Quattordici - Punizione

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«Allora? Malfoy, che ha fatto allo zigomo? E lei Weasley? Sta sgocciolando sangue da tutte le parti!» urlò avvicinandosi ai quattro con passo deciso.

«Weasley mi ha tirato un pugno» sputò fuori Draco ancora stretto tra le braccia di Harry. Con una mano lo teneva fermo dalla divisa e con l'altra dal fianco. Lo teneva bloccato per qualsiasi evenienza.

«Malfoy ha sbattuto Harry contro la parete» si difese il rosso che invece era bloccato dalle braccia di Hermione.

«Ma insomma! L'asilo l'avete finito da un pezzo! Siete in punizione tutti e quattro... non fare quella faccia Granger, sei complice come tutti gli altri» la fulminò con lo sguardo. La ragazza sospirò e lasciò andare Ron. «Voi tre siete Prefetti! Ma che vi ha detto la testa? Dovete essere d'esempio e invece vi mettete a fare a pugni nei corridoi? Vi conviene svolgere la punizione che vi assegnerò in modo esemplare, altrimenti andrò io stessa dal Professor Silente per riferirgli l'accaduto, e vi giuro che mi preoccuperò di farvi togliere quel distintivo che portate con tanto onore. Filate nelle vostre Sale Comuni fino a quando non vi verrò a chiamare» terminò la donna.

Draco si tolse dalla presa del corvino e immediatamente si sistemò la divisa. Gli lanciò un'occhiata truce e se ne andò non rivolgendo lo sguardo a nessuno. Harry aveva la mascella serrata dalla rabbia così come Ron mentre Hermione aveva la testa bassa, era evidentemente dispiaciuta. La McGranitt seguì Draco e si diresse nel suo studio battendo fortemente i tacchetti sul pavimento. Era arrabbiata, e anche molto.

Questa volta l'avevano combinata grossa e lo sapevano.

*

«Bene. Il mio vecchio studio ha bisogno di una ripulita e il destino sembra abbia voluto farmi un regalo. Passerete quest'ultimo mese a pulirlo e sistemarlo e vi conviene fare le cose per bene. Le vostre spille da Prefetti rischiano di cadere dalle vostre divise al primo passo falso... sono stata chiara?» annunciò la donna osservando in particolar modo Harry, Draco e Hermione.

«Un mese? Ma professoressa-...»

«Sta zitto, Weasley. Potevate pensarci due volte prima di mettervi a fare a botte nei corridoi. Comincerete oggi, in questo preciso istante. L'orario è esattamente come quello scolastico e vi ricordo che la magia non è ammessa. Imbocca al lupo» e se ne andò lasciando i quattro da soli in quell'ufficio dove a malapena entrava un filo di luce. Harry sospirò e seguito da Hermione si posizionò vicino a uno scaffale iniziando a sistemare tutto.

Draco fece lo stesso, si mise dietro a uno scaffale posto di fronte al loro e iniziò a sistemare. Ron invece si guardò un attimo intorno, il tempo di capire da dove iniziare e alla fine constatò che fosse meglio aiutare i suoi due migliori amici e lasciare Malfoy da solo. E così fece.

Calò il silenzio, ognuno svolse il suo lavoro senza dar conto all'altro. Era capitato che Ron, Hermione e Harry si scambiassero qualche parola ma facevano in modo di chiuderla sempre lì, non volevano stuzzicare la curiosità di Draco che era lì, a pochi passi da loro. Ma stare nella stessa stanza era una lotta contro se stessi, perché se Hermione e Harry erano in grado di far fronte alla situazione in silenzio, Ron non sapeva affrontare la presenza di Draco, anche se quest'ultimo era in un angolo in silenzio.

«Che c'è, Malfoy? Ti fa schifo la polvere?» quasi rise il rosso. «Ah già... dimenticavo che a casa tua sporcarsi le mani è un lavoro che lasciate fare ai più deboli» sputò fuori. Il biondo si girò di scatto e serrò la mascella.

«Ron, chiudi quella bocca!» lo riprese la ragazza andando verso di lui. «Vieni qui se non vuoi peggiorare la situazione».

«Io fossi in te darei retta alla tua amichetta Sanguemarcio,Weasley» cantilenò Draco cercando di mantenere la calma e continuando a sistemare i libri.

«Che cosa hai detto?» urlò Ron accelerando verso di lui. «Ripetilo se hai il coraggio!» urlò ancora prendendolo per il colletto della divisa.

«Ron!» urlò invece Harry andando verso di lui. «Lascialo!» cercò di staccarlo. «Lascialo prima che entri la McGranitt e ci veda in questo stato».

«Ha dato della Sanguemarcio alla tua migliore amica, Harry. Dovresti ammazzarlo non salvargli il culo!».

«Ron, lascialo!» urlò ancora. «Non ti meriti di essere espulso a causa sua. Togliti!» cercò di spingerlo via.

«No, Weasley, andiamo. Ammazzami se hai il coraggio» lo beffeggiò il biondo.

«Ronald, togliti da là» intervenne Hermione piazzandosi dietro di lui per tirarlo via. E ci riuscì, lo fece staccare e lo fece allontanare. «Non ne vale la pena».

Harry, invece, si piazzò davanti il biondo con la mascella serrata. «Mi dici che diavolo ti ha preso? Vuoi chiudere quella bocca per una volta nella tua vita?» ringhiò.

Draco scosse la testa divertito. «Ha iniziato il tuo amico, io non c'entro» cercò di difendersi.

«Tu che cosa? Hai dato della Sanguemarcio a Hermione, idiota» ringhiò ancora. «Non hai più dieci anni, Draco. Avrai anche una famiglia di merda che ti ha insegnato i valori sbagliati, ma questo non ti giustifica a prendertela con chi ha uno stato di sangue diverso dal tuo. Cresci e impara a rispettare chi ti sta davanti».

Il biondo stette in silenzio. Squadrò il corvino dalla testa ai piedi e serrò la mascella prima di sganciare la bomba. «Almeno io ce l'ho una famiglia» e se ne andò, tornando alla sua postazione precedente.

Harry per un primo momento tremò ma poi si decise a mandare giù il groppo che gli si era creato in gola. Non doveva dargli corda. Doveva tenersi alla larga se non voleva essere espulso. Chiuse gli occhi e prese un lungo respiro per cercare di calmarsi e quando ci riuscì li riaprì.

Poteva farcela. Con un po' di forza di volontà sarebbe sopravvissuto a quel mese. E dopo, avrebbe potuto dimenticarsi di Draco e di quello che avevano quasi costruito in quel poco tempo.
Era stata un'illusione la sua, doveva aspettarselo che quell'assurdo rapporto con il biondo non sarebbe mai potuto durare. Aveva ragione Hermione così come aveva sempre avuto ragione Ron: stava facendo una cazzata a dar retta a Draco e alle sue assurde parole. Era sempre di un Malfoy che stavano parlando e Harry era stato uno sciocco a credergli.
Avrebbe dovuto tenersene alla larga come aveva sempre fatto, avrebbe dovuto salvarlo da quel serpente e poi non farsi più vedere... anzi, forse avrebbe addirittura dovuto farlo morire. No, così era troppo. Avrebbe dovuto limitarsi a salvarlo senza fare nient'altro. Draco Malfoy non si meritava nessun tipo di attenzione da Harry, non si meritava nulla da uno come lui.

Il corvino si promise che non avrebbe rifatto lo stesso errore, non avrebbe permesso all'orgoglio di prendere il sopravvento per chiarire con lui perché non c'era nulla da chiarire. La situazione era chiara e non si meritava un briciolo di giustificazione perché non ce n'era.

Harry Potter e Draco Malfoy avevano chiuso. E non ci sarebbe stato più niente da fare.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora