La sera è diventata il momento preferito della mia giornata qui a Ladby.
Le sfumature di luce rossa del tramonto filtrano attraverso i rami degli abeti che delimitano il confine con la foresta, sul versante settentrionale della città.
Mia madre è ancora in laboratorio. Ha lasciato un post-it sul frigorifero con un messaggio che mi invita a riscaldare gli avanzi del giorno prima, una pizza ai funghi che non abbiamo avuto il tempo di finire, tanto eravamo prese dall'episodio del suo drama coreano preferito. È strano non sentire la sua voce che mi racconta delle ultime novità al lavoro e del piano da attuare per recuperare l'interesse di Mark.
Una parte di me però è felice di essere da sola. Quello che è successo con Julian e l'incontro con Elliot hanno avuto la forza di cambiare il mio umore in peggio. Mastico piano il pezzo di pizza, seduta sullo sgabello dell'isola in cucina. Il mio sguardo è vuoto, perso lungo la linea scura degli alberi e nella fioca luce blu che ancora illumina il cielo. Guardo il telefono accanto a me: dovrei chiamare Alina, sono ormai due giorni che evito i suoi messaggi e so che la mia amica me la farà pagare per questo silenzio. Ma non faccio niente di tutto quello che la mia mente mi dice di compiere.
Dopo un paio di bocconi che mi scottano la lingua, realizzo di aver lasciato la cena in microonde per troppo tempo. Non ho nemmeno tanta fame. Lo stomaco è chiuso dal nervoso. Perché io ed Elliot non riusciamo mai a comunicare se non tramite Onis? Perché nella realtà è tutto dieci volte più complicato?
Abbandono la pizza nel piatto e salgo in fretta le scale che mi portano alla mia stanza. Mi getto sul letto e inspiro l'odore delle coperte. Qui dovrei essere al sicuro, eppure la frustrazione non vuole darmi tregua. Il mio sguardo si perde lungo le cime degli alberi che si agitano sull'orizzonte. La luce che penetra dalla porta finestra è sempre più fioca e tende ai toni del blu e del grigio. Il paesaggio fuori è calmo, sempre uguale a sé stesso.
Dentro di me invece c'è una tempesta. Non posso accettare di farmi trattare così. Non da Elliot, non adesso che ho bisogno di potermi fidare di lui. Sposto l'attenzione sulle candele bianche profumate che mia madre ha comprato al mercatino delle pulci del sabato, qui a Ladby. Non so perché abbia deciso che la mensola sopra la mia scrivania sia il posto adatto a loro. A guardarle meglio, mi viene in mente la prova di controllo dei poteri che mi ha mostrato Lucilla in palestra. Con un movimento pigro abbandono il letto, mettendomi sulla punta dei piedi per raggiungerle. Una dopo l'altra, le afferro per poi disporle in cerchio per terra.
Mi sento una stupida che imita una scena della serie TV The Vampire Diaries. Se Lucilla mi vedesse adesso, nella migliore delle ipotesi scoppierebbe a ridere. Non voglio nemmeno pensare a quale sia la peggiore.
Nel cassetto del comodino trovo la scatola di fiammiferi. È sempre lì, da quando la paura del buio si è instillata in me da piccola. Non ho mai avuto bisogno di accenderne uno qui, eppure il posto che ho visitato nei miei sogni dovrebbe terrorizzarmi.
Onis.
Voglio provare a raggiungerlo senza dormire. Avvicino il fiammifero su ogni candela e quando la luce soffusa delle diverse fiamme mi avvolge, mi siedo a gambe incrociate al centro. Chiudo gli occhi e porto entrambe le mani sulle ginocchia. Lascio che il respiro rallenti, voglio che il potere si riattivi. Per un lungo minuto non succede nulla. Sbircio per un attimo la ferita al braccio, non ho il coraggio di fissarla a lungo, ma forse dovrei.
Ho deciso, lo faccio.
L'orrore che si sprigiona guardando i lembi di un abisso così doloroso proprio sulla mia pelle mi dà il voltastomaco. Ma la rabbia è troppa, devo insistere.
Devo perdere il controllo e poi riacquistarlo subito dopo.
Lo sfarfallio delle piccole fiamme disposte attorno a me si mischia alla sensazione di formicolio al braccio. Non ho più bisogno di guardarlo, adesso. Le luci della camera si accendono e spengono alla stessa frequenza impazzita, segno inequivocabile che sono vicina alla meta.
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Dark Academy - L'accademia oscura
FantastiqueI sogni hanno la capacità di mostrare la parte più profonda e celata dell'essere. Nella dimensione onirica le nostre difese psichiche cedono, e scopriamo una parte di noi stessi che ignoriamo. Ma cosa succede se quel mondo astratto si dimostra più c...