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Il pomeriggio ci buttiamo sulla danza e prepariamo una coreografia con la professoressa.
La più tronco? Mariasofia. Decisamente.
Concludiamo quella lezione con il ballare il rock di Elvis Presley.
<I nostri ballerini>
Mormoro indicando Edoardo, Vincenzo e Filippo.
<Rubino, Lo Faso e Romano!>
Applaudiamo tutti ridendo.
In poco tempo è calata la sera, domani ci saranno gli esami e noi siamo tutti buttati sui libri senza se e senza ma.
<Io vado a cambiarmi>
Dice Edo alzandosi mentre siamo io e lui in relax, ancora non abbiamo iniziato a ripassare. Non c'era quell'input di alzarsi e andare ancora.
E va verso la porta ma io lo fermo in fretta saltandogli sulle spalle mentre lui ride.
<Aiutami dai>
Lo supplico sperando che dica si, ma continua a ridere, tanto da indietreggiare e tornare vicino al divano e buttarmici sopra.
Ridiamo insieme mentre gli do una manata sulla schiena.
<Cretino>
Lui ride, mi lascia un bacio sulla guancia e poi ci dividiamo.
Mi vado a cambiare e successivamente mi chiudo in stanza con Sara e Ana per ripassare.
<Aspetta. Chiudiamo un attimo il discorso esami, libri ecc>
Dice Anastasia guardandoci. La guardo male. Sta scherzando?
<Che c'è?>
<Tu devi dirci qualcosa?>
Chiede la ragazza guardandomi. Sara pure la guarda stranita, ma poi sembra capire ed urla un 'Ahh!'
<Riguardo a che?>
Chiedo ancora più confusa e guardandole tutt'e due. Adesso sono l'unica a non sapere.
<Riguardo ad un Edoardo Lo Faso per caso?>
S'intromette anche Sara guardandomi con occhi innamorati.
Alzo gli occhi al cielo e torno con lo sguardo sui libri.
<Davvero vuoi dirci che non c'è niente? Davvero?>
Mormora scioccata Ana mentre torno a guardarla.
Le due mi guardano aspettando che parli.
Sbuffo e poi sputo il rospo:
<È diverso dagli altri, questo si. Ma io gli voglio solo bene. Niente di più>
<Non mentire al tuo cuore, Gre>
Dice Sara facendomi sospirare e torno con il viso giù a ripassare.
Ma non riesco perché nella mia testa c'è solo il discorso che abbiamo appena fatto. Non so se giusto o sbagliato.
<Noi andiamo a letto.>
Mi comunicano le due dopo un bel po' di ripasso e così annuisco.
<Ecco fatemi un favore>
<Ti chiamiamo Edo?>
Chiede Anastasia alzandosi e ridacchiando con Sara.
<Si>
Rispondo seria ma con un sorrisetto in viso.
Le due quindi escono, augurandomi la buonanotte e dopo un bel po' di minuti, dalla porta spunta Edo.
<Non pensavo fossi ancora sveglia sinceramente>
Ammette guardandomi e chiudendo la porta.
<Non sono cosi vecchia da coricarmi presto>
<Saranno le undici passate, presto non tanto>
Ribatte mettendosi seduto nel letto e di fronte a me.
<Finiamo di ripassare insieme, ti va?>
<Oh finalmente! Ancora mi domandavo u picchi non mi l'avii chiestu>
Scoppio a ridere mentre prende i suoi appunti e si sdraia dall'altro lato del letto.
<Amunì, forza. Allora, Manzoni>
<Manzoni. Manzoni nasce a Milano nel 1785...>
Inizio a ripetere a macchinetta, come se niente fosse.
Come se fossi all'esame. Ma ad un certo punto mi blocco.
<Oh, chi succidiu?>
Mi chiede guardandomi dato che non ripeto più e sono rimasta in silenzio per un po'.
<Non so, mi sento come presa dall'ansia>
Rispondo guardandolo negli occhi e facendogli posare gli appunti.
<Ci sta Gre, è normalissimo. Ma se non passi tu st'esame, non l'ava passari nuddru. Paramuci chiaru>
Rido scuotendo la testa. Edoardo e il dialetto siciliano: una cosa sola.
<Oh quannu è toi, è toi. Nenti i fari>
Rispondo con un grande sorriso che mi ha fatto tornare.
Lui ride e poi mi abbraccia.
Continuiamo successivamente a ripetere. Ci chiediamo argomenti, facciamo domande.
Quest'esame lo devo passare.

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