Undici - Situazioni inaspettate

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La mattina dopo il primo a svegliarsi fu Harry. La luce del sole che filtrava dalla tenda gli colpì le iridi verdi e lo costrinsero a chiudere gli occhi dal fastidio. Spiaccicò la faccia sul cuscino e una serie di brividi gli colpirono la spina dorsale. Solo a quel punto prese consapevolezza di una cosa. Era nudo e quella non era la sua stanza. Scattò a sedere e spalancò improvvisamente gli occhi. Cazzo.

Si prese un momento per guardarsi intorno: le pareti erano rivestite da cartongesso verde, le tende erano del medesimo colore e sul pavimento erano sparsi tutti vestiti tra cui i suoi. E poi si girò. Al suo fianco era steso un ragazzo dai capelli biondo platino, la schiena diafana e allenata era per metà coperta dalle lenzuola e il respiro era regolare. Harry spalancò gli occhi. Quello era Draco. Lo avrebbe riconosciuto ovunque.

Sul comodino posto accanto al letto c'era un lubrificante e a terra una carta del preservativo. Il preservativo stesso invece era vicino al lubrificante, sporco di un liquido bianco. Il corvino stava per sentirsi male.

«Draco» soffiò scuotendolo leggermente. Stava iniziando a sentire improvvisamente caldo. «Draco» lo richiamò più forte. Il ragazzo si mosse leggermente spostando il viso nella sua direzione.

«Mh?» mugolò ancora con gli occhi chiusi.

«Draco, svegliati».

«Ancora non te ne sei andata?» biascicò. Ma Harry non era una lei, e non intendeva mollare.

«No, Draco. Ti devi svegliare» continuò e solo a quel punto il biondo si decise ad aprire gli occhi. Se li stropicciò e si mise a sedere. Si prese qualche secondo, il tempo necessario per svegliarsi un minimo e poi posò lo sguardo su Harry. Sgranò gli occhi.

«E tu che cazzo ci fai nel mio letto?» quasi urlò.

«Me lo sto chiedendo da dieci minuti» sbottò.

«Io... tu... noi non avremo mica.... oh dio» si mise le mani tra i capelli biondi tirandoseli. «Harry che cazzo è successo?».

«Non è palese?» disse con un sorriso nervoso dipinto sul volto. «Quanto cazzo abbiamo bevuto?».

«Harry, ma chi se ne frega di quanto abbiamo bevuto. Siamo nudi nel mio fottuto letto, un cazzo di lubrificante con un preservativo vicino sul comodino. Ti stai rendendo conto di quello che è successo?» sbottò.

Harry chiuse gli occhi e si ributtò sul letto con le mani sul volto. Non avrebbe mai voluto che accadesse. «Siamo fottuti, Draco. Lo sai questo?».

«Lo so» soffiò. «Dobbiamo dimenticarcene».

Al corvino quasi venne da ridere. «Dimenticare? Per Godric, Draco. Abbiamo scopato!» quasi urlò. «E qualcosa mi dice che quello che l'abbia preso sia io, quindi, maledetto stronzo, che cosa cazzo vuoi che dimentichi precisamente? La mia verginità anale? Perché se è questo che intendi, quella è andata a farsi un giro insieme alla mia dignità proprio stanotte!» buttò fuori con tutta l'aria che aveva in corpo.

«Okay allora...» prese un lungo respiro. «Facciamo finta che non sia mai succ-...».

«Malfoy, forza! È ora di... oh cazzo!» urlò Theodore dopo aver spalancato la porta e averla richiusa con forza. «Porca puttana Draco, ma che cazzo hai fatto?!» urlò ancora.

Harry, a quel punto, si sbatté una mano sul volto. Adesso sì che erano fottuti, lo erano decisamente.

«Chiudi quella boccaccia, Theodore!» urlò da dentro la stanza. «Vai via da qui e non far entrare nessun altro. E soprattutto, non dire una sola parola di quello che hai visto!».

«E chi dice niente amico, mi ci vorranno tutti e due gli anni di scuola rimanenti per dimenticarmene» e solo a quel punto sentirono dei passi farsi sempre più lontani. Tirarono entrambi un sospiro prima di guardarsi.

«Ti ricordi qualcosa almeno?» chiese poi Draco.

«L'ultima cosa che mi ricordo è il tuo bacio».

«Ti ho baciato io?».

«Sì».

«Cazzo, scusa» si passò per l'ennesima volta la mano fra i capelli biondi. «Ho fatto un casino».

«L'avremo fatto comunque. Tu non c'entri o almeno... non completamente».

«Entriamo in seconda ora?» propose poi il biondo.

«Hai intenzione di farmi uscire da qui con tutta questa gente?».

Draco rise.

*

I ragazzi ebbero la conferma di chi dei due avesse passato la notte sotto. E Harry aveva ragione. Gli ci vollero venti minuti buoni per cercare di stabilizzarsi sulle gambe e evitare di zoppicare; tutto questo sotto gli occhi argentei di Draco che di stava sbellicando dalle risate. Il corvino era sicuro del fatto che il suo petto si fosse gonfiato d'orgoglio davanti a quella visione.

Un po' a fatica si rivestì e riuscì a passare per la Sala Comune dove poté infilarsi la sua divisa. Si diresse a lezione con Draco al suo fianco e riuscirono ad arrivare giusto in tempo alla lezione di Pozioni che avevano in comune. Entrarono e solo dopo una breve ramanzina, il professore iniziò la lezione.
Harry si trovava vicino a Ron che lo guardava sottecchi mentre Hermione aveva notato gli avesse lanciato più sguardi del solito.

«Che cosa è successo? Hai una faccia stravolta» sussurrò il rosso per non farsi sentire da Piton.

«Non adesso, Ron. Potresti avere un mancamento» sussurrò anche lui cercando di far svagare la conversazione.

«Oh Harry, ma dai. Non sarete mica andati al letto insieme?» scherzò Ron cercando di sdrammatizzare ma nessuna battuta poté essere più azzeccata. Harry lo guardò sottecchi e il rosso capì. Il sorriso dal suo volto sparì e gli occhi sembrarono stessero per uscirgli fuori dalle orbite. «Non è vero».

«Magari non fosse vero» sospirò passandosi le mani fra i capelli.

«Ma almeno ti ricordi qualcosa?»

«No, Ron. E adesso basta prima che Piton ci cacci a calci. E Il mio culo è già abbastanza sventrato».

Ron dovette trattenere una risata. Le lezione andò avanti in totale silenzio e Hermione dovette aspettare la fine delle lezioni per avere delle spiegazioni. Spiegazioni che le fecero venire i brividi e che la portarono a fare la seconda ramanzina della giornata a Harry. Lo sapeva che aveva sbagliato, che tutto ciò che era successo non sarebbe mai dovuto succedere, ma se fosse stato sé stesso in quel momento, era sicuro che fino a quel punto non ci sarebbe mai arrivato così come non ci sarebbe arrivato nemmeno Draco.

Era per questo che il corvino odiava l'alcol, era per questo che non beveva mai. Prima di Draco non si era mai spinto a tanto, non aveva mai perso il controllo e invece, quella sera lo aveva fatto. Aveva bevuto quel cocktail di troppo che lo aveva spinto nella situazione in cui si trovava in quel momento e ormai era troppo tardi per rimediare.

L'unica cosa positiva di tutta quella storia fu che Draco decise di non allontanarsi. A volte ancora lo cercava, a volte ancora lo spronava a seguirlo da qualche parte. E Harry lo faceva sempre perché ormai sapeva come comportarsi in sua presenza. Aveva lasciato per una volta alla testa di governare, ma non lo avrebbe più fatto. Voleva evitare di mettere a repentaglio la sua pseudo amicizia con Draco.

Stava bene quando era con lui. Non voleva che se ne andasse.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora