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Arrivammo in aeroporto a Sao Paulo perfettamente in orario, e dopo circa un'oretta di viaggio in auto raggiungemmo la nostra destinazione, la super villa che Neymar aveva acquistato ai tempi del Barcellona.

-Dovrebbe essere tutto apposto, ho chiesto di dare una spolverata prima del nostro arrivvo- mi sussurrò lui mentre l'autista svoltava nell'ingresso.

-Una spolverata qui come minimo va iniziata una settimana prima- commentai. La villa era gigantesca. L'autista ci aiutò con i bagagli e ci accompagnò fino alla porta d'ingresso, per poi salutarci una volta che Neymar afferrò le chiavi dalla sua tasca. Quando entrammo, effettivamente, venni invasa da un odore di pulito.

-Neymar, questa villa è più grande di quella di Parigi- parlavo con lui, ma in realtà ero concentrata a girare su me stessa ammirando il lusso di quella casa. Cavolo, chissà cosa aveva pensato davvero Neymar quando era entrato per la prima volta in assoluto nel mio umilissimo appartamentino parigino.

-Peccato non poterci stare tutto l'anno- mi posò un bacio sulla guancia e raccolse il borsone che mi era scivolato dalla presa per lo stupore. Trascinò i bagagli su per le scale per raggiungere il secondo piano, dove sicuramente c'era la zona notte.

Mi ricomposi scuotendo la testa, seguii Neymar in quell'enorme villa per non rischiare di perdermi, come ero solita fare, e aumentai il passo per non perderlo tra i corridoi.

Era ormai sera, almeno secondo l'orario di Parigi, ma in Brasile era ancora pomeriggio, e cominciavo ad accusare la stanchezza del viaggio e del fuso orario. Raggiungemmo la camera padronale, che aveva la veduta sull'intero panorama verdeggiante brasiliano. L'arredamento dell'intera casa era molto diverso da quello della villa di Parigi, era più semplice e decisamente più fresco. Lo preferivo in assoluto.

-Eccoci qui- Neymar buttò la valigia sul letto e io mi affrettai a spostarla, guardandolo male.

-Che c'è?- si difese lui divertito.

-Sei così disordinato!-

-Rilassati, siamo in vacanza- si avvicinò a me con quel suo tipico sorriso beffardo e mi cinse il corpo col suo braccio. Gli accarezzai il viso e poi tirai un leggero schiaffetto al lato del mento.

-Devi raderti, la tua barba è lunghissima-

-I viaggi ti fanno diventare antipatica, te l'hanno mai detto?-

-Per fortuna a me solo i viaggi fanno questo effetto- ammiccai con lo sguardo e mi lasciai baciare da Neymar che continuava a tenere una presa stretta su di me. Mi beai di quella sensazione soprattutto del sole che dalla finestra colpiva i nostri corpi con i suoi raggi caldi.

-Ney- mi staccai dalla sua presa -che ne dici di approfittare di questa giornata?-

-Cosa vuoi fare?-

Indicai fuori, dove un enorme patio ospitava una piscina all'aperto e delle sdraio. Lo guardavo come una bambina guarda un enorme uovo di Pasqua enorme.

-Non avevo dubbi, andiamo?-

-Vado a mettermi il costume!- esclamai contenta.

-Potresti anche evitare, siamo solo noi due in fondo-

-Cretino-

**

Il giorno dopo mi svegliai quasi all'alba, nonostante fossi stanchissima, per l'avvenimento che più mi terrorizzava in assoluto: conoscere la famiglia del mio fidanzato. Eravamo rimasti d'accordo, infatti, di vederci a pranzo a casa della mamma in occasione del Natale. Neymar dormiva ancora e non avevo modo di alzarmi senza svegliarlo: volevo iniziare a scegliere l'outfit, volevo prepararmi un discorso, volevo urlare per casa senza dover dare conto a nessuno. Ero letteralmente in ansia e non potevo fare nulla per calmarmi.

Quando si fece un orario, per così dire, decente, tentai di svegliare Neymar.

-Ney? Andiamo a fare colazione?-

Di tutta risposto mugolò qualcosa di incomprensibile e si girò dall'altra parte del letto. Sbruffai, poi controllai l'orario sul telefono: erano ancora le sette di mattina. Decisi di non poter stare un minuto di più sdraiata: mi alzai il più silenziosamente possibile dal letto e in punta di piedi sgattaiolai fuori dalla stanza. Benissimo, ora arrivava la parte divertente: dove cavolo erano le scale? A destra o a sinistra del corridoio?

-Dannati calciatori- sbuffai tra me e me. Scelsi di percorrere il corridoio verso destra e per fortuna dopo qualche stanza trovai le famosissime scale che portavano al piano inferiore della casa. Effettivamente avevo davvero voglia di fare colazione, e forse mettere qualcosa nello stomaco avrebbe placato quel senso di nausea perenne.

Preparai dei toast e un cappuccino e mi sedetti al tavolino sul patio esterno, godendomi l'aria tiepida di quella mattina.

Telefonai mia madre, che sicuramente era già sveglia, anche perchè a Roma probabilmente era tarda mattinata, per farle gli auguri di Natale ma soprattutto per ammazzare il tempo.

-Mamma, buon Natale!-

-Buon Natale tesoro! Com'è il Brasile?-

-Un paradiso, fa caldissimo, saresti dovuta venire- mi pentii subito di quella frase, forse non era la cosa migliore da dire.

-Tempo al tempo, Chloé- una piccola pausa -Neymar è lì con te?-

-Sta ancora dormendo, in realtà è abbastanza presto anche per me, ma...-

-Che succede, tesoro?- il suo tono cambiò immediatamente.

-Oggi incontro la sua famiglia, mamma, non so come comportarmi- ammisi.

-Sii te stessa e non sbaglierai-

-Oh grazie mille- risposi sarcastica -ora sì che sono tranquilla-

-Cosa vuoi che sia, Chloé? Sei una brava ragazza, Neymar ci tiene a te, la sua famiglia ti accetterà sicuro-

-Mamma, Neymar ha avuto anche delle modelle come fidanzate, saranno abituati a certi standard che io...-

-No, Chloé, non ti permetterò di finire questa frase-

-Ma è vero, mamma...- risposi sconsolata.

-Tesoro, ricorda che devi piacere a lui, non all'intera famiglia. Se mai non dovessero accettarti e Neymar cambiasse idea su di te, allora c'è qualcosa di sbagliato in tutti loro, non in te-

Annuii come se mia madre fosse lì presente a parlarmi faccia a faccia. Improvvisamente sentii le labbra di Neymar baciarmi la spalla e balzai quasi in piedi per lo spavento.

-Ti richiamo, ancora buon Natale-

Chiusi velocemente la chiamata e mi concentrai su un Neymar ancora assonnato, con gli occhi socchiusi e un sorriso dolcissimo stampato in volto.

-Buongiorno, già sveglio?-

-Si dà il caso che qualcuno mi abbia chiesto di fare colazione all'alba-

-Non era l'alba!- esclamai facendo la finta offesa.

Sorseggiò il mio cappuccino e rubò un pezzo del mio toast, poi si sedette di fronte a me guardandomi con aria divertita.

-Mi ricorda il nostro primo incontro...- pensai e sorrisi al ricordo.

-In quel ristorante vicino lo stadio?-

-Sì, tu mi rubasti metà insalata dal mio piatto- alzai un sopracciglio e incrociai le braccia sul tavolo.

-È lì che hai capito di amarmi, vero?- chiese ironico.

-Mh, forse- gli feci l'occhiolino e mi alzai dal tavolo -vuoi qualcos'altro da mangiare o fai il bis dal mio piatto?-

-Ovviamente il bis dal tuo piatto- tirò fuori la lingua e in tutta risposta gli alzai il dito medio prima di entrare di nuovo in casa e preparare qualcos'altro per colazione. 

Unexpected love || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora