Capitolo 9 - Chloe

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Chloe

«È un completo disastro

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«È un completo disastro.»
Mi siedo vicino Andrea sulla panca libera.
«Già.»
Concorda sconsolato con spalle ricurve.
Osserviamo entrambi, con delusione, Caroline ridere con altri ragazzi e mostrare i quadri dell'amica orgogliosa, e Mark chiacchierare con amici che ha incontrato per caso.
Il punto focale della situazione è la nostra disfatta.

Praticamente si sono dimenticati della nostra presenza.

«Forse avrei dovuto darti retta e mettere qualcosa di più sexy, almeno come primo approccio, proprio come hai suggerito tu.»
Osservo tristemente il mio tubino nero classico.
«Non capisce nulla, sei bellissima.»
Mi volto a guardarlo sorpresa per il bel complimento, lo vedo con gli occhi puntati su Mark, intravedo un leggero astio e quella mi sembra una smorfia, ma di sicuro mi sto sbagliando, perché non avrebbe senso, poi, ad un tratto, sembra rendersi conto delle sue parole e cerca di ritrattare quell'appellativo.
«Cioè, stai molto bene stasera, non hai bisogno di vestirti scollata o...insomma.»
Indica una ragazza che indossa un mini abito, un po' troppo mini in effetti, direi che qualunque movimento lei faccia, sarà a rischio, visto che copre giusto il sedere e metà seno.
«Io piuttosto avrei dovuto darti retta, ho fatto solo lo sbruffone, e lei si è resa conto che non so nulla di arte ma stavo improvvisando, ho notato le sue facce.»
Gli do una pacca sulla spalla di conforto, scena pietosa, direi che ha perso diversi punti ai suoi occhi stasera, infatti Caroline era annoiata.
«Dirti te lo avevo detto peggiorerebbe il tuo stato d'animo, vero?»

Mi guarda torvo.
«Ed è per questo che non lo dirò.»
Abbozzo un sorriso.
«Hai goduto, ammettilo.»
Sentenzia con tono leggermente acido e occhi semichiusi, faccio finta di cucirmi le labbra cercando di non ridere e alzo le mani in segno di resa.

Continuiamo a restare seduti su questa panca ad osservare i nostri non fidanzati, e se andiamo avanti così, direi i nostri mai fidanzati, godersi la serata, fino a quando al mio compagno di sventura non arriva una genialata di quelle epocali.
Lo ritrovo a fissarmi, i suoi occhi mi scrutano per diversi minuti, il tempo passa e tutto questo diventa inquietante, non potendo più far finta di niente, mi giro verso di lui anche io e lo fisso a mia volta chiedendogli spiegazioni, si evince dal mio sguardo e dal tono il nervosismo.
«Che c'è?"

«Devo farti una proposta seria Chloe.»

Lo guardo di sottecchi.
«Forse non è il caso che ti faccia questa proposta qui in effetti, e non so neanche come potresti prenderla, ti chiedo comunque di non rifiutare senza pensarci.»
È tutto intento a farmi un discorso gesticolando e preso chissà da quali pensieri.
«Credevamo di concludere la serata in modo diverso, invece siamo rimasti io e te, ma in fondo ce la intendiamo bene noi due e dovremmo approfittare di questo.»
Mi ripeto di non pensare male e trattenere lo schiaffo che è già pronto a colpire la sua guancia.
«Forse è il caso di andare da un'altra parte, magari a casa mia, per parlarne in privato, ma deve restare fra me e te ovviamente ciò che ti proporrò.»

Assurdo.

Mi alzo di scatto mentre lui mi osserva confuso.
«Andrea non farò del sesso consolatore con te.»
Cerco di non urlare visto che siamo circondati da gente, ed è solo per questo che sto mantenendo la calma.
I suo occhi si sgranano e poi scoppia a ridere, ed io, resto lì come una stupida a fissarlo, senza capire cosa gli sia preso.
«Ma come diavolo hai fatto a pensare una cosa del genere?»
Si tocca la pancia per quanto stia ridendo e il tutto sta diventando alquanto imbarazzante, visto che parecchi occhi sono puntati su di noi.

«Che diavolo volevi dirmi allora?»
Lo fisso confusa e curiosa, lui si alza e afferra la mia mano trascinandomi via, usciamo da quel posto così, senza salutare nessuno, mano nella mano, ma arrivati all'ingresso questo legame si scioglie e noto il suo imbarazzo per il gesto istintivo, le dita che stringevano le mie, ora accarezzano i suoi capelli a disagio.
Facciamo due passi e inizia a spiegare il suo assurdo piano.
«Io sono un uomo, e tu sei una donna...»
Non mi sembra convinto quindi per sicurezza decido di dargli una conferma.
«Non so tu se nascondi sorprese, ma io l'ultima volta che ho controllato era così, sono una donna, confermo.»
Scuote la testa fissando il pavimento grezzo del marciapiede con aria rassegnata, poi riprendere il suo discorso.
«Sei simpaticissima, dicevo, quindi in linea di massima dovremmo sapere cosa l'altro sbaglia negli approcci, ed inoltre conosco un po' Mark e tu, a quanto pare, Caroline.»
Cerco di capire dove la sua mente contorta voglia arrivare, ma ancora non colgo il senso di tutto ciò.
« Abbiamo modo di parlare con loro e ingenuamente indagare su ciò che gli piace, ciò che odiano, come sognano il partner ideale.»
Sbatte il pugno sulla sua mano aperta, come se volesse incitarmi.
« Facciamo squadra, aiutiamoci a vicenda, io ti dirò cosa fare, cosa non fare, cosa dire e soprattutto non dire, le mosse da utilizzare per conquistarlo, e lo stesso farai tu.»
Nei suoi occhi leggo entusiasmo, come se avesse già la vittoria in pugno.
« È una stupidaggine, solo a te poteva venire in mente una cosa simile.»
Mi volto e mi incammino verso l'auto, ma lui mi insegue sorpassandomi e iniziando a camminare davanti a me all'indietro, visto che non fermo i miei passi, ma non demorde.
« Aspetta, non rifiutare subito, quando ti ricapita di entrare nella mente di un uomo?»
Queste parole arrestano la mia marcia, mi fanno ponderare la sua assurda proposta facendola per un attimo diventare un pasticcino succulento ai miei occhi, ma ovviamente la scarto ritornando in me.

« Lui deve innamorarsi di me per quella che sono, non perché fingo di essere un'altra.»
Non userò degli sporchi mezzucci per far innamorare Mark, non è nel mio stile e poi, di chi si innamorerebbe?
Di una persona che non sarei io, perché Andrea è questo quello che mi sta chiedendo, di fingere di essere una persona diversa da ciò che sono e Mark dovrebbe amare Chloe, non un surrogato, altrimenti non avrebbe senso.
« Non fingerai, abbellirai solo inizialmente la realtà per catturare la sua attenzione ed avere l'opportunità di farti conoscere per ciò che sei, opportunità che non ti ha dato, stupidamente.»
Indica l'ingresso della mostra, in effetti stasera non mi ha praticamente guardata, non ho avuto modo di parlargli, vorrei solo avere l'opportunità di frequentarci un po', da soli, al di fuori del lavoro, magari potrebbe rendersi conto che sono la sua donna ideale, come potrei rendermi conto anche io che lui non fa per me.
Guardo Andrea che mi fissa speranzoso, e poi l'ingresso della mostra, ho immaginato per giorni questa serata ed è stata un disastro.
«Non prenderemo in giro nessuno?»
Chiedo dubbiosa più che mai.
«Se Caroline dovesse dirti che ama un film o un libro in particolare, io lo vedrò o lo leggerò, così potrò avere un punto di riferimento per ciò che ama e mi avvicinerò al suo mondo. Non significa prenderla in giro.»
Continua con la sua arringa e mi sembra molto convinto della sua idea, io, per niente.
«Non lo so.»
Inizio a giocherellare con il mio ciondolo nervosamente.

«Abbiamo un piano! I miei piani non falliscono mai, fidati di me, tempo due settimane, massimo un mese e saremo fidanzati.»
Sentenzia convinto con aria già vittoriosa, poi sembra riflettere sulle sue parole e rimuginarci.
« Cioè non noi due insieme, ma noi due con loro.»

«Ho capito idiota.»
Alzo gli occhi al cielo.

« È la seconda volta che mi chiami così signorina, sono pur sempre il tuo capo.»
Incrocia le braccia al petto e i suoi occhi diventano severi.

« Siamo fuori dall'ufficio e poi, potrebbe diventare un nomignolo affettuoso.»
Sbatto le ciglia angelicamente e abbozzo falsamente un sorriso dolce.

« Non inganni nessuno con quel faccino.»
Mi oltrepassa e si avvicina all'auto ignorandomi.
«Strano, in genere funziona.»
Ci resto un po' male.
Mi riaccompagna a casa e nel mentre continuo a pensare e ripensare alla sua assurda proposta e soprattutto al fatto che io davvero,scioccamente, la stia prendendo in considerazione.
« Arrivati.»
Ero così presa dai pensieri di non essermi resa conto di nulla.
« Sei stata stranamente silenziosa, non ho detto nulla solo perché non volevo spezzare l'incantesimo e rischiare che iniziassi di nuovo a cantare come nel viaggio di andata.»
Lo guardo male.
« Il mio piano funzionerà, tranquilla. A domani, buonanotte.»
Accenno solo un movimento con la testa e vado via convinta di essermi appena infilata nel più grande casino della mia vita.

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