Ventinove - Insieme

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La mattina seguente, nessuno dei due ragazzi si alzò per andare a lezione.
Dopo la serata che avevano passato, si erano persi in chiacchiere e si erano addormentati ognuno fra le braccia dell'altro senza preoccuparsi del fatto che il giorno dopo avrebbero avuto lezione. Se n'erano completamente dimenticati.

Il primo a svegliarsi fu Draco che si girò immediatamente verso il corvino ancora profondamente addormentato. Si girò su un fianco e passò un dito sulla sua guancia del ragazzo ammirandolo attentamente: gli occhi chiusi, un'espressione serena dipinta sul volto, il petto che si alzava e si abbassava regolarmente e i capelli corvini scompigliati che gli ricadevano sul volto leggermente abbronzato. L'aveva ammirato varie volte da quando avevano iniziato a vedersi, a frequentarsi, ma mai l'aveva fatto così intensamente. Harry, ai suoi occhi, era meraviglioso e non riusciva a capacitarsi di come una creatura tanto bella non fosse mai saltata davanti ai suoi occhi.
Harry non è mai stato come aveva sempre creduto; non era mai stato il ragazzino che aveva conosciuto, Harry era sempre stato altro, tanto altro, ma Draco non aveva mai capito quanto mondo si nascondesse dietro a quegli occhi smeraldo nei quali si perdeva ogni volta che lo guardava. Erano pozze immense in cui il biondo amava perdersi per ore, era sicuro che lì dentro, in mezzo a quel bosco illuminato dalla luce del sole, niente potesse far paura, nemmeno la morte.

Il dito del ragazzo si spostò di poco e sfiorò le labbra fine del giovane, alzò di poco la testa tenendola con il palmo della mano. Era pieno giorno, il sole batteva insistente dalla finestra e l'unica cosa ad essere illuminata era il corpo addormentato di Harry.
Quest'ultimo strizzò gli occhi per il fastidio e girò il volto verso quello di Draco, li aprì lentamente e si stiracchiò.

«Buongiorno, raggio di sole» ridacchiò Draco guardandolo sistemarsi il cuscino sotto la testa pronto a riaddormentarsi.

«Mh, buongiorno» disse con la voce impastata dal sonno mentre tentava di tenere aperti le iridi cristalline. Poi improvvisamente le sgranò. «Cazzo» sbottò.

«Cosa?» aggrottò le sopracciglia.

«Le lezioni».

Draco sgranò gli occhi e girò la testa verso il grande orologio appeso alla parete. Mezzogiorno passato.

«Merda, mi sono dimenticato» borbottò passandosi la mano destra tra i capelli biondi.

«Anche io» sbuffò stendendosi sul letto. «Ron e Hermione mi uccideranno, chiederanno spiegazioni e io non glie le saprò dare. Che disastro».

«Fai come me».

Harry si girò verso di lui e alzò un sopracciglio. «Rientrare nella mia Sala Comune in totale silenzio, senza guardare in faccia nessuno e senza dare spiegazioni?».

Draco schioccò la lingua sul palato facendo un leggero sorrisino. «Proprio così» sussurrò.

Il corvino scoppiò a ridere e si mise un braccio sotto la testa. Solo in quell'istante, mentre Draco rideva insieme a lui, notò che non aveva mosso il braccio sinistro da sotto al cuscino nemmeno per sbaglio. L'aveva sempre tenuto nascosto, lontano dai suoi occhi, lontano da quell'atmosfera magica. I sospetti di Harry si fecero sempre più vividi e il sorriso gli sparì pian piano dal volto. Ci stava provando davvero a non farsi strane idee, a non preoccuparsi, ma era difficile, tremendamente difficile, perché ogni cosa sembrava trasudare verità, e lui non sapeva se voleva conoscerla. Tutta quella situazione lo spaventava e non poco.

Draco si accorse del silenzio del corvino e riuscì un minimo ad immaginare da dove derivasse ma decise di non aprire l'argomento nemmeno per sbaglio, altrimenti avrebbe dovuto dare spiegazioni che non aveva la minima idea di come gestire. Quindi ricambiò lo sguardo e anche il silenzio, gli sembrò la cosa migliore.

Il corvino si avvicinò piano e poggiò la testa sul suo petto iniziando ad accarezzargli la pancia, come se gli fosse utile per distarsi, per dimenticare l'odioso pensiero che la sua mente gli aveva fatto fare e su quello che i suoi occhi avevano guardato senza permesso, senza volerlo.

«Che succede?» soffiò Draco passandogli una mano fra i capelli corvini.

Il ragazzo scosse la testa. «Dovrebbe succedere qualcosa?».

Il biondo fece spallucce. «Ti sei azzittato improvvisamente, mi preoccupo».

«Brutti pensieri che mi sto impegnando a scacciare».

«Posso aiutarti a scacciarli?».

Harry alzò la testa e fece incrociare i loro occhi. «Credi di poterlo fare?».

Draco non rispose, semplicemente abbassò il viso di qualche centimetro e fece combaciare le loro labbra. Lo baciò piano, lentamente ma in un modo così intenso che Harry giurò di sentire le farfalle invadergli anche il cervello. Fece un piccolo sorriso sul bacio e lo ricambiò permettendogli anche l'accesso con la lingua. Il corvino gli infilò la mano fra i capelli tirandoli leggermente e se lo portò addosso. La sua erezione era di nuovo pulsante e sbatteva contro l'inguine di Draco che invece la stava puntando verso la sua entrata.

«Di nuovo?» boccheggiò Harry sulle sue labbra e il Serpeverde sogghignò.

«Vuoi scacciarli questi brutti pensieri o no?» sussurrò leccandogli il labbro inferiore.

Il corvino se lo morse. «Fammi dimenticare, Draco» soffiò. «Tutto».

E Draco lo fece. Draco gli consentì di essere la sua più grande condanna, la sua strada a senso unico e senza ritorno. Si spinse dentro di lui, di nuovo, facendo inarcare la schiena a Harry che riuscì davvero a dimenticare. Riuscì davvero ad annullare ogni brutto pensiero, ogni sospetto, ogni idea. Era tutto vuoto e senza fondamento, ogni sospetto era diventato fumo svanito pian piano nell'aria.
Le loro labbra combaciarono, le loro lingue si incontrarono e sentirono di star volando pian piano in paradiso. Non erano più a Hogwarts, nella Stanza delle Necessità, erano lontani anni luce da quel posto, da quel luogo, da quella stanza che ormai da ore era diventata testimone di ciò che avevano condiviso.

Raggiunsero il picco insieme, Draco si strinse ad Harry e Harry si strinse a Draco diventando una cosa sola. Il biondo poggiò la fronte contro quella del corvino e aprì gli occhi facendoli incontrare con le iridi gemelle.

«Ti ho fatto dimenticare un po'?».

Harry fece un mezzo sorriso rubandogli un bacio che durò secondi interi.

«Mi hai fatto dimenticare anche chi sono».

Draco rise e nascose il viso nell'incavo del suo collo. Il corvino anche rise e giurò che il suo cuore non aveva mai battuto così forte e così intensamente. Draco gli faceva dimenticare che esisteva, che il mondo era solo sfondo e che niente era importante se hai qualcuno al tuo fianco che ti faccia capire cosa conta davvero.
Draco era in grado di fargli dimenticare anche le cose più importanti, anche il pericolo che Harry correva ogni giorno da quindici anni a quella parte perché Voldemort era lì fuori da qualche parte e lo voleva morto a qualsiasi costo. Gli faceva dimenticare anche il pericolo, la priorità, non esisteva nessun Voldemort quando era con lui, nessuna Profezia, nessun ricordo manufatto... niente.

Quando era con Draco non esisteva niente. Esistevano solo loro. Nient'altro.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora