Trentadue - Bugie

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Era passata una settimana, una settimana in cui Draco aveva provato ad essere più presente ma alla fine era finito per sparire di nuovo.
Harry non sapeva più cosa pensare, cosa dire. Aveva fatto il possibile per credere alle parole del biondo ma puntualmente quello gli dimostrava sempre il contrario di ciò che diceva. E Harry era stufo.

Sembrava che il biondo lo stesse prendendo in giro perché non capiva come riuscisse ad essere così stronzo e menefreghista... non poteva credere che lo stesse trattando come se fosse uno stupido. Aveva aspettato abbastanza, lo aveva ascoltato troppe volte e perdonato altrettante e si era stancato di stare sotto i giochi subdoli di Draco Fottuto Malfoy.

Quella mattina si alzò dal letto più arrabbiato che mai, si vestì in fretta e raggiunse la Sala Comune di Serpeverde a passi svelti. Avrebbe aspettato lì fuori anche ore se necessario, aveva bisogno però di vedere Draco. Doveva smetterla di trattarlo con sufficienza, lui non era come una delle troiette che si portava dietro giusto per divertirsi ed era ora che lo capisse.

Passarono minuti interminabili, fino a quando il Buco del Ritratto non si aprì e mostrò Pansy Parkinson che appena incrociò lo sguardo di Harry sgranò gli occhi e sbiancò leggermente. Faceva così schifo di prima mattina? Harry se lo chiese per secondi interi fino a quando la ragazza non parlò.

«Oh, Potter... che ci fai tu qui?», la voce gli tremava leggermente ma finse comunque l'indifferenza. Quel comportamento gli sembrava strano... molto.

«Aspetto che Draco si faccia vivo» rispose semplicemente e la ragazza si schiarì la voce, come per riacquisire un minimo di calma.

«Non ti consiglio di aspettare qui, potrebbe vederti chiunque».

«Pensi me ne importi qualcosa, Pankinson?» sbottò. «Anzi, se riesci a farlo uscire mi faresti un gran favore!»

Pansy si grattò la nuca imbarazzata. «Non è qui, ora».

«Ah no? E dove cazzo vuoi che sia alle sette di mattina?» rispose stringendo i pugni. «Fallo uscire, Parkinson... ora».

«È con Blaise a studiare» rispose la giovane. «Abbiamo la verifica di Antiche Rune in prima ora, stanno ripassando».

«Ma se fino all'altro ieri lui e Zabini si prendevano a pugni!»

Pansy sospirò e serrò la mascella. «Senti Potter, non so cosa tu voglia ma vai via da qua, okay? Avrai tutto il tempo per parlare con Draco oggi ma non ti consiglio di farlo qui. Se il professor Piton dovesse trovarti, farebbe di te una poltiglia e ti mangerebbe, quindi, per favore, tornatene da dove sei venuto. Dirò io stessa a Draco che lo stai cercando».

Harry sciolse i pugni e incrociò le braccia al petto. La rabbia c'era ancora ed era anche ben presente ma in quell'occasione decise di trattenersi, infondo la ragazza non c'entrava nulla in tutta quella situazione. C'era solo un colpevole in tutto quello ed era Draco, nessun altro. Per quanto odiasse tutti i Serpeverde, non sarebbe stato corretto prendersela con chi non c'entrava nulla.
Sospirò per cercare di calmarsi un minimo e annuì. Tutta quella rabbia se la sarebbe tenuta per dopo, quando Draco sarebbe venuto a parlargli. Era lui l'unica persona che si meritava di essere trattata con sufficienza e così avrebbe fatto.

«Grazie, Parkinson» disse prima di girarsi e andarsene. Pian piano che si allontanava da quella Sala Comune, la rabbia aumentava sempre di più... non poteva credere al fatto che si rifiutasse anche di uscire dal suo dormitorio, aveva addirittura fatto pace con Blaise! Sembrava di trovarsi in un film.

Tornò nella sua Sala Comune e si sedette sul divano di pelle bordeaux posto al centro della stanza, tutto era ancora deserto e avrebbe avuto ancora qualche minuto di pace prima che Hogwarts si iniziasse ad affollare.

Non sapeva spiegare per quale assurdo motivo Draco avesse iniziato a comportarsi in quel modo. Non sapeva dire cosa fosse cambiato, cosa fosse successo, ma era sicuro che qualcosa era accaduto e tutto si riconduceva a quella notte in cui avevano deciso di unirsi, di lasciar spazio ai loro sentimenti e nient'altro. Tutto era cominciato da quando Harry gli aveva concesso di prendersi quell'unica parte di lui ancora intatta, ancora completamente pura, e dopo che gli aveva tolto anche quella, era sparito, si era allontanato distruggendo ogni singola cosa. Le belle parole non erano servite a niente, così come erano stati inutili tutti i baci e le carezze.
Harry era stato uno stupido, non avrebbe mai dovuto fidarsi, non avrebbe mai dovuto permettere al biondo di entrare nella sua vita e stravolgerla. Draco gli aveva dato motivi per andare avanti, gli aveva permesso di vedere un futuro, gli aveva concesso la felicità. Draco gli aveva dato tutto eppure in quel momento, seduto su quel vecchio divano, sentiva di non avere più niente.

La Sala Comune pian piano si affollò e Ron e Hermione lo raggiunsero prima che il corvino potesse rendersene conto. Si alzò dal divano e insieme andarono verso la Sala Grande per fare colazione: avevano bisogno di energie per affrontare la giornata, anche se Harry aveva la sensazione che gli sarebbe bastato ingerire qualsiasi cosa su quella tavola per vomitare. Passò tutto il tempo a giocare con il cibo che la sua migliore amica gli aveva messo a forza nel piatto aiutata da Ginny fino a quando non arrivò l'ora di alzarsi e dirigersi alla prima lezione della giornata: Trasfigurazione.

Harry non ascoltò una sola parola di quello che aveva spiegato la McGranitt e non prese un solo appunto. Aveva passato tutto il tempo con la testa china sul banco a scarabocchiare su un foglio bianco cose che non avevano un senso. E quando le lezioni giunsero al termine, il corvino fu invaso da un dubbio... un dubbio che gli fece torcere lo stomaco come mai prima d'ora.

«Hermione» la chiamò e la ragazza si girò verso di lui. «Tu non avevi Antiche Rune oggi?»

La riccia aggrottò la fronte. «No, Harry. È domani. Perché?»

Harry tremo. «Con chi hai le lezioni di solito? Con quale Casa?»

«Con i Serpeverde» rispose. «Ma Harry, perché questa domanda? Che succede?»

Il ragazzo chiuse gli occhi per attutire il colpo. «E avevate una verifica, per caso?»

Hermione scosse la testa. «No. L'abbiamo fatta la scorsa settimana. Ma perché?» continuò a chiedere ma Harry non trovò le forze di rispondere. All'improvviso sentì il mondo girare e fu costretto a fermarsi per poggiarsi alla parete più vicina. Le mani iniziarono a sudargli e le gambe a tremare.

Pansy gli aveva mentito. Non c'era nessuna lezione di Antiche Rune e tanto meno una verifica che dovevano fare. Come se non bastasse, a lezione di Pozioni non aveva visto Draco così come non aveva visto Astoria e gli sembrò improvvisamente di non saper più respirare.

Doveva correre da Draco e chiedergli spiegazioni. E stavolta non ci sarebbe stata nessuna Pansy Parkison a intralciargli la strada.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora