Diciannove - L'ultima notte

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Harry poggiò la mano sulla guancia del biondo per attirarlo di più a sé. Approfondì il bacio e lasciò che le mani di Draco finissero sui suoi fianchi per stringerlo di più a sé. Erano chiusi in una bolla da dove non avevano intenzione di uscire, erano solo loro, la luna, le stelle e il leggero venticello che tirava. Tutto il resto era sfondo.

Lentamente indietreggiarono fino a quando la schiena di Harry non sbatté contro il muro e sussultò sulle labbra del biondo. Le loro lingue si intrecciarono e le sue mani finirono fra i suoi capelli platino. Harry non avrebbe mai voluto che finisse.

Ma la fine arrivò e Draco si staccò guardandolo negli occhi. Le guance erano arrossate e i capelli corvini più disordinati che mai; le labbra erano rosse e gonfie e il respiro irregolare. Allo stesso modo Draco aveva la guance pallide arrossate, i capelli scompigliati come non lo erano mai stati e le labbra gonfie per i baci che si erano dati. Rimasero qualche secondo a fissarsi, il tempo necessario per realizzare ciò che era accaduto. Era il bacio migliore che avessero mai dato in tutta la loro vita.

Draco si riavvicinò piano e lo baciò di nuovo. E Harry lo lasciò fare perché per lui sarebbero anche potuti andare avanti tutta la notte.

«Fammi smettere, Potter» sussurrò sulle sue labbra tra un bacio e un altro.

«Zitto» rispose mordendogli il labbro inferiore.

Il Serpeverde si zittò e riprese a baciarlo come se nulla fosse. Le sue labbra erano morbide e non aveva nessuna intenzione di staccarsi. Erano una vera e propria droga. Ma furono costretti a staccarsi quando dei rumori giunsero nel loro campo uditivo. Sgranarono gli occhi e Draco prese la mano di Harry costringendolo a seguirlo.

«Muoviti» sussurrò con un piccolo sorriso dipinto sul volto il biondo mentre lo trascinava via. Il corvino cercava di stare al passo ma Draco era decisamente più veloce di lui.

Corsero fino a quando non si furono allontanati dalla Torre di Astronomia. Si poggiarono a una parete per cercare di riprendere fiato e Harry scosse la testa divertito. Rise facendo scivolare la schiena lungo la parete.

«Perché ridi?» chiese Draco con un inevitabile sorriso dipinto sul volto.

«Perché tutto questo è assurdo».

Aveva ragione. Il biondo si sedette al suo fianco e, ancora sorridendo, lo guardò.

«Sta zitto, Potter. Stiamo facendo un bel casino».

«È stato solo un bacio. Domani sarà tutto finito e vedrai che durante l'estate ce ne dimenticheremo».

Seguirono attimi di silenzio. Draco non sembrava essere della stessa opinione perché il sorriso gli scomparì dalle labbra e si schiarì la voce.

«Questa volta è diverso» soffiò. Harry si girò verso di lui con un sopracciglio alzato.

«Che intendi?».

«Questa volta non eravamo ubriachi, questa volta lo abbiamo fatto consapevolmente, perché lo volevamo. Non penso ce ne dimenticheremo così facilmente».

Il corvino sospirò fortemente. «Cosa vuoi fare, Draco?».

«Voglio lasciare che le cose vadano. Senza pressioni, senza pretese. Ma non voglio dimenticarmene, non come abbiamo fatto la prima volta».

Harry chinò le labbra in un piccolo sorriso. «Ti stai innamorando di me, Malfoy?» lo punzecchiò e Draco scosse la testa divertito.

«No, Potter. Non potrei mai. Il mio cuore non è fatto per innamorarsi».

Il Grifondoro non fu d'accordo ma non disse nulla. Tutti erano fatti per l'amore, non esisteva persona che non potesse innamorarsi, ma era sicuro che Draco lo avrebbe imparato a tempo debito.

All'improvviso il rumore dei passi tornò e si intensificò man mano che passavano i secondi. Harry e Draco sgranarono gli occhi di nuovo e si alzarono in tutta fretta pronti a ricominciare a correre. Dovevano tornare nelle loro Sale Comuni e farlo prima possibile.

«Da qui siamo vicini alla mia Sala Comune, riesci a tornare nella tua senza farti scoprire?» gli chiese il biondo tra un corridoio e un altro.

«Sì» confermò il corvino pronto ad aumentare il passo. Una volta che Draco se ne sarebbe andato, lui avrebbe dovuto correre più veloce che mai. Non voleva che Filch lo scoprisse, in particolar modo l'ultima notte prima del rientro.

Appena furono davanti la Sala Comune di Serpeverde, Draco fece per allontanarsi per entrare dal Buco del Ritratto ma prima che Harry fuggisse si fermò. Era come se si fosse dimenticato qualcosa... qualcosa di estremamente importante.

«Potter» lo chiamò e il corvino si girò velocemente, stava già correndo via. Non voleva che i passi lo trovassero di nuovo. Draco si allontanò di nuovo dal Buco del Ritratto e accelerò di poco il passo per raggiungerlo. In un attimo le sue labbra rosee furono di nuovo su quelle più rosse del Grifondoro che non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.

«Devi ringraziare Godric che questo sia accaduto a poche ore dalla fine della scuola, altrimenti ti saresti ritrovato a fine anno con le labbra consumate» sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca. Dei brividi gli percorsero la spina dorsale e lo baciò di nuovo, non avrebbe mai voluto staccarsi.

Ma quei passi di nuovo udibili li costrinsero. Harry si staccò velocemente e gli diede una leggera spinta per allontanarlo da lui.

«Muoviti, rientra» lo spronò e il Serpeverde corse via nella sua Sala Comune solo dopo aver detto la parola d'ordine.

Harry a quel punto fuggì e a perdifiato cercò di raggiungere la sua Sala Comune dove, era sicuro, che Ron e Hermione lo stessero cercando. Era sparito da subito dopo il Banchetto e si era fatto tardissimo. Nemmeno si erano accorti dell'ora assurda che avevano fatto. E infatti, appena rientrò con il fiato corto e le gambe che gli tremavano dalla troppa corsa, Hermione gli si parò davanti con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

«Ma dove diavolo eri finito?» lo sgridò. «È mezzanotte inoltrata, Harry! Domani mattina dobbiamo svegliarci presto! Ti ricordi o no che abbiamo l'Hogwarts Express che deve riportarci a casa?».

Harry non riuscì a rispondere, il fiato gli mancava talmente tanto che non riusciva a formulare nemmeno mezza parola. Si sedette sul divano al centro della sala e cercò di riprendere fiato, quanto più possibile.

«Perché sei conciato così? Quanto diavolo hai corso?» si intromise Ron.

«Per tutto il castello, Ron. Probabilmente Filch ci stava inseguendo» spiegò brevemente.

«Ma quei capelli? Amico, davvero, sembrano un cespuglio di rondini».

Harry si passò una mano fra di essi istintivamente e lo guardò pronto a rispondere. «Sono sempre così, Ron. C'è mai stato un giorno in cui li ho avuti in ordine?» chiese retorico sperando che quello bastasse a non mandare avanti quella conversazione. Non si sentiva ancora pronto a dire ai suoi amici che Draco Malfoy lo aveva baciato e anche più volte. Doveva prendersi del tempo per metabolizzarlo lui stesso e solo allora glie ne avrebbe parlato.

Prima di allora sarebbe rimasto un segreto. Un segreto custodito nel cuore che non avrebbe fatto male. Per nessun motivo al mondo.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora