«Oddio, è così imbarazzante!»
«Abbastanza» pigolò Jimin. «Se esco da quella porta troverò la tua amica che mi farà domande, vero?»
Johanna storse il naso. «Juliette è a posto.»
I due si guardarono ancora una volta e distolsero lo sguardo.
La sera prima, quando la ragazza si era allontanata dal gruppo, lui l'aveva seguita e l'aveva trovata in un angolo, in preda all'ansia.
Era un panico immotivato, ripeteva che era stanca di doversi sudare ogni cosa e di arrivare sempre troppo tardi. Aveva provato a calmarla, e a farla ridere, ed era riuscito a tranquillizzarla un po'.
«Scusami, quando bevo troppo a volte divento paranoica» aveva provato a giustificarsi la tedesca.
«Non fa niente» gli aveva sorriso lui.
«Sei carino, Park Jimin» gli aveva detto, schietta.
Il cantante si era passato la lingua sulle labbra e si era lamentato: «Solo carino? Sono sorpreso...» Si era avvicinato di più a lei, anche se doveva guardarla dal basso all'alto. "Cazzo, è alta quando Namjoon!" aveva pensato.
Johanna aveva sorriso e gli aveva detto che gli concedeva un "molto carino", poi gli aveva fatto cenno di seguirla fuori.
«Beh? Che aspetti a baciarmi? Vuoi farmi concludere la serata triste?» gli aveva chiesto con le braccia incrociate.
Dopo averla baciata l'aveva seguita fino al suo appartamento e ci avevano dato dentro fino a che, al risveglio, col sole ormai alto nel cielo, si erano resi conto di non piacersi.
Si erano guardati in silenzio per qualche minuto, incapaci di proferire parola e, quando si erano resi conto di essere nudi ed esposti, si erano tirati le lenzuola fin sotto il mento.
«Io...» aveva sussurrato Jimin.
«Oddio, Jimin, non so come dirtelo ma...», la giovane aveva preso un bel respiro, «non sei il mio tipo.»
Il cantante era rimasto un po' sorpreso, ma stranamente sollevato. Di solito un due di picche lo mandava in paranoia, lo rendeva ancora più insicuro ma, in quel caso, si sentiva liberato di un peso.
«Ah, no?»
«Mi dispiace, ieri avevo bisogno di un po' di attenzioni e tu, non fraintendermi, sei bellissimo, e stanotte è stato divertente e mi è piaciuto, però non voglio illuderti.»
Jimin aveva cercato di restare serio, anche se gli veniva da ridere. «Illudermi?»
«Sì, insomma, non credo che dovremmo rivederci in questo modo, non funzionerebbe.» Johanna aveva terminato la frase puntando lo sguardo colpevole sul soffitto bianco.
«Jo?» la pungolò con un dito sulla spalla tatuata. «Ehi?»
La giovane stringeva le labbra per l'imbarazzo e Jimin si avvicinò a lei con sguardo serio, mettendola ancora più a disagio.
«Johanna» aveva bisbigliato con voce gracchiante. Voleva fare il serio e farla preoccupare ancora per un po', ma era scoppiato a ridere e la ragazza lo aveva guardato, forse ancora più impensierita.
Jimin aveva seguitato a ridere, fino a riuscire a dirle che era lo stesso per lui.
«Idiota!» Jo gli aveva lanciato il cuscino in faccia.
«Quindi siamo a posto?» gli aveva chiesto, in cerca di rassicurazione.
«Tranquilla! Non mi hai spezzato il cuore.»
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Crystal Noodle Soup
FanfictionAttenzione! Questa fanfiction è lo spin-off e seguito di "7 in più sotto il tetto". Per questo vi consiglio di leggere prima l'altra storia, poiché in questa sono contenuti numerosi spoiler, inoltre vi aiuterà ad avere una visione più dettagliata de...