68. We will never be those kids again.

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Villain non si nasce.

È sempre stato sbagliato definirli solamente dei criminali, volevano semplicemente essere compresi, manifestare apertamente quel disappunto che ha finito per logorarli a poco a poco.

Tuttavia, non sempre un eroe arriva al momento giusto o più opportuno.
A volte un eroe non arriva mai, altre volte l'eroe si rivela quel qualcuno che hai già conosciuto nella tua vita, e che mai ti saresti aspettato che lo sarebbe diventato per te.

È qualcuno che hai sempre sottovalutato, eppure diventa anche quello che, apparentemente, sembra ti pugnali alle spalle, eppure agisce in questo modo meschino perché non trova nessun altro modo per salvarti, senza vivere con il rimorso di non esserci riuscito quando ne aveva l'occasione.

Non è un eroe, perché nessun hero muoverebbe un singolo colpo a tradimento, ma nemmeno un villain, date le buone intenzioni apparentemente invisibili.
Un antieroe.

Se da un lato mi sono comportata secondo gli ideali dei professionisti che tanto ammiriamo, dall'altro non posso ignorare che abbia ricorso a una tattica per nulla ammirevole e degna di un eroe.

Le mie mani e le mie gambe si sono mosse da sole, la sola promessa scambiata a Shoto sul fronte continuava a rimbombarmi in testa.
Era l'unica cosa di cui mi stava ancora importando mentre ho conficcato la punta della siringa nella pelle di suo fratello maggiore, dilaniata dalle bruciature.

È questo il dovere fondamentale di un hero: salvare, non solamente i cittadini indifesi, ma anche i villain, e non solamente perché è il tuo obbligo morale in quanto eroe, ma perché te lo devi sentire da dentro.

Essere un eroe significa anche questo.
A volte vinci, a volte perdi.
E io li ho salvati entrambi, ma mi sono sconfitta da sola.

Non so nemmeno quale scenario si sarebbe rivelato il peggiore: sia che Touya fosse riuscito nel suo intento, sia che non avesse smesso di aizzare le fiamme, entrambi le condizioni avrebbero inevitabilmente portato a ulteriore sofferenza e, soprattutto, nuovo rancore da estirpare.

Un fatto, tuttavia, è del tutto certo: per evitare entrambe le conseguenze, non avevo nessun'altra possibilità per porre una decisiva fine allo scontro.
In caso contrario, avrei inevitabilmente perso o uno o l'altro, e, alla luce dei fatti, so che ora non posso più permettermi di perderli entrambi.

Si sono sempre detestati per dei malintesi, quei due fratelli, per verità celate ad entrambi, inconsapevoli allo stesso modo di quanto siano stati entrambi vittime di un egoismo da cui avrebbero potuto solamente liberarsene, non importa come.

Ora più che mai hanno entrambi bisogno di ricominciare da zero, a partire da loro stessi.

La mia mano stringe fortemente la stoffa del costume di Shoto, che mi ha nascosto il visto all'interno del suo petto accaldato, alla vista di Touya a terra, avvolto dal ghiaccio sprigionato dal fratello minore, per impedirgli di fuggire ancora una volta, appena le fiamme attorno a loro si sono dissolte nell'aria.

Davanti al semplice e innocuo gesto di Shoto, sono, invece, rimasta totalmente frastornata e disorientata da non sentire più nemmeno quel bruciore insopportabile sul mio viso.
È sempre stata la sua gentilezza a farmi crollare con poco.

Touya è immobile, il suo viso rivolto verso l'alto, e senza tutte quelle fiamme addosso a lui riesco a scorgere quanto il suo corpo sia a tutti gli effetti finito rovinato dalle fiamme: è ancora più ustionato di quanto non lo fosse già prima, la pelle bruciata si è ormai estesa a macchia d'olio persino sul suo viso, pure qualche anellino di metallo gli è saltato fuori dalla cucitura attorno alla mandibola.

Non ho avuto nessun'altra scelta per salvare anche lui, lo so, eppure, nonostante sia miracolosamente ancora vivo, non riesco a digerire quel lancinante macigno nello stomaco.

𝘼𝙧𝙙𝙚𝙣𝙩𝙡𝙮 {Todoroki x Reader, My Hero Academia}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora