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Neymar POV

-Papà- sussurrai il suo nome con un filo di voce -avevo ormai rinunciato all'idea di vederti-

Mio padre varcò la porta di ingresso e con lui un silenzio assordante invase la casa. Rafa e Chloé rimasero sedute sul divano, mamma ritornò a sedere al tavolo, io rimasi in piedi davanti a mio padre che studiava la situazione intorno a lui.

-Non ci vediamo da un sacco di tempo, era il minimo passare di qui- mi abbracciò in una presa stretta poi fissò l'ingessatura -cerca di riprenderti presto, abbiamo un sacco di impegni da recuperare da quando ti sei fatto male-

Lavoro, lavoro, sempre lavoro. Preferii non rispondergli, non volevo rovinare il Natale a nessuno. Mi schiarii la voce e andai vicino a Chloé.

-Papà, lei è la ragazza di cui ti parlavo- poi mi girai verso Chloé -piccola, lui è mio padre-

Chloé si alzò subito in piedi e raggiunse mio padre stringendogli la mano. Il suo sorriso timido mi intenerì.

-Per lo meno mio figlio ti ha scelta con un nome diverso- Chloé rimase sbigottita da quella battuta, io scossi la testa imbarazzato. Era davvero questo il momento di parlare di queste cose? Davvero non riusciva ad essere una persona decente e cortese? Chloé non rispose, ma per fortuna arrivò in soccorso mia madre.

-Avanti, preparo un caffè, venite a tavola-

Rafa mi colpì di proposito la schiena per attirare la sua attenzione, fece segno di mantenere la calma e silenziosamente raggiunse il tavolo sedendosi accanto a Chloé: Rafa era sempre dalla mia parte, la amavo.

Il cambio di discorso di mia madre non servì a molto, perché mio padre riprese a parlare con Chloé più incattivito di prima.

-Sai, Chloé, gli infortuni in campo non sempre sono causati solo dal caso o sfortuna- cominciò. Chloé lo guardò stranita -spesso sono frutto della vita sregolata che si conduce anche fuori dal campo-

-Vita sregolata? Cosa... cosa intende dire?- balbettò lei. Digrignai i denti per il nervoso.

-Sto dicendo che da quando mio figlio esce con te, gli impegni lavorativi si sono dimezzati, sembra sempre distratto e ha la testa altrove. E in più si è fatto male agli allenamenti-

-Io.. io non credo che...-

-Oh, io lo credo, invece-

-Basta così, papà- mi intromisi io. Non potevo permettere che Chloé venisse trattata così, come una nullità o una cosa negativa -direi che hai detto abbastanza-

Mio padre colpì il tavolo con un pugno, facendo tremare le tazzine di caffè che mamma aveva appena preparato.

-Non capisci? Potresti mandare tutto al diavolo per la puttanella di turno-

-Ora basta, ne ho abbastanza. Chloé, andiamocene- afferrai il polso di Chloé e la trascinai fuori dalla porta senza dire nient'altro. Ero incazzato nero e non potevo rimanere un minuto di più in casa con mio padre dentro.

Chloé POV

-Fanculo! Fanculo a tutti!- Neymar era furioso e urlava nel giardino di quella casa come un pazzo; continuava a trascinarmi verso il cancello di uscita mentre io ero in un completo stato di trance. Mi aspettavo quel casino dopo il piacevolissimo pranzo di Natale con Nadine e Rafaella? No, certo che no. Avrei voluto scusarmi, o almeno salutare prima di uscire da quella casa, ma le parole del padre di Neymar mi rimbombavano in mente in loop. Non mi meritavo quelle parole, non avevo fatto o detto nulla di inappropriato, e la reazione totalmente positiva di Nadine e Rafaella ne era la prova.

-Ce ne andiamo da questo schifo di posto, torniamo a casa-

Afferrò il telefono e chiamò l'autista, per poi finalmente fermarsi una volta varcato il cancello del vialetto. Respirava a fatica e il suo sguardo mi fece quasi paura.

-Ney...-

-Ney un cazzo. Fanculo mio padre-

-Sto dicendo che tua madre e tua sorella non si meritano questo- esclamai. Finalmente avevo ritrovato la mia voce.

-Lo so- risposte rabbuiato -ma non voglio stare nella stessa stanza di mio padre-

-Ney... tu non mi avevi parlato di questa cosa- cos'era esattamente "questa cosa"? Il comportamento di merda del padre? Il rapporto, a quanto pare difficile, che avevano? Ero all'oscuro di tutto.

-Ascoltami, Cloé- appoggiò la sua mano morbida sul mio viso -non starlo a sentire, per favore. Mio padre ha la testa solo al lavoro, e pensa che qualsiasi cosa che non abbia a che fare col calcio sia negativa-

-A quanto pare Bruna Marquezine no, però- abbassai il viso a disagio.

-Lo sapevo, ti è entrato in testa. Porca puttana!- calciò un'aiuola accanto al marciapiede. Fortunatamente l'autista arrivò in quell'esatto istante: avremmo evitato di combinare qualche altro casino.

Entrammo entrambi in auto senza fiatare; l'autista partì spedito e la sola radio faceva da sottofondo a quella giornata diventata improvvisamente così insolita.

Quando raggiungemmo l'ingresso della villa di Neymar, la situazione non mutò affatto. Neymar sbattè la porta d'ingresso e si buttò a peso morto sul divano, con un'espressione contratta in viso. Non sapevo se era il caso di parlare o di rimanere in silenzio, se sedermi accanto a li o andarmene in un'altra stanza. Ero totalmente nel pallone.

Optai per sedermi al tavolo della cucina a pochi metri dal divano. Non osai fiatare e aspettai pazientemente che Neymar sfogasse il nervosismo, in qualsiasi modo preferisse.

Unexpected love || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora