Capitolo 8

25.8K 576 379
                                    







POV AARON

Mi sveglio, mantenendo gli occhi chiusi.

Ho la faccia sepolta tra dei capelli morbidi, profumati di cocco e di vaniglia, e questo odore mi fa capire che non è stato solo un sogno, quello che è accaduto ieri sera tra me e Naomi.

Ho assaggiato il suo sapore e Dio vorrei rifarlo altre volte. All'infinito se fosse possibile.

Ma la cosa che mi soddisfa maggiormente è che si è fidata di me, mi ha lasciato toccarla, si è fidata a tal punto da farsi toccare da me dopo anni in cui nessuno lo aveva fatto.

E quando mi ha abbracciato... è stato strano e piacevole, mi sono sentito protetto quasi.

Inoltre, ho capito perché reagisce male alcune volte, quando siamo troppo vicini.

Non si fida praticamente di nessuno, l'hanno stuprata. Le hanno fatto del male e saperlo mi fa imbestialire, non so come ho fatto a mantenere la calma quando l'ho scoperto. Avrei solo voluto alzarmi e spaccare qualcosa.

Non me lo ha detto apertamente ma l'ho compreso da solo, soprattutto grazie ai suoi gesti. Ho iniziato a sospettarlo grazie alle volte in cui spalancava gli occhi di colpo, o che si allontanava da me come se fosse spaventata, soprattutto all'inizio quando ancora non ci conoscevamo.

Di solito però, non succede quasi mai con me, raramente sembra spaventata, ma comunque, quelle poche volte che è successo, ho sospettato qualcosa. Sospetto che si è reso reale quando mi ha confessato che l'argomento della verginità non è un argomento che le piace affrontare.

Non so perché, la conosco da poco, ma qualcosa dentro di me si è acceso non appena ho capito che cosa le è successo e io giuro che spaccherò la faccia a chiunque tenti di nuovo di farle del male, o se mai dovessi incontrare chi gliel'ha fatto in passato, chi ha osato toccarla senza un consenso.

Tengo veramente a poche persone e lei è tra queste.

Stringo il suo corpo esile contro al mio, respirando più a fondo il suo profumo dolce.

Il mio telefono squilla a causa di un messaggio, sbuffo piano e prendo in mano il telefono, leggendo il messaggio da parte di mio padre.


Alexander:

Oggi pomeriggio devi venire a una riunione, dopo allenamento, è importante.


Si caro papà, quando mai il lavoro non è importante?

Si è sempre immerso in quello da quando è morta mamma. Sempre e solo in quello. Ha nascosto il suo dolore nel lavoro e continua a farlo. Io invece non ho proprio fatto niente, cerco di diminuirlo con la Boxe, le moto, il sesso e il basket. Ma non riesco mai a togliere del tutto il dolore causato dalla mancanza di mamma.

Succede solo poche volte e quelle poche volte sono con lei... sono davvero fottuto. Diamine se lo sono.

Scuoto la testa e sbuffo leggermente per poi staccarmi con fatica da Naomi e alzarmi in piedi.

Devo tornare a casa prima di andare a scuola.

La guardo dormire, e penso che sarei veramente uno stronzo se non le lasciassi almeno un bigliettino.

Cerco qualcosa intorno a me, finché non trovo dei post-it bianchi sulla scrivania e un porta penne, da dove sfilo una penna blu.

Prendo il blocco di post-it e sopra il primo scrivo:


-Ci vediamo dopo a scuola, Stellina.-


Strappo il post-it dal blocco e lo attacco sullo schermo del suo telefono. La guardo un'ultima volta e sorrido.

Un cuore in due: Stelle Gemelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora