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Taehyung non faceva che piangere, non riusciva a trattenersi.
Quel giorno avrebbe voluto essere ovunque tranne a quella riunione. Voleva stare in casa a stordirsi con vino e musica jazz, voleva dimenticare chi era ma, soprattutto, voleva scordare quello che aveva fatto.

Aveva bisogno di sfogarsi con i suoi amici, ma sembravano tutti presi dalle loro faccende e, a giudicare dalle loro facce, erano questioni piuttosto serie. Cominciava a capire perché Jungkook non aveva risposto alle sue chiamate. Come si era procurato quel taglio sul labbro?

Cacciò indietro le lacrime e provò a concentrarsi sul racconto del manager, forse pensare ad altro lo avrebbe aiutato. Il nodo alla gola, però, era troppo forte. Strinse le labbra e deglutì a fatica. Non poteva aver perso la persona che amava, non lo accettava. Doveva esserci un modo per porre rimedio!

Era stato sincero con lei, ma il senso di colpa lo aveva lacerato e non poteva conviverci. Già quelle poche ore erano state sufficienti.
Forse si era sbagliato, forse avrebbe dovuto tacere e conviverci. Se fosse stato abbastanza forte da sopportarlo avrebbe ancora Yunseo al suo fianco.

Desiderava che Jimin, seduto accanto a lui, gli desse una pacca amichevole sul ginocchio, che capisse quanto stesse male, ma anche lui, come tutti gli altri, era concentrato su altro.
Taehyung non sapeva a chi chiedere aiuto e si sentiva soffocare.
"È solo colpa mia..."

«A Parigi?» aveva chiesto a voce alta, dopo aver riletto il biglietto d'invito a un evento di Céline.
«Sì, solo per tre giorni» confermò il manager.
«Posso portare anche...?»
«No, lo sai. Ci saranno fotografi ovunque. Sarà già abbastanza complicato farti uscire dall'aeroporto» intervenne Doyoon.
«Okay, vada per Parigi, allora!» sorrise il cantante. Avrebbe voluto portare Yunseo con sé, ma era prematuro. La loro relazione non era ancora stata resa pubblica. Si frequentavano da circa otto mesi e non si sentiva pronto a buttarla in pasto ai lupi. Certo, era snervante fare tutto di nascosto, ma d'altra parte non aveva voglia di leggere i commenti degli hater e dover assegnare un bodyguard alla ragazza. Desiderava farle vivere una vita normale ancora per un po'.

Taehyung era un inguaribile romantico. Aveva sempre idealizzato l'amore e, quando si ritrovava a viverlo davvero, spesso era scappato perché si annoiava subito. Passata l'adrenalina dei primi tempi si sentiva disilluso poiché la realtà era diversa dall'idea che aveva lui dell'amore.
Osservava le altre coppie e desiderava vivere ciò che provavano loro; gli sembravano così felici! Invece lui non sembrava essere destinato a provare quei sentimenti, quel senso di appagamento che provava solo quando sognava a occhi aperti, oppure quando mentre dormiva sognava di amare una donna speciale e, al risveglio, percepiva ancora quelle forti emozioni che lo accompagnavano per il resto della giornata.

Aveva invidiato Jin quando si era sposato: era tutto così perfetto! Lui e Hae si guardavano con così tanta dolcezza e presto sarebbero diventati genitori. A volte si immaginava al posto del suo hyung; gli sarebbe piaciuto avere dei figli e non voleva aspettare troppo, voleva essere un papà giovane per poter giocare con loro.

Quando aveva conosciuto Yunseo era partito in quarta: aveva cominciato a fantasticare su di lei giorno e notte, immaginava il loro futuro insieme, che tipo potesse essere... Sapeva di non doverla idealizzare troppo, o ne sarebbe rimasto deluso come sempre, ma non riusciva a fermarsi.
Per la prima volta, però, non si era ancora stancato.

Aveva scoperto di stare davvero bene con lei: le piaceva il jazz come a lui, si divertiva a ritrarla con la sua macchina fotografica, e le piaceva disegnare! C'erano pomeriggi in cui, uno accanto all'altra, si mettevano davanti a una tela e dipingevano. Era divertente, alla fine, vedere quanto fossero diversi i loro stili!
Tae aveva scoperto di essere davvero innamorato di Yunseo e non solo dell'idea di lei che si era fatto in testa. La realtà aveva superato la fantasia! Amava prendersi cura di quella bellissima creatura.

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