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Hoseok distolse lo sguardo da Yoongi. Gli faceva male vederlo ridotto così e si sentiva in parte, colpevole.
Anche se l'amico era all'oscuro di quello che aveva fatto, quasi non riusciva a guardarlo negli occhi. Non gli avrebbe detto niente, non poteva dargli il colpo di grazia, stava già abbastanza male così.
Dall'altra parte, però, avrebbe anche voluto prenderlo a schiaffi fino a farlo tornare in sé. Non poteva comportarsi in quel modo, non era l'unico che stava soffrendo!

Quando, qualche giorno prima, aveva scoperto che Yoongi dormiva nel suo studio già da un paio di notti, era rimasto sorpreso.
Era normale vedere le sue scarpe fuori dalla porta del Genius Lab a tutte le ore, ma sentire alcuni dipendenti chiacchierare fra loro e fare certe insinuazioni lo aveva allarmato.

«Non è mai uscito da lì se non per andare in bagno. Ti dico che ci ha dormito...»
«L'ho intravisto qualche ora fa, sai? Aveva una faccia tremenda, tutta l'aria di uno che non si è lavato e che...» fece il gesto di tracannare una bottiglia.
«Anche Chiara non si presenta al lavoro da due giorni» aggiunse una stylist. «Ho provato a chiamarla ma non risponde. Sarà un caso?»
I tre, dopo essersi accorti della presenza di Hoseok, abbassarono lo sguardo e si defilarono.

Al rapper, però, era suonato un campanello d'allarme.
Si diresse verso lo studio di Yoongi e bussò. Nessuna risposta. Le sue scarpe erano lì, sull'uscio, il rapper era per forza dentro.
«Yoongi» chiamò. «Dai, apri, lo so che sei lì dentro.»
Silenzio.
Hobi ragionò su cosa dire per convincerlo ad aprire.
«Mi manda Pd Nim, è per una cosa relativa alla promozione del tuo album. Dice che se non vieni si incazza.»
Bussò ancora e appoggiò l'orecchio alla porta. Udì un tonfo, poi la porta si socchiuse.

«Che c'è?» gracchiò Yoongi, dalla penombra.

Non riuscì a vederlo bene ma fu invaso da un forte tanfo di alcol.
«Che ti è successo?» chiese il rapper, preoccupato.

Yoongi fece per richiudere la porta ma l'amico lo bloccò.

«Ehi, sono preoccupato. Che succede? Perché sei ridotto in questo stato?» gli chiese, osservandolo meglio.

Non era lo Yoongi che vedeva di solito. Aveva le occhiaie, i capelli arruffati, l'unghia del pollice destro insanguinata. Non stava bene, era chiaro.
«Non è niente, sto solo lavorando.»
«Balle. Non devi lavorare in studio, in questi giorni devi fare promozione. Si può sapere che succede? Ho sentito dire che stai dormendo qua.»
«E allora?» La sua voce era roca, stanca.
«E allora?» gli fece il verso. «Non è normale, sei uno straccio! Non posso preoccuparmi? È successo qualcosa con Chiara? Ho sentito che non sta venendo al lavoro...»

La faccia di Yoongi assunse un'espressione scocciata. «Chiedilo a lei» disse con tono stizzito, per poi allontanare Hoseok e chiudere la porta.

Il ballerino rimase a fissare la porta per qualche secondo, stranito. Cos'era mai potuto accadere fra quei due da ridurre così il suo amico? Chiara aveva fatto qualcosa?
Si diresse verso l'ascensore e le inviò un messaggio. Se Yoongi non voleva dargli spiegazioni, forse lo avrebbe fatto lei.

"Ehi, tutto bene? So che non stai venendo al lavoro. Sei malata?" fece finta di non sapere che l'amico dormiva in studio.
Il messaggio risultava consegnato ma non letto.
Hoseok tornò a casa e si fece una doccia, ma dopo un'ora non aveva ancora ricevuto risposta.

"Sono un po' preoccupato, ho visto Yoongi alla Hybe ed era un tale rottame. Tu stai bene?"
Silenzio.

Provò a telefonare ma squillava a vuoto.
Hoseok cominciava a provare una strana inquietudine. Quella situazione non era normale ma non sapeva cosa fare. Il suo amico era chiuso nel suo studio, e non aveva intenzione di parlare, e l'altra sembrava sparita nel nulla.

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