𝘖𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘴.

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Lo detestavo.

Ero davvero convinta che nulla, e probabilmente nessuno, mi avrebbe fatto cambiare facilmente idea su di lui.

Era uno di quei ragazzi che non sopportavo a pelle. Non ci pensavo due volte a girarci al largo, non perché fosse mosso da cattive intenzioni, ma di solito è sempre la prima impressione a fornirti molti dettagli di qualcuno.
E Todoroki era freddo e gelido come il ghiaccio.

Tra i corridoi dell'istituto le voci si sparsero a macchia d'olio fin dal primo momento in cui ha messo piede allo Yuuei, tutti sapevano chi fosse Shoto Todoroki. Nel suo sangue scorreva già il destino di un eroe che avrebbe fatto parlare di sé.

Per molti, era irraggiungibile. Per me, invece, non lo è mai stato.

Non ci trovavo nulla di speciale, in lui.

Ci evitavamo. O meglio, io lo evitavo appena scorgevo i suoi tratti caratteristici, e che appartengono solamente a lui e a nessun altro, come la sua chioma bicolore bianco ghiaccio e rosso carminio.

Anche se la maggior parte delle volte lo aggiravo alla perfezione e senza lasciar intendere il contrario, non potevamo fingere di non conoscerci.
Lui, per me, non è mai stato un estraneo. Era quasi una presenza fissa nella mia vita.

Già da bambina avevo intuito che era nato con due quirk, anziché uno solo. Era una rarità, considerando che i doppi quirk non erano nemmeno così frequenti, di solito primeggiava il quirk più forte tra i due genitori, o si trattava di un quirk generato dall'unione delle unicità di questi ultimi.
Era nato con una fortuna più unica che rara, forse nemmeno fare i patti con i demoni avrebbe portato la stessa combinazione. Dal canto mio, l'ho sempre considerato come quel ragazzo nato con ogni dono, eppure, forse perché è sempre stato fin da piccolo troppo ingenuo, non ha mai sfruttato a pieno quel dono che la vita gli ha regalato, soprattutto da quando sul suo viso, attorno all'occhio sinistro, è apparsa quell'ustione dalla sera alla mattina.

Mamma mi ha sempre insegnato di farmi i fatti miei, che non era corretto indagare sulla vita altrui, che se qualcosa lo tormentava me lo avrebbe raccontato da sé.
Non è mai accaduto.

Eravamo come il giorno e la notte, diversi in tutto. Era difficile che due come noi si legassero in qualche modo.
Un po' alla volta, anche i miei genitori persero le speranze.
Non ci sarebbe stato alcun modo per cui saremmo andati d'accordo, senza istigarci volontariamente a vicenda.

Ero io quella che, tra i due, aveva la lingua tagliente.
Lui era troppo buono, troppo ingenuo a differenza mia. Lo è sempre stato, e da un ragazzo come lui non mi sarei mai aspettata il contrario.
Tuttavia, possedeva un'innata dote e sapeva sempre come prendermi, come mettermi a tacere con poco quando non potevo fare a meno di provocarlo.
E' proprio in quel modo che abbiamo dato vita a qualcosa di inspiegabile. Mi ripetevo sempre che due come noi non si sarebbero mai legati, eppure

ci siamo detestati.
riappacificati.
rincorsi per troppo a lungo senza renderci conto di quanto, invece, fossimo compatibili con tutte le nostre differenze.

Con l'apparizione di quell'ulteriore segno caratteristico sul suo viso, si è successivamente rifiutato di ricorrere al suo secondo quirk.
Quello simile al mio.
Quell'unico dettaglio che ci ha sempre accumunati in mezzo a una montagna di differenze insormontabili: io troppo schietta, a volte fin troppo testarda. Basti pensare che appena scorgevo quella sua chioma bicolore in mezzo alla folla mi voltavo altrove, fingendo che fosse stato qualcos'altro a catturare la mia attenzione.
Lui, invece, era da sempre una maschera di ghiaccio. Freddo, impassibile, con i soli occhi eterocromatici era in grado di porti in soggezione.

Anche se nessuno dei due ha mai spettacolarizzato la nostra conoscenza e non avevamo nulla da dirci, eravamo come due calamite che in un primo momento continuavano a cercarsi senza un motivo apparente, e nel secondo istante si respingevano in preda a risentimenti o rancori ingiustificati o meno che fossero.

È un po' anche per questo che non potevo fare a meno di detestarlo.
Lo detestavo, perché Shoto Todoroki è uno di quei ragazzi che entrano nella tua vita silenziosamente, in punta di piedi.
Uno di quelli che finiscono per stravolgerti la vita, che ti lasciano un vuoto dentro quando non sono attorno, che cercherai insistentemente perché quando meno te l'aspetti saranno diventati una parte di te insostituibile.
E quando ci realizzerai il significato dietro implicherà solamente che ti sei perfettamente fregata da sola, che starci distante o evitarlo non è mai servito davvero a qualcosa.

Lo detestavo perché ci siamo incatenati in circostanze più grandi di noi. Perché con lui sembrava sempre tutto così maledettamente complicato.
Non perdevo occasioni di provocarlo, e lui mi perdonava sempre.
Gli sfuggivo dalle mani, e lui mi riacciuffava per restare.
Ci rendevamo entrambi insopportabili a nostro modo, ma non riuscivamo a starci lontani.

«Sei davvero qualcosa di insopportabile.»

Quasi mi viene da ridere, mentre mormora quelle parole tra un bacio e l'altro, fingendo una serietà che non prova affatto.

Sarebbe stato tutto così semplice invece, se avessimo gettato a terra le armi fin da subito.

Gli mordo le labbra fortemente, come per lasciargli intuire che non voglio staccarmi da lui, mentre il suo profumo caratteristico mi invade.
I ciuffi ribelli dei suoi capelli bicolore mi ricadono sulla fronte, ma per quanto siano ancora bagnati e infradiciati dalla doccia appena conclusa, non voglio discostarli.
Voglio sentire ogni parte di lui su di me.

Mi stringe tra le braccia salde, mentre allaccio le mani dietro alla sua schiena, senza spezzare quel bacio, graffiandogli la pelle ogni volta che spezza il contatto per soffermarsi sul mio collo e mordicchiarlo delicatamente e con una lentezza da farmi perdere totalmente il controllo.

Sarebbe spesso finita così, con Todoroki.

«Vediamo se sei bravo anche a letto, oltre a fare l'eroe.»

Un istante prima non perdevamo occasione di istigarci a fuoco e fiamme.
L'istante successivo ci ritrovavamo a condividere il materasso di un letto, senza badare al tempo trascorso.
Abbiamo perso troppo tempo ad evitarci e a litigare quando bastava questo a farci zittire.

E forse, persino il destino si è così stancato del nostro insolito e patetico fuggi fuggi che ha ben pensato di fare la sua entrata in scena silenziosamente, alle nostre spalle.

Non ci sarebbe stato alcun altro modo per mettere un freno a noi due altrimenti, per convincerci che in fondo siamo sempre stati l'uno l'ombra dell'altra.
Così diversi, ma anche così simili, anche se non lo avremmo mai ammesso facilmente e apertamente.

𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora