capitolo 50 - Andrea

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Andrea

Continuo a fissare dall'alto della mia posizione questo bamboccio che continua a restare seduto comodamente su questa sedia imbottita di pelle nera, evidentemente non sono abbastanza minaccioso per lui e capirà che si sbaglia di grosso.
«Non credo proprio che la mia fidanzata sarà la tua modella.»
Sentenzio deciso a denti stretti per evitare di urlargli contro, ma la sua reazione è semplicemente uno sguardo di sufficienza, quindi per evitare che le mie mani finiscano su quella faccia, le metto in tasca.

Non immaginavo una proposta simile da parte sua nonostante fosse chiaro come il sole che fosse rimasto abbagliato dalla mia Chloe, non appena abbiamo varcato la porta di questa sala non le ha tolto gli occhi di dosso, spudoratamente aggiungerei.
Posso capirlo, di certo sarei ipocrita nel dire il contrario, lei riesce ad illuminare una stanza intera con il suo sorriso e la luce che emana con la sola presenza ti attira come se non potessi farne a meno, come un girasole che cerca il sole, io cerco lei.

Quindi posso capire questo fotografo da strapazzo, ma non me la porterà via e inoltre li conosco i tipi come lui, cercano di lusingare con il proprio lavoro le ragazze ma puntano ad approfittarsene.
Ha fatto male i suoi conti.

Aiden finalmente decide di prestarmi attenzione, nonostante lo faccia con sufficienza e aria abbastanza seccata, il ché mi irrita ancora di più.
«Non mi importa della tua fidanzata come credi tu, tranquillo, e poi, non dovrebbe decidere lei se è interessata o meno?»
Aggrotta la fronte con quelle grandi sopracciglia nere che si inclinano verso l'interno, il dito che tamburellava sul tavolo ora indica la donna seduta di fronte.
Mi viene quasi da ridere per queste sue parole, soprattutto le sue rassicurazioni, forse crede che sia uno sprovveduto.
«Posso assicurarti che non le interessano questo tipo di proposte.»

Fisso truce gli occhi chiarissimi del ragazzo davanti a me, poi il suo sguardo si sposta su Chloe.
« Non vuoi neanche provare qualche scatto? Sono bravo nel mio lavoro, prometto che ti farò sentire a tuo agio ma non ti forzerò, però...»

Tenta di convincerla e sembra affabile, ma è tutta scena, di certo non posso sopportare sotto i miei occhi questo approccio e lo interrompo.
«Ti ho già risposto io, dovrai cercare qualcun altra.»
Per un attimo ci fissiamo entrambi, il suo color ghiaccio viene quasi annientato dal mio verde cangiante, perché subito dopo Aiden cede le armi alzando le mani in segno di resa e abbassando lo sguardo. Evidentemente capisce l'antifona.

Soddisfatto, con un accenno di sorrisetto vittorioso, me ne vado verso la mia sedia, proprio accanto alla mia ragazza, ho giusto il tempo di sedermi e poggiare la schiena comodo, quando qualcosa cambia letteralmente tutto.
«Sarò la tua modella Aiden.»

Inizialmente non ho alcuna reazione perché quasi non mi rendo conto del senso delle parole che sento, il mio cervello, o il mio ego, devono elaborarle prima di capirle, ma quando ci riesco, mi volto di scatto verso destra.
Fisso Chloe sconcertato, ma lei neanche mi guarda, è troppo impegnata su quel fotografo da strapazzo, istintivamente metto una mano sulla sua gamba che toglie in malo modo facendomi innervosire.
Sto per aprire bocca quando John me lo impedisce intervenendo e iniziando a discutere degli ultimi dettagli, capisco che al momento l'unica cosa che io debba fare è tacere e starmene al mio posto, anche se vorrei uscire di corsa mollandoli tutti.

Ascolto poco dei vari dettagli del programma che organizzano, ma di sicuro sento bene il donnaiolo dare appuntamento domani mattina a Chloe qui in agenzia per andare insieme a vedere i posti prefissati.
La rabbia sale e la voglia di mandarla al diavolo è davvero troppo forte, la guardo mentre saluta cordialmente quell'idiota e il nostro cliente, cerco di mantenere le distanze e faccio solo un cenno col capo per salutare.
Non appena questi escono dalla sala riunioni John chiude la porta e nel voltarsi la sua faccia dice tutto, i suoi occhi sono su di me e so già cosa mi aspetta.
«Un comportamento del genere non voglio più vederlo, tieni per te la tua gelosia, perché qui esigo professionalità, soprattutto con i clienti.»
Il tono del mio capo è perentorio e il volto livido, in effetti non ho avuto un atteggiamento corretto dato il ruolo che rivesto, ne verso il cliente.
Ho pensato solo alle mie emozioni, a quel fotografo e non ho gestito al meglio la situazione, lo ammetto.
«Altrimenti non lavorerete più insieme e di sicuro rivedrò la mia decisione di fidarmi di te per i grossi clienti.»
Mi fissa deluso e non posso permettermi di fare passi indietro nel mio lavoro, lui sa bene quanto sia importante per me sottrarre clienti a mio padre, anche se crede che sia solo per una rivincita personale, invece mi serve per indebolirlo e farmi un nome, per poi attuare un'altra parte del mio piano di vendetta.

« Hai ragione, ti chiedo scusa, John, non accadrà più.»
Mi sento un vero idiota, ma la gelosia ha preso il sopravvento sulla ragione e sinceramente non mi era mai capitato.
Lui esce dalla sala con fare nervoso sbattendo la porta ma lo conosco bene, mi perdonerà per questa gaffe, soprattutto visto che non abbiamo perso il cliente.

« Devi dirmi qualcosa?»
Chloe richiama la mia attenzione e la trovo in piedi con le braccia incrociate sotto al seno, i suoi occhi, se possibile, sono ancora più scuri, ma non ne capisco il motivo, qui, l'unico ad essere incazzato sono io.

« Tu dovresti darmi delle spiegazioni, che significa che sarai la sua modella? Ti sei lasciata incantare da un'idiota qualunque, serve poco.»
Mi avvicino con foga nonostante tenga i toni bassi per non fare scenate qui, non posso permettermelo, ho già fatto incazzare John.

«Come ti permetti a decidere per me?»
Chloe inizia ad avanzare minacciosa e ostenta la sua ira a due centimetri dalla mia faccia.
«Mi hai chiesto cosa volessi fare? Cosa ne pensassi?»
Apro bocca per rispondere ma non me ne da modo.
« Tu hai deciso per me, risposto per me, preteso che mi stesse bene, e tutto questo davanti il capo e il cliente.»
Il dito della mia ragazza preme sulla mia spalla con forza più volte.
«Non farlo mai più, solo perché stiamo insieme non significa che accetti comportamenti simili.»

Vorrei dire qualcosa, ma si volta d'impeto facendo sbattere i suoi lunghi capelli sul mio viso lasciandomi nella sala riunioni.
Resto qui, solo, a ponderare le mie azioni, le frasi dette, ma credo che lei non avrebbe dovuto accettare.
Spingo la sedia con rabbia facendola sbattere all'altra per via delle rotelle, porto le mani sul tavolo chinandomi e a volto basso tento di regolare il respiro.
Questa ragazza mi farà uscire di senno, lo ha fatto dal primo giorno portandomi sull'orlo dell'esaurimento su quell'aereo, avrei dovuto immaginare subito che sarebbe stata una sfida continua.

Ma non mi tiro mai indietro davanti una sfida e di certo lei non farà la modella a quel cretino.

La vedo passare con il cappotto in mano, attraverso la porta a vetri, diretta verso gli ascensori, mi chiedo dove possa andare da sola, non ero al corrente di nessun appuntamento per pranzo, e di certo non finisce qui la nostra conversazione, ne con lei, ne con quel fotografo da strapazzo.

La vedo passare con il cappotto in mano, attraverso la porta a vetri, diretta verso gli ascensori, mi chiedo dove possa andare da sola, non ero al corrente di nessun appuntamento per pranzo, e di certo non finisce qui la nostra conversazione, ne c...

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