«Tesoro, sei tu?».
La voce di mia madre è scossa dai singhiozzi.
Sono appena rientrata in casa e corro in soggiorno da lei. La ritrovo seduta sul divano, avvolta dalle coperte e di fronte al televisore. In mano ha un box bianco da takeaway cinese e sul tavolino di fronte ce n'è un altro ancora chiuso.
«Mamma?!».
La mia domanda suona più come un rimprovero. È davvero inusuale trovarla a guardare qualcosa in TV.
«Oddio, scusa, ti starò spaventando... ho solo scoperto i drama coreani e, diamine, questa storia è davvero straziante», commenta lei.
No, dopo quello che è successo oggi non c'è niente che possa spaventarmi, figuriamoci i drama coreani.
Mia madre legge l'espressione del mio volto e si asciuga in fretta le lacrime.
«Ehi, tutto bene? Non hai una bella cera».
Lascio andare lo zaino per terra e vado a sedermi accanto a lei. Sono sollevata del fatto che la Grand Chilton non l'abbia contattata per dirle dell'accaduto. Lo farò io, domani mattina e a mente lucida, così da trovare una scusa plausibile al motivo che ci ha spediti tutti in ospedale.
«Ho perso tutta la prima settimana di orientamento e per questo la professoressa Lewis mi ha assegnato la gestione della biblioteca».
«Ma è fantastico! Tu ami leggere, no?».
«In un certo senso sì, ma... devo collaborare con due compagne di scuola e loro non sono molto contente di questo».
«Tieni» lei mi allunga il secondo pacchetto di takeaway e l'odore di riso alla cantonese mi avvolge, «vedrai che conoscendoti si ricrederanno... ne sono sicura».
Sorrido, ma una sensazione di malessere si fa largo dentro di me.
«Come va il braccio?» mi chiede mia madre, dopo aver portato una generosa porzione di riso alla bocca. Lei non sa che ha appena vinto il premio "domanda da un milione di sterline".
«Come sempre. Il dolore va e viene, credo che dovrò abituarmi al fatto che questa possa essere una condizione cronica».
Mia madre serra le labbra in un'espressione contrariata.
«Assolutamente no. Ho prenotato un appuntamento da uno specialista della pelle... vedrai, si sistemerà tutto».
Sulla mia bocca si dipinge un sorriso triste, che spegne subito l'entusiasmo di mia madre.
«Ninì, come stai? Mi sembri tanto...».
«Stanca? Sì mamma, lo sono».
Dirlo ad alta voce mi fa realizzare di essere davvero a pezzi.
«Ho solo bisogno di riposare, credo che andrò a letto subito... ti dispiace?» chiedo in un sussurro.
Mia madre si accoccola accanto a me e poggia la sua testa nell'incavo del mio collo. Inspiro l'odore dei suoi capelli lunghi che un po' mi solleticano il naso. Se chiudo gli occhi posso immaginare il vento caldo d'estate che glieli agita, e lei che mi saluta da lontano, mentre cammina sulla battigia della nostra spiaggia preferita, Moonlight Beach, in cui abbiamo sempre avuto l'abitudine di passeggiare al tramonto per raccogliere le conchiglie più belle.
«Sì, mi dispiace un sacco. Speravo di guardare questo drama insieme a te...» protesta lei, «ho bisogno di supporto morale, non posso soffrire così da sola!».
«Mamma, chi ti sta iniziando a questa passione?» le chiedo con un'espressione a metà fra l'imbarazzata e l'incuriosita, non riuscendo a trattenere un accenno di risata nervosa.
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Dark Academy - L'accademia oscura
FantastiqueI sogni hanno la capacità di mostrare la parte più profonda e celata dell'essere. Nella dimensione onirica le nostre difese psichiche cedono, e scopriamo una parte di noi stessi che ignoriamo. Ma cosa succede se quel mondo astratto si dimostra più c...