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"Stai benissimo!" scrisse Hobi ad Aria, che gli aveva mandato una fotografia con indosso la sua divisa scolastica.
Presto avrebbe cominciato a frequentare un istituto internazionale a Seoul ed era su di giri.
"Mamma mi ha già minacciata" gli rispose lei. "Dice che, per lo studio, devo mostrare lo stesso entusiasmo che ho per questa divisa. Mi rovina l'atmosfera!"
A Hoseok scappò una risatina. Aria forse non aveva ben chiara quanto fosse impegnativa la scuola in Corea. Non che in Italia non lo fosse, ma tendevano vivere le cose con meno pressione.

Cambiò la schermata della chat e aprì quella di Olga. Si erano scritti qualche volta, ma non erano ancora riusciti a vedersi; sembrava che i loro giorni liberi non coincidessero mai.
Hobi si era chiesto se, quelle della bionda, non fossero scuse per evitarlo. Eppure rispondeva sempre e talvolta era lei a scrivergli per prima, sempre con toni gentili.
"Hoseok, ho una buona notizia. Forse il tuo amico Taehyung te l'ha già detto: domani sera hanno organizzato una piccola cena, in quel nuovo ristorante fusion che hanno aperto a Gangnam. Io sono libera, ci sarò, e tu?"
L'uomo ci pensò qualche secondo. Tutte le volte che le aveva chiesto un appuntamento gli aveva detto che non poteva e, ora che aveva organizzato Tae, era libera.
Grugnì e sospirò. Non voleva che le sue paranoie prendessero il sopravvento. Aveva l'occasione di rivederla e doveva approfittarne. Nel frattempo gli arrivò la conferma di V, che gli annunciava con orgoglio che era riuscito nell'intento di organizzare un'uscita a quattro.
"Certo, ci sarò."

«Hanno tagliato la scena del bacio!» si lamentò Seokjin.
«Sul serio?» Yoongi appoggiò il bicchierino di liquore ambrato sul tavolino. La casa di Jin era arredata nei toni del bianco ed era molto luminosa. Aveva deciso di restare a The Hill, ad Hannam, un luogo che considerava casa da ormai molti anni. Era un residence sicuro e molto sorvegliato e per questo, anche dopo il matrimonio, era rimasto a vivere lì.
«Sì, perché altrimenti per i fan poteva essere uno shock.» L'uomo lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi.
«Uno shock peggiore del vederti sposato?» ridacchiò Hoseok, che scosse la testa.
Jin stava per coronare il suo sogno di diventare attore. Era stato scritturato come protagonista maschile per un drama romantico. Niente di innovativo: lui avrebbe interpretato il CEO di un'importante azienda, che si imbatteva per caso di una fioraia per cui avrebbe perso la testa. L'amore, però, non sarebbe sbocciato subito. I due, all'inizio, sarebbero stati nemici giurati poiché il personaggio di Jin voleva acquistare, e abbattere, il palazzo in cui si trovava il negozio della donna.
«Così, alla fine, quando i due personaggi ammetteranno di essere innamorati, si limiteranno ad un abbraccio» spiegò il novello attore. «Vieni amore, abbracciamoci!» Fece finta di correre incontro all'amata. «Dai, è ridicolo, no?»

«Abbastanza» commentò Yoongi. Si stiracchiò le braccia e sbadigliò. «Non so voi, ma non ho molta voglia di andare a New York» rivelò, riferendosi al viaggio imminente della band. Dovevano partecipare a un noto talk show televisivo, in cui erano già stati ospiti diverse volte, negli anni precedenti. Anche se non avevano un nuovo album in uscita, dovevano mantenere sempre alta l'attenzione del pubblico e, per questo motivo, non potevano sparire per troppo dalle scene.
«Neanche io» ammise Hobi. Avrebbero dovuto prendere un volo intercontinentale per fermarsi negli States solo per tre giorni; era una sfiancata per tutti.
«Ci pagano? Sì. Quindi andiamoci e facciamo del nostro meglio» disse Jin che, quando voleva, sapeva ragionare in modo più lucido di tutti gli altri.
«Poi ci chiederanno: "E la fidanzata? E la moglie? E sto cazzo?» Yoongi emise un gorgoglio con la gola, come un tipico coreano infastidito.
Hobi guardò gli amici quasi con pietà. Quanto meno a lui non avrebbero rivolto domande troppo personali. Non c'era proprio niente da raccontare. Non ancora, per lo meno.

Juliette posizionò l'ultimo cristallo e cominciò il trattamento. Si unse le mani con gli oli essenziali e le sfregò fra di loro per scaldarle, poi prese il piede destro di Hoseok e cominciò a massaggiarne la pianta.
Il rapper aveva deciso di fare un'altra seduta di massaggio coi cristalli perché voleva liberarsi dei fardelli passati il più possibile, prima dell'appuntamento serale con Olga.
Era un po' scettico, ma il trattamento precedente gli aveva smosso qualcosa di profondo e sentiva di dover proseguire, soprattutto se voleva rifarsi una vita.
Tutte le volte che la donna arrivava ai chakra del cuore e della gola, Hobi si sentiva male. Percepiva un peso, formicolii, angoscia e voglia di piangere o gridare. Se provava quelle sensazioni, si era detto, era perché stava funzionando; doveva solo tenere duro.
«Per oggi abbiamo finito. Come va?» gli chiese la giovane donna.
«Shakerato!» rise lui, infilandosi la maglietta.
Juliette sorrise, quasi divertita. «Lo so. I miei trattamenti non sempre sono rilassanti!» Fece un leggero inchino a mani giunte, come a implorare perdono.
«Forse un allenamento di boxe con JK avrebbe lo stesso effetto» scherzò Hoseok.
«Il bel timidone! Invece Namjoon come sta?» La donna strappò la carta usata dal lettino da massaggio e la gettò in un cestino.
Hobi ricordò che i due avevano chiacchierato molto quella sera in discoteca.
«Sta bene. L'ho sentito poco fa perché fra qualche giorno partiamo per New York, per un'apparizione televisiva, se vorrai vederla...»
«Anche lui mi ha dato l'idea di avere dei conti in sospeso, come te.» Arricciò il naso e Hobi notò meglio le lentiggini che lo costellavano.
«Leggi nella mente delle persone?» le chiese, un po' provocatorio.
«No, ma che dici? Sono solo un po' empatica, credo.» Spruzzò dell'igienizzante sulle superfici e cominciò a passare uno straccio.

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