Harry avrebbe voluto imprimersi quei profumi nel cervello, sotto la pelle, nelle ossa. Avrebbe voluto non dimenticarsi mai di ciò che aveva sentito, degli sguardi che si erano lanciati e dei sorrisi che si erano dedicati. Così come avrebbe voluto imprimersi nei ricordi quella notte di fuoco che avevano passato solo pochi giorni prima perché era stato bene, era stato felice come non mai.
Draco gli faceva bene, gli faceva dimenticare quello che lo circondava. Lo rendeva tremendamente felice.Era passata una settimana da quel giorno, da quando avevano fatto l'amortentia e otto giorni da quando avevano passato la nottata e la mattina seguente a fare l'amore, a unirsi come mai avevano fatto prima d'ora e da quel momento tutto era andato in discesa.
Draco era sparito dalla circolazione, le sue presenza a lezione diminuivano sempre di più e anche i suoi migliori amici non avevano la più pallida idea di dove si nascondesse. Harry aveva sentito Blaise dire a Pansy che vedeva Draco di rado, solo la sera tardi quando rientrava nel loro dormitorio e poi la mattina usciva prima di tutti. L'aveva sentito dire che era diventato silenzioso e che teneva continuamente lo sguardo basso, come se avesse paura. Aveva anche sentito Theodore che diceva sempre a Pansy che l'aveva visto parlare con Astoria qualche giorno prima, la conversazione a cui aveva assistito sembrava essere stata tranquilla quindi aveva dedotto che avessero chiarito le incomprensioni che avevano avuto. Harry si sentì debole ad udire quelle parole perché per quale assurdo motivo il biondo avrebbe dovuto e voluto chiarire con Astoria Greengrass? Non trovava spiegazioni e motivi che potessero essere validi e che avessero un senso. Ugualmente però decise di non pensarci troppo, la sola cosa che gli importasse davvero era il suo benessere. Harry sperava tremendamente che Draco stesse bene.
*
«Draco?» lo chiamò Pansy appena fu dentro il suo dormitorio.
Il ragazzo alzò lo sguardo e si sedette sul letto. «Ciao, Pansy».
La ragazza sospirò e indicò con la testa il letto. «Posso?», Draco annuì. «Come stai?»
«Come settimane fa» fece spallucce stendendosi e mettendosi un braccio sotto la testa.
«Perché non stai venendo più a lezione? Potter sta iniziando ad insospettirsi».
Draco sospirò e si passò le mani sul viso. «Perché non ho il coraggio di guardarlo negli occhi e lasciare che capisca più del dovuto».
Pansy aggrottò la fronte. «Ma che dici, Draco? Come fa a-...».
«Lo fa» disse interrompendola. «Ha questo superpotere strano dove gli basta guardarmi per capire».
«Draco» lo chiamò prendendogli una mano. «Sei riuscito e continui a nascondergli che sei un Mangiamorte. Oltre a capire che c'è qualcosa che non va, non farà altro ma non puoi continuare ad evitarlo. Prima o poi si stuferà e verrà a cercarti».
«Sono stufo di dirgli bugie, non faccio altro da mesi ma non posso fare altrimenti, capisci? Lui non può sapere, non può...»
«Prima o poi lo scoprirà comunque, lo sai questo?»
«Sì ma non so se sia peggio che lo scopra o glie lo dica».
Pansy sospirò pesantemente e incrociò le gambe sul letto. «Diglielo, Draco» disse. «Starai meglio, dopo».
Scosse la testa. «Se ne andrà».
«Non lo farà».
«Sì che lo farà».
«Oh, andiamo Draco! Ma l'hai visto bene? Tu non hai idea di quanto quel ragazzo sia innamorato di te! Sei uno stupido, quello che stai facendo è infantile e immorale, non si merita questo comportamento da te e lo sai. Lo so che lo stai allontanando perché pensi sia la soluzione migliore ma lo sai anche tu che stai sbagliando perché se dovesse irrompere qui dentro, poi non potrai più mentirgli» sbottò la giovane. «Quel ragazzo è paziente, per quello che sta passando anche troppo, ma non fargli perdere la pazienza, non deluderlo, non distruggerlo perché a quel punto non ci sarà più nulla da fare. Hai capito, maledetto Malfoy dei miei stivali?»
Draco la guardò attentamente senza proferire parola per alcuni istanti. Pansy Parkinson gli aveva tolto tutte le parole dicendogli esattamente ciò che non aveva mai preso in considerazione fino a quel momento. Stava allontanando Harry per il suo bene, ma facendolo lo stava distruggendo e non si meritava questo, soprattutto dopo la bella nottata che avevano passato solo alcuni giorni prima.
«Adesso esci da qui e vai da lui, vai a risolvere il disastro che tu stesso hai causato. E muoviti».
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, scese dal letto e corse fuori dalla Sala Comune. Camminò velocemente lungo i corridoi fino a quando non arrivò davanti l'aula di Incantesimi dove una folla di studenti stava uscendo. Cercò di fare capolino tra le varie teste per cercare quella che gli interessava fino a quando non lo vide. Si fece spazio spintonando alcuni studenti e lo raggiunse, lo afferrò per un polso facendolo girare di scatto.
«Dobbiamo parlare».
Harry lanciò uno sguardo ai suoi due migliori amici e decise di seguirlo. Si fecero largo tra la folla e si appartarono dentro la classe di Trasfigurazione. Il corvino si poggiò alla parete e incrociò le braccia al petto.
«Che vuoi?»
«Mi dispiace, okay? Non volevo allontanarmi improvvisamente, non volevo farti pensare chissà cosa».
«Perché lo fai? Perché ti allontani continuamente? Che cosa ti ho fatto?»
Draco sospirò. «Ho paura. Ho paura perché non ho mai provato nulla del genere con nessuno e non so come gestirlo».
Stavolta fu il turno di Harry di sospirare. «Non ti allontanare, Draco... perfavore».
Il ragazzo si avvicinò piano e gli poggiò le mani sul viso. «Sono un disastro, lo so, e mi dispiace per questo. Sto facendo del mio meglio per farti stare bene».
Harry fece un mezzo sorriso. «Lo so» sussurrò. «E per far star bene anche Astoria?»
Il biondo aggrottò le sopracciglia. «Astoria? Che c'entra Astoria?»
«Lo so che siete più vicini del solito questo periodo... che diavolo stai combinando?»
Draco roteò gli occhi al cielo. «Niente, Harry. Le ho solo chiesto scusa per come l'ho trattata la prima e unica volta in cui ci siamo parlati».
«Lei è innamorata di te».
«Lo so e la cosa non cambia. Mi sono solo scusato, niente di più e niente di meno».
«Pansy non mi sembrava della stessa idea».
«Senti, Harry, non so cosa tu abbia sentito e non so nemmeno cosa abbia detto Pansy di così tanto assurdo per farti venire queste idee ma non c'è niente tra me e Astoria. Mi sono avvicinato per scusarmi perché non mi ha fatto niente e non si meritava di essere trattata in quel modo» spiegò. «Se mi fosse interessato di lei ora starei con lei e invece sono corso da te perché è te che voglio. Hai capito?»
Harry stette in silenzio per alcuni secondi, secondi che per Draco furono infiniti. Poi annuì. «Scusa, hai ragione».
Il biondo gli passò una mano sulla guancia e fece un mezzo sorriso. «Non fa niente, non pensiamoci più».
Piano si avvicinò e lo baciò facendo in modo che tutti i giorni in cui non si erano visti e non si erano parlati si annullassero. Harry lasciò che Draco lo baciasse e che tutto tornasse al suo posto. Si meritavano un po' di tranquillità.
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Eclissi di Luna - Drarry
Fanfiction«Mia madre mi racconta sempre che sono nato durante un'eclissi di luna. Il cielo aveva poche stelle e per questo hanno deciso di darmi il nome di una costellazione. Quella notte la stella ero io» sussurrò il ragazzo biondo mentre guardava il cielo s...