*lunedì mattina*
Non mi sentivo ancora al cento per cento, ma a fatica quella mattina mi trascinai a lavoro per riprendere un minimo di normalità andata a farsi benedire quel weekend.
Quella mattina dovevo recuperare il lavoro arretrato del venerdì e sbrigare tutti i compiti di inizio settimana. Nonostante l'influenza mi sentivo abbastanza carica, soprattutto dopo il doppio caffè consumato prima di entrare in ufficio. Jérémy a quanto pare aveva "voltato pagina" e non potevo più contare sul suo solito cappuccino di Starbucks. Doveva aver capito che non avevo alcuna intenzione di stare ai suoi giochi: nonostante non fosse mai stato esageratamente invadente, sapere che recitava il solito copione per far colpo sulle ragazze mi aveva dato ai nervi. Come una stupida ero caduta nella sua trappola mossa dall'amore che avevo per il calcio.
Verso metà mattina controllai l'orario sul mio telefono, ma rimasi imbambolata per una decina di secondi sulla schermata di blocco che da quella mattina ritraeva me e Neymar in un selfie improvvisato appena svegli. Avevamo passato tutto il weekend in casa, un po' a causa della febbre che non voleva scendere, un po' per godere della privacy e della calma a seguito della tempesta scatenata con Kylian.
Per quanto riguarda Kylian... beh, non si era fatto sentire più dopo che Neymar aveva discusso per chiamata con lui, ma sentivo che non era finita, non così facilmente.
Mancava un'ora alla fine del turno e mi ero portata così avanti, mossa probabilmente dall'ansia della direttrice dell'azienda che si aggirava per i corridoi, da terminare quasi tutto ciò che dovevo fare. Sentii bussare alla porta, ma non feci in tempo a chiedere chi fosse che già entrò nel mio ufficio.
Rimasi interdetta alla vista di Kylian. Serrai la bocca e sentii un macigno pesantissimo sul petto.
-Chi... chi ti ha fatto entrare?-
Non rispose alla mia domanda, partì direttamente in quinta alzando la voce.
-Ti sembra normale che sia dovuto venire fin qui per avere delle spiegazioni?- il viso era solcato da lievi rughe agli angoli esterni degli occhi; non avevo mai visto le sue occhiaie così accentuare e il colore della pelle era spento. Non lo avevo conosciuto così.
-Kylian, mi dispiace così tanto- mi affrettai a chiudere la porta dell'ufficio per evitare che qualcuno ficcasse il naso; dopotutto l'ufficio di Jérémy non era così distante dal mio. Rimasi con le mani attaccate alla porta, rigidamente composta davanti ad un Kylian deluso e amareggiato.
-Ti ha lavato il cervello, Chloé. Hai già dimenticato come ti ha trattata al compleanno di Achraf? Hai già dimenticato come ha da sempre cercato di ostacolare la nostra conoscenza? Ti rendi conto che una volta che si stuferà di te ti abbandonerà come un vecchio giocattolo?- si avvicinò a me. Mi afferrò i fianchi e avvicinò la sua fronte alla mia. Non avevo paura di lui, era solo esageratamente stanco e contrariato. Chiusi gli occhi mentre delle lacrime rigavano il mio viso.
-Per favore, Kylian... perdonami- riuscii solo a dire.
-Per favore, Kylian? Non hai avuto neanche la faccia per dirmelo dal vivo! Sono due giorni che non riesco a chiudere occhio, mi sento preso in giro da quel coglione di Neymar e da te-
-Non volevo ferirti, credimi- dissi tra i denti.
-Ti ricordi cosa ti chiesi in ospedale? Ti ho chiesto se volessi me o Neymar. Sei stata tu a dirmi che volevi me-
-Lo so...- trattenni un singhiozzo. Sbuffò. Abbassò il capo e mi accarezzò la schiena; la smorfia del suo viso faceva intendere che anche lui stesse trattenendo le lacrime.
-Ripartiamo da zero, possiamo ancora farlo-
-Tu non hai fatto nulla di sbagliato, Kyky- gli accarezzai il viso, lui chinò il capo verso la mia mano per cercare più contatto -tu meriti qualcuno che non ti prenda in giro come ho fatto io. Ma credimi, non l'ho fatto apposta. È capitato- ammisi.
-Non c'è niente che possa fare per farti cambiare idea?- chiese sconsolato. Ora anche lui aveva gli occhi lucidi, non potevo sopportare che stesse soffrendo a causa mia.
-Scusa- posai un bacio leggero sulle sue labbra, della durata di pochi secondi. Era sbagliato, ne ero ben consapevole, ma provavo qualcosa nei suoi confronti, seppur fosse una briciola in confronto a ciò che provavo per Neymar. Non mi era totalmente indifferente, ecco. Lui tentò di approfondire il bacio, ma mi scostai. Mi lasciò andare i fianchi e annuì meccanicamente, lo sguardo perso nel nulla, per poi allontanarsi a passo lento da me. Feci spazio lasciando libera la porta, che lui aprì per uscire dal mio ufficio. Mi lasciai scivolare lungo la parete fino a toccare terra, scoppiando in un pianto disperato, l'ennesimo pianto da sabato mattina. Ero stanca.
STAI LEGGENDO
Unexpected love || Neymar Jr
Любовные романыI Had To Choose And I Picked You. Because I Love You. And No Matter What Happens, It's The Best Choice I Ever Made. -TVD