Mia madre è appena andata via, scortata dal preside.
Cammino lungo i corridoi della Grand Chilton con un paio di libri stretti al petto.
I soffitti sono altissimi e dalle finestre noto il cielo pieno di nuvole grigie, segno che pioverà a breve.
I grandi dipinti a olio dalle cornici dorate attirano la mia curiosità. Mi fermo a fissarne uno che ritrae un paesaggio al tramonto, probabilmente la stessa città di Ladby molti anni prima, nell'Ottocento. Questa scuola sembra più un museo, mi ritrovo a pensare.
La campanella suona di nuovo, ricordandomi che devo dirigermi verso la classe di trigonometria del professor Ensley. Continuo a ricontrollare il foglio con gli orari provvisori che il preside mi ha assegnato sperando che questa cosa mi calmi. Purtroppo il metodo sembra non voler funzionare. Vorrei tanto che Alina fosse qui, per poterla abbracciare e raccontarle tutto. Un gruppo di studenti cammina dietro di me e io aumento l'andatura, cercando in automatico di evitarli.
Il fatto è che non riesco a concentrarmi. La visione di quel ragazzo e il ricordo del sogno fatto ieri notte mi tormentano.
Come è potuto succedere?
Continuo a ripetermi che è stata una coincidenza, che probabilmente i due volti si somigliano molto e questo ha creato un'enorme confusione nella mia testa. L'agitazione del ritrovarmi a essere per l'ennesima volta la "ragazza nuova" può avermi giocato un brutto scherzo, e questa sembra essere la soluzione più ovvia. Sono solo agitata, tutto qui.
Non posso permettermi di credere che quel sogno sia stato più reale di così.
Sospiro.
Rallento la mia andatura, spostandomi verso il bordo del corridoio. Un gruppo di ragazzi mi supera. I loro passi rimbombano, creando un'eco all'interno del corridoio che percorriamo. Con molta probabilità, sono anch'essi diretti verso la lezione di trigonometria. Mi concedo una rapida occhiata nella loro direzione.
È un gruppo di tre ragazzi e due ragazze. Sono molto silenziosi, ma dal modo che hanno di camminare l'uno accanto all'altro, sembrano essere particolarmente affiatati. Pur indossando la stessa divisa, il loro modo di portarla è molto più aggraziato del mio, probabilmente perché di diverse taglie in meno della mia. Sono tutti almeno dieci centimetri più alti di me e hanno un portamento superbo. Elegante.
Una ragazza si accorge di me. Ha i capelli rosso fuoco raccolti in una coda alta, con un paio di ciocche libere a incorniciarle il volto. Il naso alla francese e gli occhi piccoli e a mandorla le conferiscono una bellezza particolare.
Distolgo immediatamente lo sguardo, ma è troppo tardi. Mi hanno notata.
Il gruppo si ferma davanti a una porta in legno scorrevole. La targhetta accanto recita: Prof. David Ensley. Esattamente come avevo immaginato, sono i miei compagni di classe.
«Bene bene, la famosa Nina Harper» mormora la ragazza dai capelli rossi.
Ha le braccia incrociate. Il suo tono sprezzante e lo sguardo enigmatico degli altri m'intimoriscono. Deglutisco, concentrandomi sulla targhetta sulla porta.
«Vedo che la mia fama mi precede» rispondo, abbozzando un mezzo sorriso.
«Solo quella di tua madre... chissà se te la meriti davvero».
Gli studi di mia madre e del suo team sono molto conosciuti e apprezzati in tutti gli ambienti accademici. Anche quello, a quanto pare.
Mi stringo nelle spalle.
La ragazza dai capelli color del fuoco si avvicina ancora di più. Con un movimento rapido, quasi impercettibile, allunga una mano verso il nastro che ho fra i capelli, sciogliendo il fiocco e tirandolo via. Sento il resto dei miei capelli scivolare lungo i lati e sfiorarmi il collo.
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Dark Academy - L'accademia oscura
ParanormalI sogni hanno la capacità di mostrare la parte più profonda e celata dell'essere. Nella dimensione onirica le nostre difese psichiche cedono, e scopriamo una parte di noi stessi che ignoriamo. Ma cosa succede se quel mondo astratto si dimostra più c...