Capitolo 30

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                                   POV NAOMI

Sono già passate due settimane da quello che è successo a casa mia. Da quando Aaron ha capito che non avrei più voluto niente sul serio.

Mi sento male, questo si, ma è stata una mia decisione, purtroppo l'ho fatto ma è stato necessario, solo che non lo fa, non mi parla comunque.

Aaron non mi parla, non vuole.

Devo dire la verità, stavo per non fermarlo, non l'avrei fatto, ma le parole di Ryan mi rimbombavano in testa.

Ero entrata nel nostro mondo, quando il suo petto ha aderito al mio e i suoi occhi azzurri e blu sono sprofondato nei miei, quando le sue labbra morbide hanno toccato le mie, sono andata. Non vedevo più niente, c'eravamo solo noi due e io, non lo avrei fermato.

Ma purtroppo, o forse meglio, non è stato così.

Non ho più provato a rifare quello che ho fatto la sera, a usare le lamette, la tentazione c'è stata ma mi sono sempre fermata, Jack era lì.

Ma adesso invece, non mangio quasi più e papà l'ha notato, infatti è preoccupato, mi ha chiesto anche di Aaron e io mi sono limitata a dire solo che stava bene, oltre che arrabbiarmi, certo non con lui, non ero arrabbiata con papà, ma con me, e quella domanda ha alimentato la mia rabbia e il mio malumore.

Aaron invece, sembra stare bene. O almeno penso. A scuola lo vedo sempre con una tipa diversa, per quelle volte che lo vedo. Anche perché, non lo vedo più così spesso, la maggior parte delle volte sono io a voler cambiare posto dove mangiare. E lo faccio.

Quando ci vediamo però, non facciamo altro che guardarci, io non riesco a non farlo, lui mi guarda e io lo guardo per un po', poi però, cambio obbiettivo.

È difficile non guardarlo, ma mi impongo di non farlo, non posso farlo, perché mi sento ancora più in lotta con me stessa, perché c'è una parte di me che mi urla di dirlo, e l'altra invece, mi dice di stare ferma, e io ascolto quella parte.

Non posso vedere, non voglio vederlo ferito a causa mia, non succederà.

Mi fa male vederlo con altre ragazze, mi ferisce molto, è come se ogni volta un pugnale si infilzasse ancora di più dritto nel mio cuore, facendolo sanguinare più di prima. Ma per evitare di andare lì da lui, mi immagino vari scenari, di lui, picchiato da Ryan, per cui mi spingo ancora di più a non fare niente, non voglio che gli succeda qualcosa.

Cloe non è d'accordo e gli altri non capiscono niente di tutta questa situazione, -se non Jack e Aria-
sanno che ci siamo lasciati si, ma non pensavano sarebbe successo.

Se parlo, adesso parlo solo con monosillabi. Non riesco più a comunicare o parlare con qualcuno, mi sono chiusa, l'unico con qui parlo è Jack, che la maggior parte delle volte, dorme insieme a me.

Ryan continua a guardarmi da lontano, con la sua faccia da schiaffi, è soddisfatto di vedermi così. Lo capisco dal ghigno malefico che ha ogni volta in faccia, la sua espressione parla per lui.

Non si sta avvicinando a nessuno dei miei amici, questo è l'importante. E neanche ad Aaron, almeno, ha rispettato e non ha infranto, la promessa che mi ha fatto, questa, è l'unica osa positiva che mi fa andare avanti.

Ora siamo in mesa e, come le ultime due settimane, io sto giocando con il cibo, Aaron è di fronte a me, con una ragazza seduta sulle sue gambe e Cloe continua a guardare me e lui.

Fa alternanza, prima passa gli occhi su di lui, poi su di me, poi su di lui, poi su di me, probabilmente vuole vedere una nostra qualsiasi reazione.

Non è per niente d'accordo per quello che ho fatto, ma non mi interessa. Ryan ha rispettato quello che ha detto, solo questo è l'importante.

Un cuore in due: Stelle Gemelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora