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«Dai, sali!» Taehyung fece scattare la serratura della sua Hyundai Genesis e Hoseok si mise a sedere sul sedile del passeggero.
«Non doveva venire anche Jimin?» chiese mentre si allacciava la cintura.
Tae scosse la testa. «Non viene perché, testuali parole, Sunhee non vuole.»
L'amico strabuzzò gli occhi e l'autista fece una smorfia di disgusto.
«Come non vuole?»
«Ah, bisognerebbe chiederlo a lei. Anzi no, bisognerebbe chiedere a lui perché si sta rincoglionendo così.»
Hobi guardò Tae di sottecchi. «Non ti piace quella ragazza, eh?» Lui non l'aveva ancora incontrata. Ne aveva sentito parlare da Jimin e i pochi che l'avevano conosciuta.
Taehyung dondolò la testa e sbuffò. «No, mi sta proprio sul cazzo se devo proprio dirla tutta.»
Il rapper scoppiò in una delle sue risate cristalline. «Ah, però. Non pensavo provassi così tanto astio nei suoi confronti.»
Tae diede un colpo al volante, mentre continuava a fissare la strada e a muoversi nel traffico di Seoul. «Dimmi: quante volte hai sentito Jimin negli ultimi tempi? Quante volte vi siete visti?»
Cercò di fare mente locale. In effetti lo stava sentendo di meno rispetto al solito.
«Lo invito a uscire e non può mai perché è con quella lì. Gli mando un messaggio e risponde dopo tre ore a monosillabi. La sua galleria di Kakao è piena di foto di loro due... Prima c'erano le nostre foto, le nostre!»
«Sei geloso?» A Hobi venne da ridere; Tae aveva un diavolo per capello. Lui e Jimin erano molto uniti e forse si sentiva un po' messo da parte, ora che l'amico stava frequentando una ragazza.
«Aaah, Hobi, non ti ci mettere per piacere! Non sono geloso. È che quella Sunhee non mi piace. C'è qualcosa in lei che mi repelle.» Assunse un'aria disgustata e fece il gesto di pulirsi il braccio da qualcosa di sporco.
«Io me la ricordo una gran figa...»
«Sì, lo è, ma è anche... non so. Io mi fido del mio istinto, lo sai. E poi ho fatto un sogno in cui lei aveva i capelli come quelli di Medusa, hai presente? Tutti quei serpenti...»
«Odio i serpenti!» Hoseok, in realtà, aveva problemi con un sacco di animali e insetti. A volte bastava un'ape innocente per farlo urlare di terrore.
«Ecco! Aveva serpi al posto dei capelli e portava un Jimin di pietra al guinzaglio!»
Hobi esplose in una risata. Era un'immagine terrificante e ridicola al tempo stesso.
«Smettila di ridere! Sono serio io!» Tae gesticolava e lo guardava offeso. «Quando mi sono svegliato ho sentito la voce del mio angelo che diceva di prestare attenzione ai sogni.»
«Ah, beh, se l'ha detto il tuo angelo...» Hobi alzò le mani in segno di resa.
Tae scosse la testa e borbottò: «Nessuno mai che mi crede; poi, però, i fatti dimostrano che avevo ragione.»

«Eccoci arrivati!» disse Taehyung con entusiasmo, indicando le porte scorrevoli dell'edificio; uno dei tanti a Gangnam.
Entrarono e presero l'ascensore per il settimo piano. Tae suonò il campanello e attesero che qualcuno aprisse la porta su cui c'era scritto "Ynis Vitrin Holistic Centre". Sotto c'era un logo che catturò l'attenzione di Hoseok: due cerchi che si compenetravano, creando una sorta di occhio al centro e attraversati da una linea verticale.

«Benvenuti, seguitemi.» Una donna di mezza età, e sorridente, fece loro strada fino alla reception.
Il verde delle piante e il viola delle pareti la facevano da padrone, insieme al rumore dell'acqua dato da alcune fontanelle e al profumo di fiori ed erbe.
«Io ho prenotato un trattamento con Yunseo, invece il mio amico è nuovo. Gli ho prenotato un massaggio con Olga» spiegò Tae alla ragazza dietro alla scrivania, che gli sorrise.
«Lo so. Ormai la conosciamo bene qui. Le chiamo subito Yunseo.» Mandò un messaggio col telefonino e poi si rivolse a Hoseok. «Benvenuto all'Ynis Vitrin, io sono Gulmi. Per qualsiasi problema, o reclamo, può rivolgersi a me. Prima di mandarla da Olga, che è bravissima, avrei bisogno di compilare alcuni moduli.»
Hoseok annuì e vide comparire sulla soglia dell'area attigua una giovane donna dai lunghi capelli neri e le labbra carnose.
«Signor Kim? Bentornato, mi segua pure.»
Doveva essere Yunseo, a giudicare da come la stava guardando Tae, che la seguì dietro la porta come un cagnolino adorante.

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