Capitolo 58 - Il labirinto

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Nonostante l'entrata del labirinto abbia tutto l'aspetto di essere un luogo abbandonato, il suo interno è molto diverso.

Il sentiero che percorriamo in silenzio sembra curato e l'odore dell'erba appena tagliata invade le mie narici. Ogni bivio è segnalato da una candela accesa e in gran parte sciolta, segno che Lucilla ed Evie le abbiano accese già diverse ore prima. Qualcuna si è spenta a caso, ma la cera al suo interno è ancora calda e si incolla alla punta delle dita.

Il potere è più instabile che mai adesso che è la rabbia a condurre le mie azioni. Con la candela in mano supero il bivio e continuo a camminare verso il centro del labirinto. Sento la voce di Evie borbottare qualcosa, non sono in grado di capire che cosa stia dicendo ma questo basta a farmi aumentare il passo. Sento una forza incontrollata montare e opprimermi il petto. Devo liberarmene il prima possibile, prima che il potere diventi più forte della mia volontà.

Supero l'ultimo gruppo di candele ancora accese lungo la siepe e finalmente intravedo il centro del labirinto. Un piccolo altare in pietra è costruito su una base circolare dello stesso materiale. Evie è seduta sul gradino che la differenza di altezza fra il terreno e la pietra ha creato. Indossa un lungo vestito bordeaux dallo strascico nero e ha legato i capelli in una treccia che scende sulla sua spalla destra e che ora rigira tra l'indice e il medio. Tutto lo spazio attorno è circondato da candele bianche di diverse grandezze. Sull'altare sono posizionati molti fiori scuri insieme a melograni e una moltitudine di zucche, un'abbondanza di odori e colori che rendono questo angolo ancora più oscuro. Lo sfavillio delle candele crea un gioco di riverberi lungo la siepe che ci circonda, un'energia arcana sembra essersi impossessata di questo posto.

Lucilla è in piedi, accanto al ripiano in pietra. Ha in mano un piccolo braciere acceso che posiziona al centro di esso. Indossa un abito blu scuro che fascia la corporatura minuta. Dietro l'altare, alle sue spalle, c'è una fontana gotica in parte ricoperta da un sottile strato di muschio verde.

Il rumore dei nostri passi cattura l'attenzione delle due ragazze. Il viso di Evie è contratto mentre rivolge un'occhiata ansiosa al fratello dietro di me. Lo sguardo di Lucilla saetta rapido verso Elliot, sembra confusa dalla sua presenza. Aggrotta la fronte, mentre cerca di mettere insieme i pezzi del puzzle che ha davanti a sé.

«Ciao, Hans» mormora lui.

La ragazza sbatte gli occhi più volte, incredula.

«Elliot?» la sua voce scettica è ridotta a un bisbiglio.

Sento i miei occhi riempirsi di lacrime e nel momento in cui Lucilla mi guarda per la prima volta, esplodo.

«Non mentire. Sapevi già tutto, ammettilo» la voce prorompe in un grido sgraziato. Cammino verso l'altare e sollevo il braccio carico di potere contro di lei. Lucilla indietreggia di qualche passo, incredula.

«Nina, il tuo braccio sta sanguinando» sussurra, mentre anche i suoi occhi si fanno lucidi. La guardo, sta cercando di mantenere il controllo, ma ha paura di me. Il ricordo dell'incidente in biblioteca è ancora vivo dentro di lei.

«Rispondi alla mia domanda: sapevi di tuo fratello?».

Le mie parole rimangono sospese nell'aria, per un attimo è come se il tempo si sia fermato.

«Leonard? Io non... non so di che parli» la ragazza piega la testa di lato, sul suo volto un'espressione a metà fra lo smarrito e il colpevole.

«Che cosa c'entra ora suo fratello? E chi è questo Edward mani di forbice? Ti avevo detto di mantenere il segreto!» sbotta con livore Evie dopo essersi sollevata in piedi.

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