Capitolo 63.

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*spazio autrice*
Ho pubblicato una nuova storia! Correte a leggerla!
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Oggi Alex terrá il suo primo concerto.

Sono così contenta che le due persone potranno assistere a cosa ha lavorato per mesi.

Hanno fatto sold out i suoi live e la prima tappa prevede la città dove è nato:Milano.

Cerco di prendere la mia valigia ma Alex me la toglie.

"Non ti devi sforzare. La prendo io questa."-dice lui prendendola.

"Dai Alex, sto bene sul serio."-rispondo io.

"Sei al 5º mese di gravidanza e il dottore ha detto che non devi fare sforzi e io lo starò a sentire."-dice.

Scuoto la testa con un sorrisetto.

Intorno mi fa piacere che abbia questa premura verso me e nostro figlio.

Io ho scoperto il sesso del bambino: è un maschio.

Ma Alex non lo sa ancora, vorrei dirglielo in un altro modo non ne modo banale.

Ci penserò su.

Fuori dall'aeroporto ci sono tantissime fan che lo aspettano e lui fa qualche foto e firma qualche autografo e poi ritorna da me.

Mi prende la mano e ci incamminiamo verso l'aereo.

"Alex.."-dico io stanca.

"Cosa c'è piccola?"-dice girandosi verso di me.

Mi fermo un attimo.

"Sono stanca, quanto è lontano?"-dico.

Lui ridacchia.

"Dai ti porto in braccio?"-dice lui.

"No, sono una balena. Non ti azzardare"-dico io minacciosa.

Lui ride.

"Che scema che sei. Non sei pesante. Ti porto dai"-dice lui.

"No. Dimmi quanto è lontano."-dico io ancora.

"Siamo quasi arrivati."-dice lui.

"Okay, va bene."-dico io sospirando.

"Ma sono bella anche così?"-dico io guardandolo.

"Ele, certo che sei bella così. Sei sempre bella."-dice lui baciandomi.

Sorrido.

"Okay, sono felice. Possiamo andare."-dico io incamminandomi.

"Ti ho dato la carica?"-dice lui ridendo.

Annuisco.

Troviamo finalmente il gate e dopo un po' saliamo sull'aereo.

"Come ti senti? Insomma prima cantavi in cameretta e ora davanti a tantissime persone, in palazzetti. È surreale vero?"-dico io.

"Si, prima scrivevo per me e basta. Credevo che la mia musica fosse destinata solo a me e a nessun altro. Invece ora, è ascoltata da tante persone. È bello e fatico a crederci. Io non cantavo nemmeno davanti a mia mamma, aspettavo che lei se ne andasse e poi iniziavo a comporre e cantare. Anche papà mi ha raccontato che faceva così quando era giovane.."-dice lui sorridendo in modo un po' malinconico.

Deve mancargli molto suo padre.

"Ti meriti tutto ciò."-dico io prendendogli la mano.

"Grazie..di essere al mio fianco sempre.."-dice lui.

Sorrido.

Dopo due ore di viaggio, siamo arrivati a Milano e ora siamo a casa nostra.

Mi sdraio sul letto appena arriviamo.

Innamorarsi per caso -Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora