13. Take the risk.

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Non ho mai sopportato il silenzio. Mi ha sempre dato una sensazione di vuoto, a volte difficile da colmare. Avete presente i muri bianchi, che non trasmettono altro all'infuori di un senso di spegnimento? Le emozioni che provate mentre lo osservate sono le stesse identiche mie.
Ho sempre odiato qualcosa di futile e insignificante.

Tuttavia, da quando sono rientrata a casa dopo l'ultima notte del ritiro mai terminato, ho cominciato ad apprezzare di più la quiete del silenzio, soprattutto quando accendo la televisione e immancabilmente trasmettono ancora le raccapriccianti scene di quella notte.

Sono passate quasi quarantotto ore, eppure esaltano ancora le notizie, come se fossero fresche dell'ultima ora: un bosco in fiamme, studenti della Yuuei attaccati da Villain, di cui uno di loro ancora disperso. Non si sa nemmeno se sia vivo o se sia stato ferito dopo essere scomparso sotto ai nostri occhi.

Tutte quelle immagini e cronache di quella ultima notte che trasmettono a ogni dannato telegiornale non fanno altro che peggiorare il mio stato d'animo. Una ferita dentro di me che continua ad aprirsi e che mi squarcia lentamente. Una lesione che non esiste, ma che non riesce a cicatrizzarsi.

La soluzione migliore? Spegnere la televisione e godermi questo silenzio di casa mia...quando è possibile.
Già, solo quando è possibile. Nemmeno di questo ho potuto approfittare.

Come se non bastasse, pure i miei genitori hanno appesantito il clima di casa : mamma non fa che ripetermi quanto abbia sofferto e quanto si sia preoccupata quando le è giunta la chiamata da papà, che aveva appena staccato il turno. E' stato un suo collega a riferirgli che le coordinate di intervento immediato riguardavano proprio la zona dove avevamo intrapreso quel ritiro.
Non lo avesse mai riferito a mamma.

Anche il telefono di papà squilla spesso, troppo rispetto al solito. Di solito quando stacca il turno, pure il cellulare va a riposo con lui. Questa volta nemmeno finire un semplice turno di lavoro gli impedisce di ricevere chiamate da colleghi, ancora coinvolti nelle ricerche dei Villain e del mio compagno di classe. E il risultato è sempre quello: nessuna traccia, nessuna svolte nelle indagini.

Quarantotto ore infernali dove tutto ciò che avrei voluto è stato un semplice silenzio, lontana da quelle continue raccomandazioni, frasi inutili e da quegli squilli che appena sento sussulto ogni volta, come se ad aspettarmi ci fosse una brutta notizia che non saprei digerire.

Tuttavia, un riscontro inaspettato è arrivato quando meno ho iniziato a sperarci: la nota "positiva" è che quel momento di silenzio tanto cercato non ha tardato ad arrivare.
Miracolosamente, durante il primo pomeriggio di questa giornata uggiosa come il mio stato d'animo, non c'è una singola mosca che vola.
Non mi è sembrato vero inizialmente, ma ho colto l'occasione al volo e ne ho approfittato per rintanarmi in camera mia al primo piano. Se avessi udito ancora uno squillo giuro che sarei impazzita.

Distesa supina sul letto, rivolgo un'occhiata al cruciverba che mia mamma mi ha lasciato prima di uscire. L'ho appoggiato sopra al comodino dopo averlo sfogliato più di qualche volta senza interesse.

"I cruciverba sono ottimi per aiutare a rilassarsi e a distrarsi ."

Già, mamma. Solo che al momento sei tu quella che ha bisogno di quietarsi visto che sono due giorni che sei una bomba a orologeria sempre pronta a esplodermi in faccia.

Le lezioni a scuola al momento sono sospese, fuori pioviggina, ho finito di studiare e tutti i compiti ed esercizi associati. L'unica cosa che posso fare è riposarmi. O almeno cercare di riuscirci.

Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che sento dei graffi leggeri sulla porta della mia camera. In un primo momento li ignoro, ma poi sono costretta ad alzarmi dato che diventano sempre più insistenti.

𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora