56. PLW 2.

196 13 2
                                    


«[T/N]! Si può sapere dov'eri finita?»

Non faccio in tempo a raggiungere tutto il gruppo della sezione A e B nella retroguardia che vengo accolta da un frenetico Tetsutetsu.
E dopo anni di conoscenza, avrei dovuto perfettamente prevedere la sua reazione.

Mi afferra per le spalle, mi scuote più volte, sbraitando qualcosa riguardante a quanto ha temuto che mi fosse accaduto qualcosa durante la breve permanenza nell'avanguardia, dopo aver notato che Honenuki, Komori e Kaminari sono ritornati senza di me.

Davanti ai suoi sbraitamenti non batto ciglio. Non mi ribello, non gli lancio contro qualche insulto di troppo come ero solita a reagire.
Rimango zitta. Forse ho paura di aprire bocca, perché lo so che in caso contrario ci uscirebbero insieme anche tutte quelle lacrime che sto trattenendo in questo momento sbagliato, dove è fondamentale, invece, tenere l'allerta alta, sfoderare il nostro coraggio davanti ai villain, dimostrare loro che noi siamo più forti.

In questo istante, non mi rispecchio affatto in tutto questo.
Tutto quel coraggio è sfumato in mezzo a quelle fiamme simili alle mie.

Gli scossoni un po' alla volta si attenuano di fronte al mio mutismo, fino a ritrovarci circondati da un sordo silenzio, aggravato da sottili e impercettibili grida provenienti in lontananza.
Credo la mia faccia impallidita lo stia spaventando.

Aggrotta la fronte, il suo sopracciglio destro si inarca «Va tutto bene?»

Stringo i denti, mi mordo la lingua prima che mi fuoriesca qualche parola di troppo. Prima che il mio viso venga rigato da quelle lacrime inutili che mi stanno lentamente e internamente distruggendo.

Un villain, un criminale senza scrupoli incline al rancore e colmo di troppo odio represso a lungo. Ma dietro a quelle lacrime rosse ci ho colto quel sentimento ancora umano, che non appartiene affatto al mondo dei villain. Ci ho colto un'impercettibile sofferenza oscurata dal rancore, non più mascherabile.
Un astio inflessibile verso due membri specifici della sua famiglia.
Per ciascuno dei due, un fine diverso.

Un senso di rimorso mi avvolge.
Avrei dovuto fermarlo, senza lasciarmi né compatire né guidare dall'empatia.

Soffre ancora. E le persone che soffrono diventano inevitabilmente cattive.

Ma resta di fatto un villain, e per colpa della mia esitazione, del mancato coraggio di reagirci contro, è ancora a piede libero, con un'implicita vendetta architettata, e una sete di rancore instancabile.

Lui è in pericolo. E nemmeno conosce il rischio che sta correndo con quel villain libero.

Cosa ci legava di così diverso?

Le urla di Jiro spezzano quella poca quiete calma che caratterizza la retroguardia. Entrambi i suoi jack sono piantati sul terreno.
«Che succede, Jiro?»
«Siamo nei guai!» ribatte, senza staccare né lo sguardo né i suoi jack dal suolo.

«Cosa? L'accerchiamento è stato sfondato?» ci voltiamo tutti di scatto a sentire le parole di uno dei Pro Hero incaricati a proteggere la retroguardia. Ci intimano di restare fermi qui, senza lasciar trapelare alcuna informazione di troppo, prima di correre a perdifiato verso l'avanguardia.
Ci ammutoliamo. Forse in quel preciso istante stiamo tutti pensando alla peggiore delle ipotesi.

«Jiro, che sta succedendo?» mi ci avvicino, inginocchiandomi al suo fianco. Sta tremando.
«C'è un affare enorme che sta arrivando qui!»

Il mostro di cui io e Tokoyami abbiamo percepito la presenza? Quel villain si è finalmente svegliato dal sonno in cui era immerso in mezzo alla struttura crollante?
Fut Gum ci ha ribadito che quel villain non si muove senza precisi ordini comandati da uno specifico villain. Questo significa che anche il villain da cui prende ordini è qui?

𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora