ad Alec imbarazzava camminare tutto nudo, con il gingillo che penzola come il batacchio di una campana, ma alla fine Magnus era riuscito a far capire al suo ragazzo quanto lo eccitasse la vista del suo batacchio penzolante!

«Dai, non fare quella faccia. Ti porto il panino con le gocce di cioccolato.» Alec si avvicinò di nuovo al letto e posò l'ennesimo bacio sulle labbra dell'uomo.

«Ma io voglio te. Potrei mangiare il cioccolato direttamente dal tuo corpo. Oddio si, mi piacerebbe maledettamente leccare il cioccolato direttamente dalla barretta dei tuoi addominali.» Alec scosse il capo ridacchiando mentre si alzava allontanandosi dal letto per fuggire alla piovra Magnus e uscì dalla stanza.

Da piccolo avrebbe sempre voluto svegliarsi il giorno del proprio compleanno con la sua mamma che gli veniva a dare il buongiorno. Ma non era mai successo. Il massimo che poteva sperare di ottenere era un auguri mentre facevano colazione. Quando era piccolo Alec ci rimaneva malissimo. Sua madre gli diceva a stento auguri mentre preparava la colazione e suo padre non alzava nemmeno lo sguardo dal giornale del mattino. Poi era arrivato Jace e il primo anno che era lì lo aveva svegliato il giorno del suo compleanno con una merendina tutta ammaccata che aveva fregato dalla dispensa. Ci aveva messo su una cannuccia colorata fingendo che fosse una candelina visto che non era riuscito a trovarne una vera da nessuna parte.

Da quel giorno in poi era diventata una loro piccola tradizione. E Alec voleva farlo anche con Rafael, voleva fare a suo figlio ciò che i suoi genitori non avevano mai fatto per lui. Voleva dargli tutto l'amore che i suoi genitori non avevano mai dato a lui.

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