70. 𝘌𝘱𝘪𝘭𝘰𝘨𝘶𝘦

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Gli sarei sempre resistita ad ogni costo.
Non ci sarebbe stato nulla al mondo ad alterare le mie impressioni.
È sempre stato così.

Eppure, ora è completamente inutile che lo neghi ancora a me stessa.

Non davanti a quelle due iridi inconfondibili che ormai sono in grado di trapassarmi, di leggermi dentro, davanti a quel viso ricoperto di sottile fuliggine grigia, a quei capelli che inevitabilmente si scompigliano quando ricorre al suo lato destro troppo a lungo, al suo caratteristico costume blu, attrezzato di tutti quei suoi tipici dispositivi.
Lo so che non smetterò mai di amarlo.

Mi meraviglio ancora di come i suoi lineamenti, il suo viso, mi facciano ancora battere il cuore come la prima volta che in cui ho avvertito dentro di me di essere stata fottuta in pieno da quel ragazzo dalle iridi diversi, dai capelli bicolore e da due quirk così contrastanti tra loro.

Il ragazzo che ho schivato a lungo ha finito per mandarmi in confusione come nessuno mai prima.
I miei sentimenti si sono a poco a poco affezionati a lui, alla sua presenza.
Le lotte dentro di me per non cedere a ciò che ormai sentivo forte e chiaro.
I pianti nascosti per tacere ed evitare rovinare il legame che stavamo costruendo.
Il costante timore che si allontanasse da me.
La prima volta in cui, nel mio piccolo, ho dubitato di non essere abbastanza per lui.

Eppure, non rimpiango nulla di tutto ciò che è accaduto tra di noi.

Mi scaccia, con movimenti lenti e delicati, dei rimasugli di fuliggine dal viso.
Non riesco a sopire quel sorriso sortomi al percepire il suo tatto sulla mia pelle.
È come se mi stesse scatenando un incendio dentro al corpo, come se la pelle stessa stesse bruciando alle sole carezze rilasciate al passaggio delle sue dita.

Ancora una volta distrutti, funzionanti a metà, macchiati di qualche ferita sanguinante di troppo e indesiderata, ma l'uno davanti all'altra e sempre macchiati di lesioni impercettibili o meno contro criminali, di fuliggini da incendi da domare, di cicatrici che si rimargineranno solo grazie al tempo.

Sì, decisamente di cose ne sono cambiate molte tra di noi.
In primo luogo, percepire il tatto della sua bocca lungo il mio collo, i suoi lenti movimenti sulla mia pelle, sopra la cicatrice impressa sul mio corpo, leggermente scoperta dal mio costume, che mi fanno lentamente perdere il controllo, non mi sono mai stati lontanamente immaginabili.
Lo ha imparato che è proprio quel punto preciso a mandarmi in estasi. Lo capisce dai gemiti soffocati che mi ostino a trattenere pur di non dargliela vinta.

Non ci resisto mai.
È sempre il mio corpo a non mentire sulle sensazioni che mi pervadono.

«Ti stai scaldando.» sghignazza, senza smettere di torturare dolcemente il lembo di pelle sotto ai suoi denti.
«È la mia unicità.» mormoro, stringendo i denti.

A forza di stare vicini, anche senza spiaccicare parole tra di noi, abbiamo imparato a capirci a vicenda.

Il tono della voce, lo sguardo, il linguaggio del corpo.
Li sta decifrando, i miei occhi ora.
Mi sta leggendo dentro.
È proprio così che mi sento sempre con lui: al sicuro.

Avvicino lentamente il suo viso al mio, consentendo alle nostre labbra di sfiorarsi appena, prima di racchiudersi in un bacio.
Schiudo la bocca a ritmi lenti, assaporando il suo labbro superiore tra i miei denti.
Lo sento sussultare, a mano a mano che torturo a mio piacimento la sua bocca con la mia.

La sua mano finisce dietro la mia schiena, si nasconde sotto il top nero del costume, accarezzandone la pelle sottostante.
Il suo tatto delicato mi provoca dei brividi incontrollabili. Brividi che non voglio smettano di pervadermi.

Lo percepiamo entrambi al solo nostro reciproco contatto sui nostri corpi accaldati.
Il modo di tenerci stretti a vicenda, quasi come se non volessimo più distaccarci.
Ci desideriamo come non mai.
Ci strappiamo i vestiti e la pelle di dosso solo a guardarci ora.

Non mi importerà mai di quello che diranno di te.
Di noi.
Delle nostre incomprensioni.
Dei nostri errori.

«Ci avrei scommesso che la tua testardaggine avrebbe avuto una fine con me, Fiammifero.» mormora tra un bacio e l'altro, prima di racchiudermi dentro al suo petto.

È caldo, riscaldante.
E so che non dipende affatto dal calore proveniente dal tramonto acceso e dorato che si distende sopra di noi, in attesa della notte, da quelle sfumature rossastre ci illuminano i rispettivi visi.

Mi accoccolo al suo corpo, socchiudendo le palpebre e aggrappandomi alla stoffa del suo costume.

È indecifrabile quella sensazione che non smette di accendersi dentro di me a scatti.

Libera, ma a tratti incompleta.

È come se assumesse diverse sfumature.
L'impressione che saremmo ormai rimasti così per tutta la vita.
La consapevolezza che qualcosa sia davvero cambiato, ma non come avremmo desiderato.
O forse, ce l'avevamo semplicemente nel sangue entrambi, quella sensazione ambigua.
Dentro di noi rimaniamo fermi.
È come se in noi non fosse mai cambiato niente, eppure allo stesso tempo siamo davvero diventati diversi.

Forse, a volte, è anche questo il prezzo da pagare.
Sentirsi liberi, ma con la sensazione che una parte di te non lo sarà mai davvero.

Convivere con l'impercettibile sentore che qualcosa mancherà irrimediabilmente.
O che quando sarà inevitabilmente cambiato, nel bene o nel male, non sarai più la stessa di prima.

Non c'è giusto o sbagliato.
Non ha più alcun senso rodersi il fegato, o rimuginarci sopra.
Semplicemente, va bene così.

In fondo, in questa vita arriva sempre il momento in cui, ognuno di noi, deve restituire qualcosa al mondo.
Io ho restituito quell'innocenza che mai mi ha caratterizzata davvero.
È come se pure quella stesse aspettando il momento giusto per liberarsi dal mio corpo.

Nemmeno nessuno ci appartiene davvero fin dal principio, in questa vita.
Noi non apparteniamo a nessuno.

Siamo sempre stati liberi.
Liberi di scegliere.
Azzardare.
Restare.

Non avevo mai detestato prima nessuno, come detestavo lui.
E non avevo mai amato, come sento di amarlo in questo istante.

«Non smetterò mai di amarti, lo sai Todo?»
«Fiammifero, qualunque cosa accada tra di noi, anche io non smetterò mai di amarti. Te lo prometto.»

Sei davvero diventato quel pezzo di vita che mi manca.
Quel pezzo che brucia ardentemente.

Che non smetterà mai di ardere, perché lo so che sarai sempre tu a tenerlo acceso e vivo.
Che, ogni volta che si sentirà perso, saprai sempre da te come completarlo.

«Ho tutta la vita per mantenere la parola.
E tu hai tutta la vita per accorgertene ogni momento in più,
Fiammifero.»

Fine.

Fine

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𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora