La porta della camera di Julian si chiude alle mie spalle.
Anche la stanza è immersa nella penombra e il mio sguardo viene subito catturato dalla finestra in fondo, che ha un rivestimento in legno scuro ed è aperta su tre lati. Non ho mai visto finestre così eleganti e maestose prima d'ora. Le foglie rosse dell'acero strisciano contro il vetro. Il letto si trova proprio sotto il davanzale e il fascio di luce illumina le coperte bianche e riposte in modo disordinato, segno che probabilmente Julian è stato lì disteso fino a qualche momento fa.
La scrivania accanto al letto è dello stesso legno della finestra e diverse mensole ricolme di libri campeggiano attorno al mobilio. La stanza è piccola e potrebbe forse scatenare un leggero senso di claustrofobia, ma la vista dei libri è in grado di calmarmi quasi subito.
Scorgo diverse copertine familiari e senza quasi rendermene conto mi ritrovo in punta di piedi per leggere qualche titolo interessante. Trovo il Maestro e Margherita di Bulgakov, Guerra e Pace di Tolstoj e La Repubblica di Platone.
«Trovato qualcosa di interessante?» mi chiede con voce pigra.
«Dimmelo tu» lo provoco, riservandogli un'occhiata torva per rimarcare il concetto.
Stai alla larga dai miei pensieri, aggiungo per essere ancora più insistente.
Un sorriso beffardo si fa strada sul suo volto mentre si siede sul letto e mi indica la sedia in pelle davanti la scrivania.
«A te il posto d'onore, Harper».
Mi siedo senza dire nulla e apro la borsa che ho con me per estrarre il libro di Goethe che dovremo leggere insieme. Julian tira fuori la sua copia da sotto il cuscino e inizia a sfogliarla in modo distratto. La luce rossa del sole al tramonto filtra attraverso i rami dell'albero dall'altro lato del vetro, creando una danza di luci e ombre che si riflette sulla sua maglietta bianca. Alcuni suoi particolari sono così perfetti che è impossibile staccare gli occhi. La linea delle spalle larghe, le braccia affusolate e i muscoli appena accennati, le dita lunghe delle mani.
Julian interrompe la lettura per lanciarmi un'occhiata a metà fra il divertito e il malizioso.
«Hai già letto il romanzo?», mi chiede.
«Due volte», replico un po' indispettita dal fatto che dal suo tono di voce lui sembri proprio dubitare di ciò.
L'ultima rilettura è avvenuta ieri notte nel mio letto, togliendomi parecchie ore di sonno e regalandomi un paio di profonde occhiaie che non ho nemmeno avuto la forza di provare a eliminare con del correttore.
«Allora... iniziamo?» mi chiede.
Io annuisco, ma quando abbasso lo sguardo nelle prime pagine del romanzo "I dolori del giovane Werther", la mia mente non riesce a non staccarsi da un pensiero fisso.
Come hai fatto a entrare in Onis, Julian?
Il ragazzo si blocca per qualche secondo, con una pagina del libro sospesa in bilico fra quelle da sfogliare.
«Scusa, non volevo... come ti ho già detto, ti pregherei di non origliare» dico subito, agitando una mano verso di lui.
«Non posso, Nina... È troppo divertente ascoltarti».
Le sue parole sono dirette e dal suo tono di voce non traspare alcuna emozione. Julian è serissimo anche se quello che ha detto è destinato a strapparmi un sorriso. Sento le guance andare in fiamme e scoppio in una risata nervosa.
«Mi fa piacere che tu ti diverta, ma alcuni pensieri sono davvero incontrollabili per me, e non voglio che tu li ascolti», dico tornando di colpo seria.
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Dark Academy - L'accademia oscura
ParanormalI sogni hanno la capacità di mostrare la parte più profonda e celata dell'essere. Nella dimensione onirica le nostre difese psichiche cedono, e scopriamo una parte di noi stessi che ignoriamo. Ma cosa succede se quel mondo astratto si dimostra più c...