Le sette di sera arrivano in un batter d'occhio.
Io e Julian abbiamo deciso di non toccare più l'argomento Onis, almeno per oggi.
Il fatto che non abbiamo ancora un piano per il progetto di letteratura la dice lunga sulla probabilità con cui riusciremo a finire il lavoro in tempo per la consegna. Ci siamo scambiati il numero di telefono con la promessa di aggiornarci sullo studio dell'opera, ma non credo che faremo molti progressi. A essere sincera, nemmeno credo che ci scriveremo per questo motivo.
Lascio la villa della famiglia Moss e mi sento di colpo più leggera. Posso finalmente pensare tutto quello che mi pare senza la costante pressione del potere di Julian. Smorzo un breve sorriso che compare sulla mia bocca proprio nell'istante in cui decido di modificare il nome salvato da Julian a faccia d'angelo (spocchiosa).
Ripongo il telefono nella tasca e corro verso la fermata dell'autobus appena in tempo per l'ultima corsa della sera. Dopo il tramonto Ladby diventa più cupa. Le luci dei lampioni non sono abbastanza forti da illuminare le strade, così tutto è immerso in una penombra inquietante. Il vento agita le foglie secche, spostandole dall'asfalto contro il finestrino dal quale osservo il paesaggio.
La mia mente è finalmente libera, e viaggia proprio verso le ultime informazioni che ha acquisito. La confraternita Omega, quindi, è dove tutto è nato. È dove Onis è stata scoperta, dove la frattura ha avuto origine. Le parole di Julian bruciano più di quanto la mia stessa ferita potrebbe mai fare. Sono stata io a creare una seconda frattura, e questo potrebbe anche uccidermi.
Fantastico, Nina.
L'ironia affilata che la mia mente riesce a sfiorare con questi pensieri è incontrollabile, e dovrei lasciare solo spazio alla rabbia e alla disperazione. Invece non faccio che trattenere una risata isterica, mentre guardo le case di mattoni rossi scorrere dal finestrino del bus. Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?
Forse è arrivato il momento di pagare il conto salato di una vita passata. Oppure, semplicemente, non sarei mai dovuta venire qui.
Un po' l'ho sentito quel brivido dietro la nuca, un'insicurezza non ben definita che ha fatto capolino il giorno in cui mia madre ha ricevuto la lettera di convocazione per Ladby. Avrei dovuto ascoltarlo.
Invece no, sono stata la solita ostinata e sorda Nina.
Riprendo il cellulare dalla tasca della giacca nel momento in cui l'autobus si accinge a compiere una curva ad alta velocità. Nello stesso istante succedono diverse cose, ed è come vederle tutte a rallentatore: il veicolo su cui mi trovo sbanda ed esce fuori strada, l'autista al volante impreca ad alta voce qualcosa con un accento così forte da non lasciarmi nessuna possibilità di comprensione. Infine, a causa del forte slittamento, il mio telefono scivola dalle mie mani, finendo per terra e dall'altra parte dell'abitacolo.
Chiudo gli occhi, sento che stiamo per scontrarci con qualcosa e il mio corpo si prepara all'urto.
La scarica di adrenalina mi regala una lista melodrammatica di momenti che non ho mai vissuto.
Non ho mai dato il primo bacio.
Non ho mai visitato il Grand Canyon.
Non ho mai conosciuto mio padre.
Troppi rimpianti, troppe cose che andranno perse nell'etere. Non vedrò mai sedici candeline sulla torta di compleanno, non rivedrò mai più Alina.
Non avrò mai più parole di conforto per mia madre, non la vedrò stringere il premio Nobel fra le mani.
Tutto questo dovrebbe esplodermi in petto ma una pace mistica mi travolge, come un'iniezione di morfina.
Va bene così, Nina.
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Dark Academy - L'accademia oscura
ParanormalI sogni hanno la capacità di mostrare la parte più profonda e celata dell'essere. Nella dimensione onirica le nostre difese psichiche cedono, e scopriamo una parte di noi stessi che ignoriamo. Ma cosa succede se quel mondo astratto si dimostra più c...