Capitolo 60 - Non ho paura di morire

296 31 181
                                    


Il petto di Evie è scosso dai colpi di tosse.

È piegata sulle ginocchia e i lunghi capelli le coprono il volto, ma è facile intuire la sua difficoltà. Onis non è un posto accogliente, soprattutto la prima volta.

"Bambi avrebbe potuto avvisarmi. Questa me la paga. Oppure è difficile solo per me? Ricomponiti, non farti vedere così debole, fai così pena".

Il pensiero è un rigurgito di rabbia e mi coglie alla sprovvista. Sento la sua voce intrisa di panico quasi urlare nella mia testa. È diventata una Shinri, sono stata io a trasformarla e ora il mio potere vince sul suo, costringendomi ad ascoltare i suoi pensieri. Mi viene da vomitare.

"È stata lei a chiedertelo".

La voce di Elliot dentro di me è in grado di bloccare il conato incontrollabile che arriva, insieme alla consapevolezza di averla trascinata con me in tutta questa instabilità.

"È successo anche a te?" chiedo, lasciando che il suo potere scavi dentro e raggiunga il ricordo della sua mano che ha segnato per sempre la mia pelle.

"Peggio, molto peggio di così", risponde.

In una sola frazione di secondo il dolore mi avvolge. Rivedo i miei occhi spalancati nei suoi e pieni di paura, poi la fuga di Elliot verso la sua casa; ma non è davvero villa Black, solo la versione sbiadita e senza vita dentro Onis. Elliot preme la faccia contro il cuscino del suo letto e urla. Lo fa così tanto che anche il pallore tipico della sua carnagione lo ha abbandonato per lasciare il posto al rossore. Questo è il suo posto sicuro. Questa è la sua prigione.

«Che cosa è successo? Dove sono Lucilla e Julian?».

La domanda di Evie si perde nel vuoto. Mi guardo intorno, l'aria è densa, difficile da respirare. Sento l'affanno aumentare mentre lo sguardo si perde lungo l'orizzonte. La nebbia intorno è colorata di verde, la stessa sfumatura che ho intravisto durante il rituale.

«Non sono qui, il loro potere non è sufficiente» tento di spiegarle, ma Evie è troppo presa dalla mancanza di ossigeno per ascoltarmi.

Un po' me l'aspettavo di ritrovarmi qui: è il labirinto costruito per onorare Omega ma non è più la realtà. Onis ci ha accolti da svegli e il passaggio è stato ancora più traumatico.

«Inspira con il naso, così sarà più facile» sussurra Elliot, dopo essersi piegato verso Evie. La ragazza spalanca gli occhi ed è come se lo guardasse davvero per la prima volta.

"Nina l'ha chiamato Elliot. È quell'Elliot Black? Perché non ho mai sospettato di lui? Un'altra famiglia fondatrice, Shinri come noi. Zio Eric mi ha parlato di suo padre, è molto potente, ma è sparito dalla circolazione dalla prima frattura. È schivo, proprio come lui".

«Andiamo» riprende il ragazzo, «forse so dove si trovano i tuoi».

Chissà se anche Elliot è in grado di captare i pensieri di Evie. Lo guardo dirigersi verso l'interno del labirinto con passi molto sicuri, nonostante l'assenza delle candele. Evie compie il primo movimento ma l'equilibrio precario la costringe a stendere entrambe le braccia in avanti e a sbattere le palpebre più volte. È spaventata.

«Ti abituerai» la rassicuro, tendendole una mano.

"Bambi?".

La mente di Evie sembra andare in cortocircuito. Lo sguardo vuoto, investito solo dalla paura più totalizzante, si sposta sulla mia offerta di pace.

"L'ho promesso a Julian, non ti farò del male".

Vedo il mio potere, è una scia che l'attraversa per recapitare il mio pensiero. L'espressione del suo volto cambia in modo repentino, si fa più cupa, consapevole. È l'effetto collaterale, uno dei tanti, che deve accettare per poter rivedere i suoi genitori.

Dark Academy - L'accademia oscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora