Quaranta - Inferno

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Erano partiti. Harry, Ron e Hermione erano partiti il secondo dopo che l'Hogwarts Express li aveva fatti arrivare a King's Cross e subito si erano messi alla ricerca del primo Horcrux: il medaglione di Salazar Serpeverde che trovarono al collo della Professoressa Umbridge dentro il Ministero della Magia.

Se l'erano vista brutta: per un pelo la Pozione Polisucco aveva rivelato la loro identità e Ron, nella fuga, aveva quasi perso un braccio, ma in compenso erano riusciti a prendere quel maledetto medaglione.
Avevano passato vari giorni nel mistero assoluto senza capire come poterlo distruggere, ma quando avevano capito come fare dopo che Ron era fuggito per una sfuriata fatta a Harry, andò decisamente meglio.

Il rosso era tornato e rivelò loro come distruggere quel maledetto oggetto e insieme, lo distrussero, lo fecero in mille pezzi. Le cose erano tornate al loro posto, Ron si era scusato insistentemente con Harry per le brutte parole che gli aveva riservato e Harry cercò di tranquillizzarlo come meglio poteva.

Non sapeva ancora niente della gravidanza di Ginny. I due avevano deciso che l'avrebbero annunciato solo dopo la fine della guerra e lo avrebbero fatto insieme... l'unica a cui però il corvino non riuscì a nasconderglielo fu la riccia che fece una smorfia dubbiosa appena il giovane glie lo disse. E non poté non biasimarla, aveva chiuso con Draco meno di due mesi prima e ora si era ritrovato a dare un bacio a Ginny, portarsela al letto e metterla incinta senza che stessero nemmeno insieme. Sì, era un bel guaio quello perché Harry non aveva detto tutta la verità alla rossa quel giorno, perché c'era ancora qualcosa che lo tormentava tremendamente ma dirglielo avrebbe comportato l'eventuale aborto di quella creatura che il corvino tanto desiderava senza nemmeno saperne il motivo.

Draco era ancora nei suoi pensieri e c'era insistentemente. Quando Ginny lo aveva messo al corrente della gravidanza, la prima cosa che il corvino aveva pensato era cosa avrebbe pensato il biondo. Sarebbe ancora voluto stare con lui nonostante stesse per avere un figlio da Ginny? Se lo chiese continuamente ma cercava sempre di scacciare il discorso per evitare di trovare una risposta perché Harry non sarebbe tornato da lui, non gli avrebbe permesso di ritornare nella sua vita e distruggerla nuovamente. Gli aveva dato la sua possibilità mesi prima e Draco aveva deciso di buttarla nel cesso senza nemmeno pensarci due volte.
Il biondo non si meritava quella considerazione da parte sua, non si meritava niente se non odio, puro odio e nient'altro... ma Harry non riusciva a fare nemmeno quello, non riusciva nemmeno ad odiarlo.
E aveva pianto tra le braccia di Hermione per quello. Quando Ron non c'era e ancora doveva tornare, aveva pianto, urlato, si era strappato anche qualche capello perché Draco non si meritava niente da lui eppure non riusciva ad odiarlo, non riusciva a disprezzarlo per quello che gli aveva fatto.

Hermione lo aveva stretto fra le sue braccia e aveva provato a consolarlo come meglio poteva perché odiava vederlo così, odiava vederlo così fragile per una persona che non si meritava nemmeno una goccia di tutte quelle lacrime che stava versando a causa sua e del suo egoismo.
Solo quando si calmò, la riccia gli sussurrò una frase... una frase che colpì Harry nel profondo del cuore perché era vero, ciò che Hermione gli disse non poteva avere niente che di più vero.

«Un giorno in un libro lessi che sai che hai davvero amato qualcuno quando non riesci ad odiarlo anche se ti ha completamente distrutto» gli disse. «E tu l'hai amato Harry, l'hai amato più di quanto tu possa pensare».

Harry si portò quella frase dentro di sé per tutti i giorni a seguire e fu proprio quello a fargli prendere consapevolezza di come Draco gli fosse entrato dentro, avesse fatto breccia nel suo cuore e lo avesse fatto completamente suo e in poco tempo. E Harry ci stava provando ad andare avanti costruendosi un futuro con Ginny ma lui continuava ad esserci, continuava a bussare alle porte del suo cuore perché quel posto era suo e lo sarebbe sempre stato finché il corvino glie lo avrebbe permesso.

Sapeva che la cosa migliore da fare fosse dimenticarlo ma Harry scoprì fosse più difficile del previsto. Nemmeno quel bambino, l'idea di diventare padre, lo spinse a toglierselo dalla testa e dal cuore.

Draco era lì, fermo, e ci sarebbe stato ancora... e Harry non avrebbe potuto fare niente per cacciarlo via.

*

I giorni passarono lentamente e i tre facevano sempre più fatica a trovare altri Horcrux. La missione che aveva iniziato Silente non era facile come il corvino aveva immaginato... soprattutto se non gli era stato lasciato niente, nemmeno un indizio.

Andarono avanti con cibo in scatola fino a quando i fiori non iniziarono a sbocciare e le foglie a ricrescere sugli alberi... era arrivata la primavera e dalla loro partenza erano passati nove mesi. Ginny era giunta ormai al termine della gravidanza e il bambino era nato. Ron lo aveva scoperto e se inizialmente aveva storto un po' il naso non particolarmente felice, poi un minuscolo sorriso si era dipinto sul suo volto rendendo felice anche Harry. Era felice. Il suo migliore amico era felice per loro e il corvino giurò di aver sentito il suo cuore perdere dei battiti di felicità.

Quando gli arrivò la lettera che annunciava fosse un maschio e che stava bene, Harry giurò di aver sentito una lacrima scendergli lungo il viso. Era una lacrima di gioia, e Hermione glie l'asciugò con un sorriso a trentadue denti. Il rosso, in quell'occasione, era nascosto sul letto a dormire e non aveva assistito ala scena ma la sera riuscirono a recuperare il momento perso. Ron lo abbracciò forte e gli diede una pacca sulla spalla. In mezzo a tutto quel trambusto, quel bambino gli aveva dato un motivo per andare avanti. Aveva portato un po' di luce in mezzo a tutta quell'oscurità.

James era il nome che avevano scelto per quel bambino. Harry glie l'aveva proposto via gufo e Ginny aveva accettato. James. Come suo padre. Lo stomaco gli si annodò dalla felicità.
Tutti i giorni seguenti li passò con un sorriso dipinto sul volto, l'unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di scappare e raggiungere quel bambino, suo figlio, e stringerlo tra le braccia per ricordargli che le cose belle esistevano e non c'era motivo per scoraggiarsi. Quel pensiero lo spronò ad andare avanti, lo spronò a cercare quanti più Horcrux possibili per distruggerli.

Ma poi, un giorno, dei Ghermitori li seguirono e riuscirono a catturarli. Harry vide la speranza di vedere suo figlio sfumarsi davanti agli occhi... se lo avessero portato da Voldemort, ora non avrebbe avuto le armi necessarie per sconfiggerlo, mancavano ancora degli Horcrux. Se non li distruggeva, non avrebbe mai potuto sconfiggerlo.
La strada che percorsero però fu diversa e a tratti strana, li portarono davanti a un enorme cancello nero che si apriva su un lungo corridoio circondato da alte siepi. Poco lontano si innalzava una villa dai colori scuri che emanava una maestosità mai vista prima.

Non seppe cosa fu ma Harry si ritrovò a sgranare gli occhi. C'era qualcosa dentro di lui che gli fece pensare che una volta entrato là dentro, non ne sarebbe mai più uscito. Non ci sarebbe più riuscito.
Ad aprire la porta fu Codaliscia.

Avevano appena attraversato le porte dell'inferno.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora