*piccolo annuncio prima del capitolo*
correte a leggere la nuova storia su Neymar di @_cocco_bello11 - Superman
grazie per l'attenzione ♥
La mattina seguente mi preparai per andare al lavoro con relativa calma. Mandai un messaggio a mia madre per tranquillizzarla, scattando alcune foto del mio nuovo appartamento, con la promessa di chiamarla non appena mi fosse stato possibile. Eravamo sempre state io e lei, dopo la morte di papà. Mi dispiaceva averla "abbandonata" a Roma, da sola, ma fu lei ad insistere per questo tirocinio all'estero. Dovevo fare tutto quello che lei non era riuscita a fare nella vita.
Indossai un completo scuro, piuttosto elegante, per uniformarmi allo stile di vita parigino, sempre al top in fatto di moda e accessori; raccolsi i capelli in uno chignon ordinato e indossai degli orecchini delicati e luminosi per completare il tutto. Alla valigia ci avrei pensato quella sera, non avevo voglia di disfarla in quel momento.
Fortunatamente quel lavoro mi impegnava solo di mattina, avendo accettato un contratto part-time. Considerando che l'appartamento era totalmente offerto dall'azienda, lo stipendio mi permetteva di vivere modestamente in una città di quella portata. Uscii di casa e presi la metro quasi al volo; mi sedetti in attesa della mia fermata, lasciandomi catturare da qualsiasi particolare che riuscivo a scorgere.
**
Ad attendermi in reception, proprio all'entrata dell'immenso palazzo che ospitava l'azienda, c'era Jérémy.
-Bonjour!- mi salutò ad alta voce, guadagnandosi un'occhiataccia dalla receptionist, che scoprii dal badge che indossava chiamarsi Céline.
-Bonjour!-
-Vieni, seguimi. Ti mostro il tuo ufficio-
Superammo la reception, entrando in un ascensore di vetro. Il lusso era il biglietto da visita di quell'azienda. Arrivammo al secondo piano dove mi attendeva un graziosissimo ufficio, tutto per me, illuminato dalla luce mattutina parigina. Dalla finestra si scorgeva a poca distanza nientedimeno che lo stadio del PSG, immenso e maestoso. La prima cosa che feci, infatti, fu fiondarmi verso la finestra e schiacciarci il naso contro, incredula della vista.
-Tifosa del calcio?- chiese Jérémy divertito.
-Scherzi? Sono cresciuta col calcio...- un brivido, probabilmente dovuto alla malinconia, percorse il mio corpo. Io e papà guardavamo tutte le partite insieme: lui mi spiegava le regole del calcio, e io da brava bambina di appena cinque anni ascoltavo attenta, ipnotizzata dalla palla che volava da una parte all'altra del campo. Era il ricordo più importante per me, quel giorno, quel fatidico giorno in cui mio padre mi introdusse nel bellissimo mondo del calcio.
-Ora che sei a Parigi potresti approfittarne per vedere qualche partita- osservò lui, appoggiandosi sulla soglia della porta.
Risi nervosamente. Sistemai una ciocca ramata che mi copriva il viso e mi girai verso di lui
-Chissà quanto costeranno i biglietti...--Si dà il caso che mio fratello Lucien sia un membro importante, oserei dire fondamentale, del PSG, sai?-
Cercai di fare mente locale. Non conoscevo nessun Lucien che facesse parte del PSG. Ad essere sincera, seguivo il PSG solo per l'idolo mio e di mio padre, Messi. Non tifavo nessuna squadra in particolare, seguivo Lionel Messi e tutti i suoi spostamenti, solo per sentirmi più vicina al ricordo di papà.
-Lucien? È un calciatore?-
Jérémy rise e scosse la testa per dissentire -Fa parte dello staff, è il fisioterapista della squadra. È ben inserito in quel giro, potrei chiedergli un paio di biglietti per questo sabato-
-Questo sabato? Ma è dopodomani!-
-Allora farai meglio a catalogare tutti quei documenti sulla scrivania, ti aspetta un weekend speciale!- Jérémy mi fece l'occhiolino e si girò per andare, immaginai, nel suo ufficio. Non feci in tempo a realizzare, e neanche a ringraziare, che già era scomparso dalla mia vista.
Non promisi nulla al mio cuore, non era detto che Lucien riuscisse a farci entrare, ma una cosa era certa: prima o poi avrei visto Lionel Messi giocare. Papà sarebbe stato accanto a me, a tifare insieme per il nostro idolo del calcio.
Mi sedetti alla scrivania osservando terrorizzata quella catasta di roba in attesa di essere sistemata e catalogata. Non avevo molta esperienza in merito, e sembrava che nessuno mi avrebbe aiutata a capirne qualcosa. Sospirai e mi misi al lavoro, con l'obiettivo di dare il meglio di me: quel posto di lavoro lo meritavo, avevo studiato tanto, era il momento di tirare fuori le mie capacità e competenze. Con un po' di impegno, costanza e, forse, un pizzico di fortuna, avrei potuto puntare ad un lavoro fisso nella capitale francese.

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Unexpected love || Neymar Jr
RomanceI Had To Choose And I Picked You. Because I Love You. And No Matter What Happens, It's The Best Choice I Ever Made. -TVD