Trentotto - Torna a sorridere

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Harry si girò di scatto e quando vide il corpo di Silente cadere giù dalla Torre di Astronomia rabbrividì. Sgranò gli occhi e si girò verso Piton che lo stava guardando impassibile. Aveva ucciso Silente. Piton aveva ucciso il Preside.

Il suo sguardo saettò poi su Draco che lo stava guardando con il respiro irregolare. La manica della giacca era ancora alzata e gli occhi leggermente lucidi. Non poteva credere a ciò che aveva visto, a quello a cui aveva assistito. Silente era morto per mano del Professor Piton e aveva avuto la prova schiacciante che Draco fosse un Mangiamorte. Dopo tutto quel tempo i suoi dubbi erano stati sciolti ma forse, era meglio che non si sciogliessero perché ora si sentiva come spaccato a metà e sentiva di non avere scampo; non più almeno.
Bellatrix Lestrange prese Draco dalla manica della giacca e lo spinse giù lungo le scale a chiocciola per farlo scendere, per farlo allontanare prima possibile da lì. E Piton li seguì. Corsero via fino a uscire nel giardino e Harry li seguì a perdifiato.

«Piton!» urlò ormai allo stremo delle forze. «Lui si fidava di lei!» sbottò marciando a passo deciso. «Codardo, combatti!» urlò ancora lanciandogli uno Schiantesimo ma fallendo miseramente: Piton fece rimbalzare l'incantesimo e Bellatrix glie ne lanciò un altro, un Cruciatus a causa del quale il corvino cadde a terra dolorante.

«No!» urlò poi da lontano Draco cercando di avvicinarsi quanto più possibile ma Bellatrix lo bloccò. «Stia fermo! La prego... non lo tocchi!»

«Portalo via, Bellatrix. Io vi raggiungo» ordinò il professore.

«No! Professore... la prego!» supplicò il biondo ma fu l'ultima cosa che Harry sentì perché poi la voce scomparve come tutto il frastuono che c'era stato. Ora rimanevano lui e Piton.

«Che ti credevi, Potter? Che ti avrei fatto salvare dall'amore che hai perso?» parlò Piton.

Harry scosse debolmente la testa. «Non ho bisogno di essere salvato da lui» rispose piano, non aveva le forze nemmeno per alzare la voce.

«Oh, io credo di sì invece. Lo so che sei finito in Infermeria per causa sua. Lo so che non è stato in grado di amarti abbastanza. E tu ci hai perso la testa come un povero illuso, e quando ti ha dimostrato che non ci ha mai tenuto a te, era ormai troppo tardi».

Harry serro la mascella e cercò di trattenersi dal piangere. Come faceva Piton a essere così ben informato sulla sua situazione sentimentale? Eppure era sicuro che ci fossero stati attenti...

«La signorina Greengrass è sempre esistita. È destinata ad essere sua moglie sin da quando erano solo dei bambini e Draco l'ha sempre odiata per questo... ma a quanto vedo ha ceduto alla tentazione prima del tempo. Lei sapeva tutto, Potter. Tutto ciò che Draco stava passando, lo sapeva. Manca il matrimonio ufficiale, ma sulle carte firmate dai genitori, lei è sua moglie, la donna con cui farà dei figli, con cui avrà un futuro. E tu sei stato solo una pedina di un gioco subdolo che ha tirato su lui solo per ribellarsi dal volere della sua famiglia» continuò a spiegare Piton, e Harry giurò di non aver mai sentito così tanto il peso del mondo sulle spalle come in quel momento.

L'uomo non disse più nulla. Fece un sorriso malefico e sparì nell'oscurità, mentre il corvino chiuse gli occhi e sentì una lacrima rigargli il viso. Astoria c'era sempre stata, sin da prima che arrivasse lui, che si creasse la loro storia. Astoria era destinata ad essere sua moglie da sempre e Draco lo aveva sempre saputo eppure aveva deciso di giocare con Harry come se non gli importasse.
Era stato solo una pedina, Piton aveva ragione.

«Harry!» urlò una voce dietro le sue spalle, una voce che Harry riconobbe immediatamente. Si asciugò le lacrime e lasciò che la ragazza lo raggiungesse. «Non dirmi che l'hanno già portato via... ti prego».

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora