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Laura

Siamo arrivati in stazione.
Non sono per niente tranquilla in merito a quello che succederà lì dentro, davanti a quel lurido verme, ma è il mio lavoro e io sono una ragazza determinata; per questo ho deciso di mettere da parte paure e rabbia.

<Agente Laura, fai il tuo lavoro e non ti lasciare toccare da quello che dice ... Sicuramente userà un linguaggio poco piacevole, ma sai come comportarti>
<Ispettore! Io penso che...> mi fermo

Rifletto se è giusto o sbagliato dire sempre ciò che penso.
Dopotutto il mio ruolo è quello di ricevere i comandi. Punto.

<Dimmi... Ti ascolto> mi dice con mezzo sorriso

Incrocio i suoi occhi e sento una sensazione su pelle abbastanza intensa.

Il perché, non lo so nemmeno io.

<Io non credo che lui parlerà con me... La sua intenzione è ricordarmi quello che è successo ieri... Magari provocarmi in qualche modo, soprattutto perché ora ha saputo la mia vera identità. Proprio perché è un'operazione importante, non mi darà nessuna risposta. Sappiamo come funziona quel mondo>
<E hai perfettamente ragione, ma sappiamo come funziona il nostro... Dobbiamo cercare il modo di estrapolare più informazioni possibili... Possibilmente anche collegamenti a lui, e se serve questo colloquio, noi tentiamo no?> lui parla e io annuisco
<Vuoi qualcuno con te?> mi chiede poi l'ispettore
<No! Voglio farlo da sola>
<Ne sei sicura?> mi chiede Ismael, visibilmente preoccupato
<Si! Ho deciso> confermo e tiro un respiro intenso e rassicuro Ismael con lo sguardo.

Dopodiché, mi dirigo da quel bastardo.
Entro e sento già i suoi occhi su di me.
Mi fanno schifo.
Provo solo ribrezzo.

Ignoro la sua panoramica, mentre si lecca il labbro sfacciatamente.

Mi siedo dall'altra parte del tavolo e cerco di avere il controllo del mio impulso.
Lo guardo.
Nei suoi occhi rivedo quello che è successo nell'auto.

Nei suoi occhi rivedo quello che è successo nell'auto

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<Ciao bambola... Non ti smentisci mai... Me lo fai attizzare anche in divisa> continua ad usare quel tono disprezzante, che mi fa torcere l'intestino
<Tieniti per te i commenti e arriviamo dritto al punto! Dimmi tutto quello che devi dirci per salvarti il sedere in qualche modo> non si nemmeno se sto usando il tono giusto, o le parole giuste, so solo che per un attimo ho dimenticato chi fossi
<Sei bella ... Da morire> ecco come ha cominciato il suo piano.

Quello di sentirsi ancora in potere nei miei confronti.

<Chi sei Salvador? Dov'è la tua famiglia ad esempio?> fingo di non aver sentito e leggo il fascicolo davanti a me
<La mia famiglia? Beh, la sto cercando anch'io... Ma sembra come dire, evasa> ridacchia, ma ho percepito stranamente, dolore nella sua affermazione

Lo guardo negli occhi per un attimo.

<Che vuoi dire con evasa? Da quando non li vedi?> Intanto stringo una mano sulla mia gamba per scaricare la tensione del momento
<Non ho mai conosciuto la mia famiglia! L'unica cosa che so è il mio cognome... Ci hanno abbandonato quando avevamo solo tre anni... Parlo al plurale perché ho un gemello... Un gemello che a quanto pare, state pedinando per non so quale ragione>
<Sei sicuro di non sapere la ragione? O semplicemente lo stai proteggendo?> lo provoco

&quot;Vola&quot; solo chi osa farlo {Candem}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora