Capitolo 51.2

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⚠️: Sconsiglio la lettura di questo capitolo a un pubblico debole di cuore, saranno presenti scene molto forti che molti non potrebbero reggere.




POV NATE

Entro dentro la sala da ballo dopo essermi fumato una sigaretta per smorzare l'agitazione. E cazzo lo ammetto, sono agitato da morire.

Ho una paura fottuta che possa accadere qualcosa a qualcuno... soprattutto a Aria.

Cerco nelle tasche dei pantaloni il telefono, aggrotto la fronte confuso quando non lo trovo.

Forse l'ho lasciato nella borsa di Aria?

Ma Aria non aveva una borsa.

Passo una mano in mezzo ai capelli e impreco mentalmente perché questa maschera di merda mi sta dando fastidio.

Cerco Aria tra le persone, per chiederle del telefono, ma non la trovo da nessuna parte, in realtà non vedo più un sacco di persone.

Alzo le spalle, saranno in giro per controllare Ryan, o che cazzo ne so io.

Mi avvicino a Jody e lui mi guarda di soppiatto, scolandosi un bicchiere di vino, segno che è agitato anche lui.

«Hai visto Aria?» domando, allentando il nodo della cravatta, sto iniziando a respirare con fatica.

Ho come una strana sensazione che mi fa bruciare le viscere, lo stomaco e i polmoni... non so cosa sia ma non mi piace e mi mette ansia.

È come un segno che mi indica che sta succedendo qualcosa che potrebbe non piacermi per niente.

È già successo tempo fa, quando mi sono procurato la cicatrice vicino all'addome. È successo a causa di un incidente d'auto.

Io e mio padre eravamo in macchina e un tizio ci è venuto addosso con la sua, era ubriaco. Non ricordo molto, so solo che la ferita mi faceva male.

E so solo che prima di quell'incidente, qualche minuto prima, ho provato le stesse sensazioni di adesso, e non mi piacciono cazzo, le odio.

Ho paura.

«Da quel che ho capito è andata in bagno. Cloe l'ha seguita per accertarsi che non succeda niente.» mi avverte Jody, tirandomi una pacca sulla spalla.

Scuoto la testa e sospiro, poi mi tocco il polso dove dovrebbe esserci il braccialetto che mi ha regalato Aria, ma non lo trovo...

Io non lo perdo mai.

Guardo a terra cercando di vedere se mi è caduto, faccio un passo avanti e traballo quando qualcuno mi viene addosso.

Riprendo equilibrio e guardo Rebecca che mi fissa in modo strano. Quanto mi sta sul cazzo questa.

Sorride e mi allunga la mano con dentro il mio telefono, alzo un sopracciglio e lo prendo, lei invece se ne va via subito, a gambe levate.

Sospiro e porto l'attenzione sul telefono che è spento, lo accendo aspettando che il logo della Apple appaia e una volta fatto passa qualche secondo prima che si accenda del tutto il telefono.

Non ho neanche il tempo di inserire il codice che arriva una chiamata. Aggrotto la fronte fissando il nome di Cloe, lo mostro a Jody che, preoccupato, mi incita a rispondere.

Accetto la chiamata e esco dalla sala da ballo con Jody, salendo al piano di sopra. Non ho neanche il tempo di proferire parole, Cloe parte in quarta.

«Nate! Aria sta male vieni qui, ora!» singhiozza e urla dietro al telefono.

A quelle parole guardo sul telefono la posizione di Cloe, per fortuna che ha il localizzatore attivo. «Come sta male?» inizio a corre e preoccuparmi.

E lo faccio ancora di più quando sento che piange più forte. «Sta morendo, sta morendo.»

Un cuore in due: Stelle Gemelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora