Capitolo 5

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POV NAOMI

Sono a Los Angeles da due settimane e ho già recuperato tutto il materiale degli scorsi anni.

Stranamente, oggi, io e Aaron siamo andati d'accordo, tranne qualche provocazione da parte di entrambi, ovviamente partite da lui che è sempre il solito stronzo provocatore sfrontato.

«Hai qualcosa da fare questo pomeriggio?» mi chiede Cloe, mentre io apro il mio armadietto per metterci dentro dei libri.

«Si, devo tenere d'occhio Jamie, il fratello di Jody.»

«Oh okay, comunque venerdì c'è una festa a casa di Jack, ti va di venirci insieme a me? Ti prego.» mi supplica, tirando in fuori il labbro inferiore, creando un'espressione triste.

Poso un dito sul mento e alzo gli occhi verso il soffitto, facendo finta di pensarci, anche se una risposta ce l'ho già. «Fammici pensare... si, va bene.» Ho sempre amato le feste per cui, si, ci vado, perché no?

Dopo questa risposta, Cloe saltella come un coniglietto impazzita e mi abbraccia subito dopo. Io sorrido a causa di questo gesto... se non ci fosse lei, non mi divertirei per niente.

Subito dopo sentiamo un tonfo e interrompiamo l'abbraccio, spaventate, mi giro e mi calmo quando noto che è solo Jennifer che ha sbattuto l'anta del mio armadietto. Aspetta, ha sbattuto l'anta del mio armadietto!?

«Perché siete così felici, chiquitas?»

«Cazzi nostri, Jennifer. Poi dopo aver visto la tua faccia guarda caso non lo sono più.» sbotto, ora nervosa.

Lei sorride soddisfatta e poi mi squadra. «Oh, che peccato. Non vedo l'ora di vederti alla festa, non mi sono dimenticata di quello che mi hai detto, ricordatelo.» dice, prima di girarsi e andarsene via dalla mia vista. Vuole la guerra? E allora guerra sia, mai provocarmi.

«Non dirmi che adesso non vieni più.» chiede Cloe triste, probabilmente, quando ha visto la mia faccia pensierosa, ha creduto che io non sarei più venta, ma non è così, anzi... «No anzi, voleva intimorirmi ma non ci è riuscita. Voleva provocarmi e ci è riuscita, adesso voglio più che mai andare a quella festa, voglio vedere di cos'è capace, perché io, sarò mille volte peggio.» dico con un ghigno malefico stampato in volto. «Vieni tu a casa mia. Alle 17.» dico poi.

Lei annuisce mentre ci avviamo in mensa, poi diventa pensierosa per un attimo, mi guarda con timore. «Ehm Naomi... dovrei chiederti una cosa...» entriamo in mensa e aspetto che continui a parlare. «Jody e io usciamo insieme sta sera, e io non so come vestirmi.»

Spalanco gli occhi alla sua confessione. «E me lo dici così?!» l'ho detto un po' ad alta voce, tanto che le persone davanti a noi si sono girate, guardandoci male.

«Si, magari non urlare...» mi avverte a bassa voce, con le guance leggermente rosse.

«Okay, e dove dovete andare?» domando, avanzando lentamente man mano che la fila diminuisce.

«Penso al cinema... in realtà mi ha detto che è una sorpresa, quindi non lo so.» scrolla le spalle.

Penso un po' a come potrebbe vestirsi e una volta trovato l'outfit ideale, glielo propongo. «Potresti metterti un vestito semplice nero e le converse, così ovunque ti porta, saresti comunque vestita per l'occasione.»

«È una buona idea, grazie.» sorride e lo stesso faccio io.

Prendiamo i vassoi, ci posizioniamo sopra il cibo e poi ci sediamo sopra la panca del tavolo rotondo dove sono già seduti Jody e gli altri. E io mi trovo al fianco di Aaron.

«Tutto a posto, Naomi? Ti vedo un po' strana.» domanda Jack.

Sorrido per tranquillizzarlo. «Si si, tutto a posto.»

Un cuore in due: Stelle Gemelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora