Unexpected love || Neymar Jr

18.

Per la serata di beneficienza organizzata dal PSG, indossai un semplice pantalone a palazzo a vita alta, nero, un crop top dai colori accesi e una giacca nera oversize stile maschile. Mi guardai allo specchio soddisfatta del risultato, mentre piastravo l'ultima ciocca dei capelli. Kylian sarebbe passato a minuti, Neymar era andato via solo un'ora prima, quindi avevo dovuto fare tutto molto in fretta.

Avevo seriamente paura di cosa sarebbe potuto accadere una volta lì, ma Neymar sembrava aver capito il mio punto di vista e aveva promesso di non intromettersi più nelle mie faccende. Che poi, quali faccende con l'esattezza? Io e Kylian non eravamo nulla, io e Neymar non eravamo assolutamente nulla, quindi non vedevo il problema, onestamente. Forse era tutto nella testa di Neymar. Aveva corso troppo, io probabilmente avevo frainteso sin dall'inizio, e ci eravamo ritrovati in un completo caos.

Ripartire da zero era la miglior soluzione. Kylian, a pranzo, mi aveva lasciato il suo numero per poterci aggiornare con facilità.

"Sono pronta" gli scrissi semplicemente, riponendo il telefono nella pochette nera.

Controllai che in casa fosse tutto in ordine e uscii da quell'appartamento che mi era diventato quasi stretto, dopo tutte le vicende accadute negli ultimi giorni. Per le scale mi venne in mente che non avevo ancora telefonato a mia madre. Presi di nuovo il telefono e cercai il suo numero in rubrica; nel frattempo, mi sedetti sulle scalette esterne del portone in attesa di Kylian.

-Tesoro! Come stai?-

-Ciao mamma, tutto bene- sorrisi nostalgica. Mi mancava la sua voce.

-Sei fuori? Si sente il rumore del vento. Ti sei già fatta degli amici?- alzai le sopracciglia e aggrottai la fronte, pensando a cosa inventarmi. Raccontare di Neymar e Kylian era fuori discussione per il momento.

-Sì, esco a cena con dei colleghi. Saranno qui a momenti, volevo salutarti perché non so a che ora tornerò-

-Va bene, mi raccomando, fai attenzione-

-Sempre, mamma, ti voglio bene-

-Anche io. A presto-

Chiusi la chiamata nello stesso momento in cui l'Audi di Kylian sostò accanto al marciapiede. Mi precipitai verso la portiera facendo attenzione a non inciampare con i tacchi, vertiginosamente alti per il mio standard.

-Bonsoir!- salutò lui, accarezzandomi il braccio. Era elegantissimo, faceva strano non vederlo in tenuta di allenamento.

-Ciao, Kylian! Grazie per essere passato-

-È un piacere. Sei... fantastica, davvero-

-Dici?- abbassai lo sguardo per controllare che il completo non si fosse stropicciato mentre ero seduta accanto al portone. Lui se ne accorse e mi fece alzare il capo con due dita sotto al mento. Per qualche secondo ci fu un intenso scambio di sguardi, interrotto dalla voce dell'autista che chiedeva se potesse partire.

-Oui. Merci- rispose Kylian, ricomponendosi.

**

La sala che avrebbe ospitato l'evento era immensa, elegante e fine. Parte degli invitati era già arrivata, e il vociare era coperto da una musica soft e rilassante.

-Wow- sussurrai. Guardai le bellissime decorazioni floreali sospese in aria che ci sovrastavano. Con la cosa dell'occhio vidi Kylian sorridere.

-Vieni con me, andiamo a salutare gli altri-

Mi ricomposi e annuii. Seguii Kylian lungo la sala, passando davanti a quelli che avevano tutta l'aria di essere presidenti e amministratori del club. Mi squadrarono dalla testa ai piedi, probabilmente si stavano chiedendo chi diavolo fossi.

-Ragazzi! Lei è Chloé. Chloé, loro sono...-

-Sergio Ramos e Lionel Messi- completai la frase. Kylian rise.

-Come diavolo hai fatto ad indovinare?- esclamò Ramos ironico. Allungò una mano verso di me, che strinsi decisa. Quando fu il turno di Messi, entrambi scoppiammo a ridere.

-Non chiederò altre foto, lo giuro- dissi io salutandolo.

-Puoi farlo, ma non balbettare- continuò lui. Kylian ci guardava curiosi, era chiaro che non sapesse di cosa stessimo parlando. Mai mi sarei aspettata di ridere e scherzare con Messi.

Dopo i soliti convenevoli, dall'altra parte della sala scorsi Neymar, con un completo elegante, studiare la situazione da lontano. Era solo. Mi vide, ma non si avvicinò; si limitò a salutare con un cenno di capo.