capitolo 19- Chloe

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Chloe

Le luci illuminano tutto il teatro, segno che ci sarà l'intervallo, io cerco di abbassarmi il più possibile sperando di farmi piccola su questa poltroncina rossa come il mio vestito.
Magari riuscirò a mimetizzarmi, forse non è stato poi così stupido indossare questo abito se voglio che Andrea non si accorga che sono qui, data la tappezzeria.

Ma se dovessi fallire, dovrà morire nel vedermi.

Di sicuro il mio caro Mark ha apprezzato il mio look, da quando ci siamo incontrati, poco distanti dall'ingresso del teatro, ha iniziato a mangiarmi con lo sguardo.
Devo dire che di tanto in tanto i suoi occhi scuri li sentivo addosso durante il primo atto, di certo non è interessato allo spettacolo e questo è un bene.
È stato un miracolo che sia riuscita ad accaparrarmi due posti nelle vicinanze di quei due, lo sanno bene le due dolci vecchiette che ho gentilmente mandato verso le prime file con la scusa del pessimo audio in questa zona, facendole alzare.

Non che mi interessi così tanto di riuscire a tenere d'occhio quell'idiota di Andrea, in fondo io sono qui soprattutto per godermi il mio primo appuntamento, sia chiaro.

Giusto perché mi cade l'occhio casualmente verso la sua poltroncina, lo vedo alzarsi, cerco di nascondermi dietro la brochure dove sono elencati tutti i prossimi spettacoli del mese.
La spalmo praticamente sulla mia faccia ed un'altra su quella del mio bell'accompagnatore.
« Guarda, fanno tanti bei spettacoli.»
Credo di vedere terrore puro in quelle pupille, nonostante l'uomo accanto a me, cerchi di sorridere.
« Io vado un attimo in bagno.»
Tenta di alzarsi ma lo afferro per un braccio riportandolo a sedere bruscamente, devo calmarmi cazzarola, sto mandando all'aria l'occasione che aspettavo da mesi.
«Che ti prende?»
Una domanda alquanto lecita, ed io, non so come uscirne indenne senza sembrare pazza.
« Non andare, in genere sono sempre sporchi i bagni, sai, è facile prendere infezioni.»
È la cosa più sensata che il mio cervello sia riuscito a trovare in pochi secondi.
« Sono certo che in un posto come questo siano puliti, tranquilla.»
Mi fissa con occhio sospettoso mentre si alza e va via.
«Ok, calmati Chloe, è passato del tempo, non si incontreranno di certo e ci sono diverse toilette.»

Cerco di sbirciare aldilà del cartoncino che copre il mio volto e Caroline come sempre è bellissima, è ovvio che Andrea sia innamorato di una donna simile, la vedo sorridere con la sua amica e risplende persino da qui.
Un po' mi incupisco e sinceramente non ne capisco il motivo, perché in effetti non ne ho motivo, per fortuna il mio bel Mark non è interessato a lei, ed è questa l'unica cosa che conta per me.
Finalmente mi ha chiesto di uscire dopo mesi in cui fantasticavo su noi due e tutto si sta realizzando, eppure...

Allora perché ho questo pensiero fisso che mi tormenta, perché ho messo in piedi questo teatrino stasera?

Mentre sono persa nei miei pensieri, una figura in piedi si palesa accanto a me, ed una voce, quella voce, provoca un fremito direttamente al mio cuore, fuori dal mio controllo.
«Bello lo spettacolo, piace anche a te?»

Istintivamente chiudo gli occhi, mentre al mio fianco si siede colui che non avrei mai voluto mi notasse, resto immobile,ancora con la brochure spiaccicata davanti il volto, inutilmente direi, quando finalmente ho il coraggio di sollevare le palpebre, fisso la sala davanti, i miei occhi sono sbarrati adesso e non ho il coraggio di muovere un muscolo, riesco solo ad ingoiare il groppo in gola e cerco il coraggio che non ho per voltarmi.
I suoi occhi accarezzano il mio corpo risalendo dal basso verso l'alto, centimetro dopo centimetro, spudoratamente, soffermandosi sulla scollatura senza vergogna, ed io, ad un tratto sento brividi sulla mia pelle, e per un attimo vorrei fossimo soli.

Non so che diavolo mi succede.

Avvicina le sue labbra al mio orecchio e il solito odore di oceano mi investe, chiudo gli occhi per poterlo respirare a fondo, dal primo giorno l'ho sempre amato questo profumo, così virile, non è facile restare lucidi avendolo così vicino.
« Con quest'abito vuoi farmi ingelosire? Ammettilo che sei qui per me.»
Si rimette composto e sul suo volto padroneggia un alone di fierezza irritante, con un lieve sorrisetto compiaciuto.
Nelle sue iridi, fra il nocciola chiarissimo e le sfumature di verde, vedo brillare il suo ego fin da qui.

Ed ecco spezzarsi la magia.

Ma tu guarda questo pallone gonfiato, troppo sicuro di sé, chi si crede di essere?
Qualcuno deve dargli una lezione.
Gonfio il seno come un palloncino trovando ad un tratto il potere femminile, mi sta di nuovo accarezzando con lo sguardo, e gioisco sempre di più per aver messo questo vestito.
Non appena gli occhi famelici del caro Andreuccio arrivano sul mio viso, incontrano un bel sorrisetto strafottente, l'ho sempre detto che mi manca solo l'aureola.

« Caro collega, alla fine sei venuto davvero? Non credevo lo avresti fatto, troppo noioso per te. Sei riuscito a trovare Caroline? Come va la tua serata?»
Faccio finta di guardare in ogni dove, tranne che verso i loro posti, sono troppo furba.
« Non ci crede nessuno a questa sceneggiata Chloe.»
Lo guardo male mentre lui alza gli occhi al cielo per poi scuotere la testa subito dopo.

« Sei seduto al posto del mio fidanzato.»
Rispondo supponente.
« Siamo già arrivati a questo in così poco tempo? Ma non farmi ridere.»
Il suo ginocchio inizia a dondolare freneticamente e non mi guarda più.
« Ne stavamo parlando giusto due minuti fa, di portare il nostro rapporto al livello successivo, c'è troppo feeling fra noi.»
Non ho la più pallida idea di cosa io stia farfugliando ma continuo imperterrita.

« Bhe, guarda caso è proprio ciò che abbiamo detto io e Caroline, siamo una gran bella coppia, affiatati, non c'è bisogno di perdere altro tempo.»
Gli si legge in faccia il bluff, ma chi vuole ingannare questo bugiardo?
«Voi non siete una coppia, questo non è neanche un vero appuntamento.»
Ci tengo a puntualizzare.
« Lo è diventato, mia cara.»
Scimmiotta risoluto, e negherò se qualcuno dovesse farmi notare il colpo che ho appena incassato.

Restiamo a fissarci negli occhi, ognuno pronto a colpire ancora l'altro, ognuno pronto a buttare sul tavolo da gioco la carta vincente, ma alla fine, l'orgoglio ci farà perdere entrambi e quando lo capiremo sarà troppo tardi.
In fondo cosa potrei dirgli?
Io sono qui con un'altro, lui è qui per un'altra, fra noi non c'è nulla, e tutta questa confusione nella mia testa passerà nel giro di qualche giorno, non devo temere.

Ad un tratto distoglie lo sguardo cedendo le armi per primo, si è arreso.
«Ti lascio al tuo cavaliere, io torno dalla mia dama.»
Si alza dalla poltroncina al mio fianco e va via, lo vedo scendere le scale centrali che dividono il teatro e raggiungere Caroline, che subito lo accoglie con un sorriso.
Li osservo parlottare, mi sembrano in gran confidenza, quando è successo tutto questo?
Possibile che quella donna, che quasi veneravo per il suo lavoro, si sia fatta abbindolare per così poco da quel cretino?
È bastato il primo atto di un musical che ama, e tutto questo grazie alla sottoscritta, non ci posso credere.

Mark prende il suo posto accanto a me, perché è quello il suo posto ed io ne sono felice, provo a concentrarmi esclusivamente su di lui, ma senza volerlo continuo a guardare verso sinistra.
Mi tiro uno schiaffo mentale e mi volto con tutto il busto verso l'uomo dei miei sogni intavolando una conversazione, i trucchetti che mi ha insegnato quel maestro da strapazzo però, danno i suoi frutti.
Eppure, nonostante il sorriso perfetto che ho qui davanti, dell'uomo su cui fantasticavo da mesi, il mio, è finto.
Sono solo un'idiota, manderò tutto all'aria e lo rimpiangerò.

Lo spettacolo inizia, sono costretta a rimettermi composta, purtroppo per me è davvero difficile rimanere concentrata sugli attori, guardo di sottecchi alla mia sinistra e ciò che vedo mi fa conficcare le unghie nella finta pelle della mia borsetta.

È guerra.

È guerra

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