Capitolo 31

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POV NAOMI

Mancano un paio d' ore alla partita...per la precisione 12, si cavolo, so anche i minuti, sembro una psicopatica. Aaron mi ha invitata. O meglio, mi ha dato un ultimatum.

Ho raccontato tutto a Cloe, tutto quello che mi ha detto e quello che è successo e, secondo lei, dovrei parlargli e spiegargli tutto, ma non lo so. Anche Jack e Aria mi hanno dato lo stesso consiglio.

È già febbraio, e oggi è San Valentino....la gara.

Parteciperò anche io e subito dopo deciderò che fare...Ryan non si è più fatto vedere , neanche a scuola, ed è un sollievo.

Non mi sento più in ansia, non sono costantemente assillata da lui e i suoi sguardi da stronzo, perché è uno stronzo, un cavolo di stronzo. Come fa a minacciare così una persona...certo , anche io che ho accettato non sono meglio, ma come potevo non farlo, avrebbe fatto del male ad Aaron e io questo non lo voglio....

L'ultima volta che mi ha minacciata e io non l'ho ascoltato è successo d'avvero...anche con Samuel, ma Samuel non mi ha abbandonata.

«Ti giuro che, se mi rispondi un'altra volta in quel modo, non risponderò di me Naomi.» Ringhia Ryan, seduto sopra una sedia in camera mia.

Alzo un sopracciglio e accavallo le gambe tra loro, per poi iniziare a giocare con le mani, sentendomi a disagio. «Non ho fatto niente di male, Ryan.» dico a bassa voce.

I suoi occhi scattano nei miei all'improvviso, sussulto e per poco non salto in aria a causa del suo sguardo fulmineo. «Non hai fatto niente di male?» chiede sarcastico. «Mi hai dato dello stronzo, Naomi.»

Apro e chiudo la bocca, pensando se rispondere quello che ho in testa e lo faccio, anche se so che si arrabbierà. «Beh, lo sei stato.»

Si alza di scatto dalla sedia, venendo verso di me, il mio cuore scoppia nella cassa toracica per l'ansia, ho ansia e molta.

Arriva di fronte a me e si abbassa alla mia altezza, guardandomi con i suoi occhi neri, nel modo più minaccioso possibile. «Ripetilo se hai il coraggio.»

Deglutisco e indietreggio solo di un po', ora non sono più sicura di volerlo dire, però....però non posso stare zitta , è colpa sua.

«Che lo sei stato, Ryan. Mi hai trattata male, solo perché un ragazzo si è avvicinato a me per chiedermi delle informazioni.» affermo a bassa voce, l'ho detto più che altro in un sussurro.

Fa una smorfia incazzata con le labbra. «Si, perché hai fatto la troia come il tuo solito. Pensi che non mi sia accorto degli occhi dolci che facevi?»

Spalanco gli occhi e la bocca, mi arrabbio un po', alzandomi. «Io non ho fatto un bel niente, sei tu che ti fai paranoie, non volevo fargli gli occhi dolci, sono semplicemente educata e gentile.»

Dalle sue labbra esce uno sbuffo di risata e scuote la testa contrariato. «Ci hai provato.»

«No, non è vero, sei tu che ti fai paranoie, e questo non ti dava il diritto di trattarmi così e fare lo stronzo, mi hai dato della puttana e mi hai detto che sono una ragazzina del cazzo, Ryan. Mi hai detto che sono senza cervello.» ho gli occhi leggermente lucidi, a me non piace quando parlano così, non mi piace per niente.

«Beh, te lo sei meritato, e non sono paranoico, sei tu che sei così irritante...e poi hai rotto il cazzo...» si avvicina di nuovo a me e io passo lo sguardo dietro di lui, ho un po' di ansia, una sua mano circonda il mio collo. «Devi smetterla di darmi dello stronzo e fare la ragazzina insolente e testarda, ascoltami se non vuoi che il tuo amichetto ci rimetta.»

Un cuore in due: Stelle Gemelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora