Unexpected love || Neymar Jr

27.

Io e Kylian percorremmo in silenzio il corridoio. Nessuno si azzardava a fiatare. Io avevo i miei drammi per la testa; lui, ero sicura, iniziasse a sospettare qualcosa. O forse erano solo le mie paranoie, non sapevo dirlo con certezza. In ogni caso tacere era la soluzione migliore per evitare che mi scappasse qualcosa dalla bocca. Fu lui a smorzare quel silenzio, una volta ordinati i due caffè al bancone del bar.

-Se mi avessi avvisato che avevi intenzione di venire in ospedale ti avrei accompagnata io-

-Già... scusami, è che vista la giornata di ieri e la discussione che hai avuto con Neymar, non pensavo avessi avuto voglia di tornare qui- cercai di giustificarmi.

-Va bene, lo capisco, ma conta su di me d'ora in avanti, okay?- annuii e afferrai il mio caffè fumante, per raggiungere il primo tavolino libero a portata di vista.

Sperai che quella questione fosse chiusa del tutto, non volevo mentire ancora.

-Come è andato l'allenamento?- provai a cambiare discorso.

-Benissimo, mi sento pronto e carico per la prossima partita. A proposito, vuoi venire?-

Mi ricordai immediatamente della proposta di Jérémy, e di come avevo mentito anche a lui. L'aria di Parigi mi faceva male, non c'era altra spiegazione.

-Oh, ecco... ho detto di no già ad un collega... se sapesse che sono andata senza avvertirlo ci rimarrebbe male-

Quello che sembrava esserci rimasto male in quel momento era Kylian, però. Cavolo. Stavo combinando un disastro dopo l'altro.

-È che è il fratello di Lucien, il vostro fisioterapista. E io ho inventato di avere l'influenza per saltare il giorno a lavoro dopo la nottata in ospedale- tentai di risolvere.

-Ah, Jérémy? Non è la prima volta che porta qualche ragazza allo stadio sfruttando la posizione del fratello, credo sia il suo metodo per rimorchiare- Kylian rise e bevve il caffè. Beh, non feci fatica a crederci, ricordando ciò che Jérémy aveva fatto dopo il fischio finale della partita. Quel bacio mi aveva lasciata interdetta e aveva rovinato tutte le possibilità di costruire un'amicizia tra me e lui.

-Dovrò stare attento con te, sei voluta da tutti- continuò Kylian. Fece l'occhiolino e mi sorrise beffardo, io tentai di stare al gioco e non farmi vedere preoccupata o pensierosa.

-Quando giocate?-

-Domani sera. Per questa volta sei perdonata, ma dalla prossima partita hai il posto prenotato, nessuna scusa-

-Mi farò perdonare, promesso- terminammo il nostro caffè e tornammo sui nostri passi, mano nella mano, verso la stanza di Neymar.

**

Neymar POV

Il dottore continuò a parlarmi dei miei valori attuali e della fisioterapia che avrei dovuto cominciare una volta tolto il gesso al braccio, che avrei dovuto sopportare ancora per almeno 3 settimane. Fortunatamente qualcuno interruppe quel supplizio. Era Chloé, seguita ovviamente da Kylian.

-Oh, ci scusi, pensavamo che Neymar fosse solo- si scusò dopo essersi accorta della presenza del dottore.

-Non importa- rispose lui -stavo appunto dicendo al signor Da Silva Santos che domani potrà lasciare l'ospedale, ma visto il trauma cranico io eviterei che guidasse da solo per qualche altro giorno-

-Chiamerò il mio autista, gliel'ho già detto- sbuffai annoiato. Chloé rise, forse notando la mia espressione scocciata. Kylian accennò a un mezzo sorriso alla notizia delle dimissioni.

-Verrai ad assistere alla partita, domani?- chiese infatti.

-Non credo, voglio farmi una dormita come si deve nel mio letto-

Nessuno dei due aveva intenzione di mandare avanti quella conversazione amichevole palesemente falsa, ma nessuno nei due voleva dare voce ai gossip che da mesi ormai vedevano il cocco del Brasile e il talento francese protagonisti del web. Quando il dottore avrebbe lasciato la stanza, io e Kylian avremmo potuto beatamente ricominciare ad ignorarci.

-Bene, è in buone mani, vi lascio parlare in privato- annunciò lui, chiudendo la sua cartella e congedandosi.

Cercai con lo sguardo Chloé, mentre il dottore abbandonava la stanza. Lei si avvicinò a letto seguita da Kylian, guardandomi con occhi allegri e leggermente lucidi.

-E così domani ti dimettono. I lividi in faccia stanno scomparendo- notò.

-Sì, mi sento ogni giorno meglio-

-Hai bisogno di qualcosa? Vestiti puliti?-

Cavolo, aveva ragione. Non potevo indossare i vestiti di quella sera, sporchi di polvere, fumo e quel poco di sangue che era uscito dal naso a seguito dell'incidente.

-Effettivamente sì. Se ti dessi le chiavi di casa? Potresti andarci tu con calma?-

-Posso andarci io, o Lionel. Chloé non può mica arrivarci a piedi, non credi?- Kylian si intromise nella nostra conversazione. Chloé sembrò tornare con i piedi per terra e dare ragione a Kylian. Sarebbe stato scomodo per lei arrivare fino a casa mia, in zona periferica e non coperta dalla metro, per poi tornare in ospedale.

-Tu? È fuori discussione. Chiamerò Lionel-

-Oh avanti, Junior, cosa credi che possa fare a casa tua? Appiccare un incendio? Non credi che ti abbia dimostrato abbastanza maturità da quando sei finito qui dentro?- Kylian si spazientì. Non mi interessava fare la parte del bambino capriccioso, non potevo accettare il suo aiuto.

-Ragazzi, finitela! Mi state facendo venire il mal di testa!- esclamò Chloé. Alzò le mani al cielo e poi le abbassò sbattendole alle cosce, con lo sguardo infastidito. Kylian si rabbuiò e aggrottò la fronte; io sbuffai annoiato.

-Per quanto mi costi ammetterlo, Kylian ha ragione. È troppo scomodo per te, e poi hai già rischiato di perderti una volta in casa, da sola potresti rischiare di non trovare più l'uscita- scherzai, poi impallidii rendendomi conto di ciò che avevo detto.

-Sei stata a casa sua?- chiese infatti Kylian rivolto a Chloé. Lei cominciò a balbettare qualcosa di incomprensibile.

-Il giorno del compleanno di Achraf. Calmati, Kylian, la tua ragazza è fedele- lanciai un'occhiata fugace a Chloé, che si fece piccola tra le braccia di Kylian. Avevo deciso di mantenere il bacio di quel pomeriggio per me, non volevo rischiare di allontanare Chloé da me per il mio stupido comportamento. Avrei agito diversamente per farle capire che tenessi davvero a lei.

Kylian sembrò farsi andare bene quella risposta.