65. Waiting for Sunrise.

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Parte Quattro

Fratelli

Un sospiro stanco e silenzioso fuoriesce dalle mie labbra.

Appena le mie iridi incrociano le sue eterocromatiche, tutto ciò che colgo in lui è una determinazione che va oltre la sua stanchezza fisica, che si accompagna a quel desiderio di riscatto a cui ambisce non solamente per porre una fine decisiva alla tempesta imperversa dentro cui siamo finiti, ma anche per sé stesso.
È proprio quel solo struggimento ricco di redenzione a mantenerlo attivo, a far passare in secondo piano tutti i suoi rimorsi, la rabbia, la delusione, le lacrime versate per un legame affettivo ormai spezzato e di cui sono rimasti solamente gli strascichi.

Quella determinazione che scorgo in lui ora non l'ho mai avvertita prima. E da quel semplice segnale ho intuito che Todoroki è disposto ad accantonare quel legame di sangue pur di adempiere al suo dovere da futuro hero.

Una cosa l'abbiamo compresa entrambi: Touya può essere fermato solamente da noi due.
Endeavor è ancora troppo divorato dai sensi di colpa per poter anche solo prendere l'iniziativa di affrontarlo, e con lui anche tutto ciò che è diventato principalmente per causa sua. Non muoverebbe un dito nei confronti di Touya.

In fondo, se il tuo primogenito diventa uno dei villain più ricercati, il tuo è soltanto un puro e chiaro fallimento non solo quanto a hero, bensì anche come figura genitoriale. La sua redenzione lunge dai segni che ha lasciato nell'intera famiglia, e non solo.
Che ci piaccia o meno, siamo soltanto io e Shoto quelli che se da un lato possono competere ad armi pari contro Touya, dall'altro possono tentare di almeno farlo ragionare, o di riportargli inconsapevolmente quel barlume di luce andato perduto.

Tutto questo, tuttavia, a costo di dover accantonare forti delusioni, sentimenti di rabbia o amarezza, ma, anche se non lo ammetteremo apertamente, la verità è che, sia che Touya finisse imprigionato nei meandri di un carcere o che di lui non restasse più nulla, entrambi avremo perso.
Perché è in questo modo che funziona il mondo degli eroi: o vinci, o perdi. Questa volta la posta in gioco nel perdere qualcuno è maledettamente alta, e sarà davvero necessario mettere da parte il valore di qualsiasi legame affettivo, e non, instaurato, perché non siamo disposti ad essere sconfitti ancora una volta, a guadagnarci ulteriore odio ricco di ostilità.

Vincere per salvare.

È in questo modo che io e Todoroki siamo finiti per appartarci sul tetto, avvolti dai primi rumori della natura, come il fresco soffio mattutino, le foglie degli alberi che oscillano al ritmo del vento che le attraversa, qualche volatile che cinguetta durante il crepuscolo, giusto un paio di candele a farci luce nel buio ancora all'orizzonte.
Nessuno dei due riusciva più a chiudere occhio, non c'era un motivo preciso, forse solamente una voglia inestimabile di stare in compagnia l'uno dell'altra. In fin dei conti, non abbiamo più avuto molto tempo per stare da soli, e ora desiderare di recuperare quei momenti tutti per noi e a lungo cercati non è più futuro così lontano come inizialmente credevamo.

Non avendo né orari, né un adulto a sorvegliarci costantemente, in qualche modo siamo svincolati, e la reciproca compagnia è tutto ciò di cui abbiamo sempre avuto bisogno. Ce ne siamo davvero resi conto nel momento in cui ci siamo allontanati, la sua mancanza era un vuoto che non riuscivo a colmare in nessun modo. Solo così ho compreso che insieme a lui riesco sempre a sentirsi veramente completa, ma soprattutto in un modo che nessun altro prima mi aveva mai fatta sentire.

Seduti ancora una volta l'uno davanti all'altra, Todoroki, avvolto dal suo costume da hero a prova di ghiaccio e fuoco, è concentrato nel bilanciare le sue due metà per affinare la sua nuova tecnica.
Rispetto agli inizi è molto più deciso su come distribuire il calore e il gelo dentro di lui, la mia presenza e la mia esperienza accumulata grazie al mio quirk lo hanno spesso rassicurato e incoraggiato nel perfezionare il nuovo potere, che fungerà da asso nella manica inaspettato.
All'inizio di ogni sessione di allenamento, in prima fase le nostre mani si tenevano salde a vicenda, in modo da permettergli di percepire il modo in cui dividere il fuoco e il ghiaccio prendendo come riferimento la mia unicità, sfruttandola come mezzo per espellere il troppo fuoco instabile che sarebbe andato a influire sul lato destro, sbilanciando l'equilibrio ardito, fino a diventare un po' alla volta autonomo, senza avere ancora bisogno della mia capacità di espulsione del calore nell'ambiente.

𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora