Durante la lezione di matematica ad entrare in classe è il preside che trova Gaia a dormire mentre Edoardo sta alla lavagna per fare un esercizio.
Il preside ci dice che è stato informato di quello che è successo ieri e che alla fine della lezione sarebbero andati Mariasofia e Lorenzo dal preside per un colloquio.
Al ritorno dei due rappresentanti chiediamo spiegazioni.
<Possiamo scegliere tre maschi e tre femmine che possono chiamare>
Dice Lorenzo guardandoci.
<Rubino>
Diciamo un paio indicando Vincenzo.
Alla fine a chiamare sono Vincenzo, Simone e Alessandro per i maschi mentre per le ragazze andiamo io, Rebecca e Kim.
Quando le due ragazze hanno già fatto il loro turno, finalmente mi tocca.
Riesco ad usare il telefono e a comporre il numero.
Fa tre squilli e poi finalmente sento la voce di mio padre.
<Pronto?>
<Ciao papi!>
<Greta! Amore mio>
Sorrido nel sentire la voce di mio padre contento nel sentirmi. In fretta chiama anche mia madre e saluto anche lei.
<Ti hanno dato il telefono? Ti hanno espulsa?>
<No> rispondo scoppiando a ridere a quello che ha detto mia madre <No è il telefono del collegio>
<Ah ecco. Venivo fino a lì e quando ti prendevo ti facevo scomparire dalla faccia della terra>
<Che manesca, mi manchi>
Commento ridacchiando e con gli occhi lucidi mentre la sento ridere.
<Ti trovi bene?>
Chiede poi cambiando discorso.
<Si ma. Con Sara e Gaia principalmente per le ragazze ed Edoardo, Cristiano e Raffaele per i maschi ma un po' con tutti>
<Questi tre maschi mi nomini>
Dice mio padre facendomi ridere ancora.
<Anzi che non ti ho detto con chi ho più rapporto di amicizia>
Lo provoco. In famiglia facciamo sempre così.
<Io voglio saperlo però>
<Con Edoardo ma, il catanese come a noi. Mi sa che quando si potrà lo vedrai spesso a casa nostra>
<In che senso?>
Scoppio a ridere dopo le parole di mio padre. Io ad Edo gli voglio solo bene, lo capirà.
<Sono finita dal preside>
Cambio finalmente discorso ancora.
<Pure lì!>
Si lamenta mio padre avendo una reazione che mi fa morire, quella di mia madre un po' meno.
<Che hai fatto?>
<Fuga dalla classe durante l'ora di inglese>
<Gre però, non ti fare cacciare dai a papà>
<Stai tranquillo. Siete andati da Mattia? E da Serena?>
Chiedo tornando con gli occhi lucidi.
<Si, Serena ti saluta>
Sorrido e con voce roca rispondo con un 'Ricambio'. Poi dopo averli salutati, stacco completamente e torno in camerata dove mi isolo completamente, anche durante la lezione della sorvegliante sul galateo.
La sera veniamo portati in giardino ritrovandoci dei banchi e il professor Carnevale che ci fa una lezione sulla notte.
Inizio a rappresentare la mia notte.
<La mia notte è fatta di pensieri>
Spiego al professore quando mi ha chiamata per far vedere il mio disegno dopo Matilde.
<Che pensieri l'affliggono, signorina?>
<Penso a qualunque cosa. Al mio aspetto, ai miei amici, alle mie persone più care...>
<Al suo aspetto, non si vede bella?>
<Ci sono momenti in cui dico 'sono la più bella' altri giorni invece non mi puoi parlare proprio di sta cosa>
<Sei bellissima, Gre>
Mi dice Sara seguita anche da Gaia ma anche da alcuni che hanno imparato a conoscermi in queste due settimane.
<Grazie>
Sorrido e basta e li guardo.
<E questa persona chi è?>
Chiede indicando la persona che c'è rappresentata nella nuvoletta del pensiero ed è lì che mi emoziono.
Istintivamente mi nascondo per non farmi vedere. Mi asciugo quelle due lacrime che sono scese sulle mie guance e guardo il professore.
<È mio fratello>
Non serve dire altro. Il professore sembra capire subito e guarda i miei compagni.
<Che dite?>
<Se ha bisogno di parlare io ci sono sempre>
Dice Alessandro facendomi sorridere. Penso che sia l'unica persona da cui non me lo aspettavo.
<Lo Faso?>
<Lei bisogna capirla>
Dice Edoardo iniziando uno dei suoi discorsi, sicuro.
<È tanto forte, ha un carattere da ribelle, ma infondo ha una storia dietro, come tutti noi certo, ma lei la nasconde. Ha una maschera>
Ascolto il mio compagno di banco come quando lo ascolto mentre mi spiega qualcosa da studiare in sala svago, restando immobile.
<Lei sarebbe disposto ad aiutare la signorina Rizzo a togliere questa maschera?>
<Io l'ho notato subito quando ciò parlato, dopo due- tre volte, quindi mi sono detto che dovevo provarci a farlo. Non vado mai a parlare delle cose sue personali, a toccare questi tasti, ma penso che stasera ci faremo un discorsetto>
Dice l'ultima spostando lo sguardo dal professore a me ed io sorrido un po' imbarazzata.
Torno al mio posto e il professore chiama Lorenzo e successivamente Gaia.<Lo vuoi fare sto discorsetto? O ti lascio stare?>
Chiede Edoardo poggiandosi sulla sbarra del letto e guardandomi. Ridacchio.
<No no, penso che mi farebbe bene parlarne>
Gli faccio spazio e si mette al mio fianco sdraiato.
<Che è successo a tuo fratello?>
Chiede senza avere peli sulla lingua o esitare. Diretto e conciso.
<L'ho perso in un incidente stradale un'anno fa...>
Inizio a raccontare e sento il suo braccio passare intorno alle mie spalle.
<Ci ero molto legata. Sono stata la sua prima sorellina, mi ha amato e odiato... era lui il mio migliore amico prima che se ne andasse...
La sera, prima di andare a dormire, mi infilavo in camera sua e passavamo un'oretta a parlare. Parlavo di tutto con lui>
Mi stringe a se, anche se non sto piangendo, mi fa bene questo suo affetto.
<Non ne ho mai parlato con nessuno, neanche con i miei amici più intimi e il fatto che tu ti sia accorto subito di questa maschera mi stupisce perché nessuno lo ha mai capito in tutti questi anni, solo tu ci sei riuscito>
Mi stacco e lo guardo, lui sorride un po'.
<Io ci sono eh, poi mi piace parlare con te. Si na carusa tutta da scoprire>
Ridacchio e in fretta torno seria.
<Tu invece? Vuoi spiegarmi che hai?>
Chiedo riferendomi a quella volta del portacolori che ha toccato un numero di volte che ora non mi ricordo neanche quante. Lui sembra capire e mi siedo di fronte a lui.
<Io ho un disturbo ossessivo compulsivo, il famoso DOC>
<Spiegami>
<È ub disturbo psichiatrico che porta a fare delle azioni ritualistiche dette convulsioni
Si manifesta in tantissime forme ma principalmente è caratterizzato dall'anancasmo che consiste nella ripetizione ossessiva di alcune azioni al fine di creare nel soggetto una tranquillità apparente
Ne soffro da quando sono piccolo, toccavo le cose un numero pari alla volta e poi me lo hanno diagnosticato. Se non faccio una cosa per un tot di volte vado in ansia>
Rimango stupita... non me lo aspettavo proprio.
<Fino a quando ovviamente non mi calmo>
<Ma adesso com'è sta situazione?>
<Prima toccavo le cose 4 volte o comunque un numero pari, adesso è finché non sono sereno. Finché non mi tranquillizzo lo devo dare più e più volte. Perché sennò tutto quello a cui penso, a cui aspiro o altro non succede>
Non so che dire. È una cosa che non mi aspettavo. Non l'ho mai vissuto, né in prima persona e neanche in terza diciamo.
<Facciamo il gruppo dei pazzi che si unisce>
Rispondo ironica e cercando di farlo ridere. Per fortuna succede.
<Tipo 'Ciao, mi chiamo Edoardo' 'ciao Edoardo' 'e sono tre giorni che non tocco le cose 4 volte'>
Finisce e si applaude da solo facendomi ridere ancora di più.
Quanto è speciale, quanto gli voglio bene.

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Il Collegio 6
Hayran KurguGreta ha 16 anni e viene da un piccolo paesino di Catania, Acireale, ed è una ragazza abbastanza dolce e si definisce spiritosa e frizzante, oltre ad essere una combina guai. Ama truccarsi e vestirsi bene. Segue la moda in poche parole. È molto estr...