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L'aveva portata a Itaewon, in un locale esclusivo dotato di una terrazza sul tetto, da cui si godeva di una bella vista sul quartiere, sempre così vivo e pieno di luci durante la notte.
Contava sulla discrezione del ristoratore, che aveva pagato bene per far sì che nessuno li disturbasse.

«Questa carne è ottima» commentò Olga, tamponandosi le labbra con un tovagliolo.
«Sono contento che ti piaccia.» Finalmente erano soli. La donna aveva risposto quasi subito al suo invito a uscire e Hoseok non poteva che esserne contento.
Era lì, con la donna che aveva solleticato la sua fantasia negli ultimi mesi, eppure gli sembrava che non avessero molto da dirsi.
C'erano lunghe e imbarazzanti pause, fra una conversazione e l'altra, da cui Hobi non sapeva come uscire.

«Ce n'è di gente, eh?» osservò, guardando i tanti passanti due piani più sotto. C'erano molti stranieri lì, da sempre, e lo si poteva notare anche dai numerosi ristoranti etnici disseminati nel quartiere, costellato di scalinate e salite.
«Eh, sì...»
Silenzio.
«Vuoi dell'altro vino?»
«Certo, grazie.» La giovane allungò il calice e Hoseok gliene versò un po'. Sbirciò nella sua scollatura generosa e sentì un fremito corrergli alle parti basse.
Era attratto da lei, non poteva negarlo.
Durante la serata non fece che immaginare cosa celasse quell'abito aderente. Aveva i capezzoli chiari o scuri? Le sue natiche erano sode o morbide? Provò a immaginarne la consistenza, sperando di poter presto trovare conferma della propria idea nella vita reale.

«Di solito cosa fai nel tempo libero?» le chiese. Non sapeva più cosa inventarsi per non fare morire la conversazione.
«Vado in palestra...»
"Culo sodo, allora" pensò subito lui.
«... esco con gli amici...»
«Ne hai tanti?» Hoseok fece girare il vino nel calice e ne bevve un sorso. Voleva sapere di più di lei; gli sembrava ancora un libro chiuso, inaccessibile.
«Ne ho alcuni... e tu invece?» Si sporse in avanti, mettendo in mostra il davanzale, per la gioia del suo interlocutore.
«Ho tanti amici, ma pochi che posso considerare veri. Beh, i sei della mia band sono più che amici, sono fratelli.»
Olga sorrise: «Intendevo dire cosa fai nel tempo libero?»
«Ah, scusami, non avevo capito.» Hobi si scompigliò i capelli con la mano affusolata. «Quale tempo libero?» rise, con quel suo tono squillante e irresistibile.
«Giusto!»
«In questo periodo siamo un po' più rilassati perché stiamo lavorando ai nostri progetti solisti, per cui gli impegni come band sono più dilazionati nel tempo, anche se c'è sempre qualcosa da fare. Oggi, per esempio, siamo stati dalle sette del mattino fino alle cinque del pomeriggio su un set fotografico.»

Appena erano arrivati sul set, fuori città, Yoongi si era messo su una sedia e si era addormentato fino a che non era arrivato il suo turno di farsi truccare. Lui l'aveva fotografato e condiviso su instagram e i fan, col loro perfetto tempismo, stavano già invadendo la rete con nuovi meme basati su quello scatto. Erano fantastici, pensò.
Era stata una giornata di quelle intense e stancanti, ma divertente.
Avevano preso in giro Jimin, per la sua solita posa da "primo della classe" con la mano sul fianco, e ammirato la capacità di Taehyung di trasformarsi da cucciolo a modello sexy non appena si trovava davanti all'obiettivo.
Chiara era impazzita con Jin, che continuava ad agitarsi e a rovinarsi l'acconciatura. Il cantante lo faceva apposta; si divertiva a provocarla e vederla incazzata. Lei però, dopo un po' si arrabbiava sul serio e allora toccava a Yoongi calmarla.
«È il più vecchio ma si comporta come un bambino!» si era lamentata. «Guarda JK... Jin», lo aveva chiamato a gran voce, «guarda Jungkook com'è bravo!»
«Per forza,» aveva risposto Mr. Worldwide Bonazzo, «sta fermo perché si sta scrivendo con una tizia, vero?»
«Ah, sì? E chi è? Com'è? Quanti anni ha? Posso vederla?» Chiara aveva cambiato subito atteggiamento e si era avvicinata al maknae come una volpe con un povero coniglio pronto a essere divorato.

«Capisco... beh, almeno hai avuto il tempo per questa cena» Olga aveva sorriso e Hobi pensò che fosse bellissima.
«Dopo cena ti va di fare qualcos'altro? Che so, andare in un club... o se hai tu altre idee, proponi pure.»
«Mi affido a te.»
Fosse stato per lui, l'avrebbe portata al Trimage e le avrebbe mostrato la propria camera da letto, ma non voleva bruciare le tappe. Ormai si conoscevano da un po' e non voleva una one night stand da lei.
Le aveva proposto un club molto esclusivo di Gangnam, ma Olga gli era sembrata a disagio. Si era guardata attorno e aveva tergiversato un po' prima di rispondergli.
«Vedi... io... ehm...»
«Se non ti piace possiamo scegliere un altro genere di posto, non c'è problema.» Le aveva accarezzato le mano e la ragazza non aveva rifiutato quel contatto.
«Te ne sarei grata» sospirò.
«Andiamo in un locale hip-hop, allora. Ti va?» Forse era vestita un po' troppo elegante e non le sembrava tipa da club di quel genere, ma visto come aveva storto il naso prima, aveva provato a suggerirle qualcosa di diverso.

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