Quindici - Divisi

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«Ehi, Malfoy. Perché non te ne vai ad Azkaban a far compagnia a tuo padre?».

Harry sospirò pesantemente e si passò le mani sul viso esausto. Erano passati solo tre giorni dall'inizio della loro punizione e la faida che riguardava Ron e Draco ancora non era giunta al termine. Prima era sempre stato il migliore amico a cominciare ma ora, stufo, coglieva l'occasione anche il biondo di dire qualcosa, qualsiasi cosa che riguardasse solo ed esclusivamente Ron e la sua famiglia. Dopo l'ultima volta, non aveva più rivolto parola a Harry e faceva finta che non esistesse. E forse era meglio così, il corvino si sentiva decisamente più sollevato se il biondo gli stava alla larga, decisamente non avevano niente da dirsi.

Quella mattina, l'aria che tirava in quello studio era decisamente molto più amara e viziata. Erano lì da appena due ore e Ron e Draco si erano già tirati frecciatine sufficienti a uccidere una mandria di centauri. Harry e Hermione stavano in allerta nel caso uno dei due si avventasse sull'altro in modo improvviso perché se prima il corvino sapeva di potersi fidare della razionalità del biondo, adesso non era più sicuro di niente.

Draco, a quell'affermazione, chiuse gli occhi e prese un lungo respiro per cercare di calmarsi. Anche lui non voleva peggiorare la situazione più di quanto già non fosse ma gli stava risultando quasi impossibile con il rosso che lo punzecchiava alla minima cosa. Stava perdendo la pazienza.

«Ron» lo richiamò Hermione ma il rosso non sembrava intenzionato a smettere.

«Anzi no. Perché non vi fate ammazzare? Il Mondo Magico sarebbe un posto migliore senza di voi» ringhiò e a quel punto il biondo non ci vide più.

«Stupeficium!» gridò.

«No!» si mise in mezzo il corvino prendendosi la Fattura al posto del migliore amico. La sua schiena si scontrò contro la parete e cadde in ginocchio iniziando a tossire fortemente.

«Harry!» urlò la riccia andando in suo soccorso. Si inginocchiò alla sua altezza e gli prese il viso fra le mani, aveva gli occhi leggermente lucidi per la forte botta e si teneva la pancia con una mano. Ci era andato giù pesante.

D'altra parte c'era Draco, che alla vista aveva sgranato gli occhi e il respiro si era fatto irregolare. Non voleva colpire lui. Perché diavolo si era messo in mezzo? Doveva essere impazzito.

«Malfoy, ti ammazzo!» urlò Ron buttandosi addosso al biondo a cui cadde la bacchetta dalle mani. Gli tirò un pugno in pieno viso facendogli uscire il sangue dal naso a fiotti. Glie l'aveva rotto.

Harry, a quella visione, sgranò gli occhi e si fece coraggio alzandosi da terra e correndo verso i due seguito da Hermione che si buttò a capofitto su Ron per afferrarlo. Il corvino invece, prese il biondo da sotto il migliore amico e lo trascinò via. «Che cazzo Draco, ma vuoi darti una calmata?!» sbottò.

«Giuro Malfoy, ti ammazzo!» cercò di divincolarsi dalla presa della ragazza per andargli incontro ma Hermione lo teneva fermo e bloccato.

«Che succede qui?» la McGranitt aveva fatto la sua entrata interrompendo i quattro. Erano di nuovo nei guai. Sgranò gli occhi alla vista del sangue fuoriuscire dal naso del biondo. «Malfoy! Buon Godric, ma che cosa vi sta passando per la testa a tutti e quattro? Mi dispiace, ma mi trovo costretta a togliere cinquanta punti a Grifondoro a testa e altri cinquanta a Serpeverde per la vostra irresponsabilità. E concludo dicendo che forse è il caso di separarvi: da questo momento Potter lavorerà con Malfoy in questo ufficio, mentre Granger e Weasley seguitemi, vi porterò a scontare la vostra punizione altrove».

Harry sospirò pesantemente. Non gli sarebbe potuta andare peggio di così. Ma sicuramente era meglio che ci stesse lui con Draco piuttosto che farci stare o Ron o Hermione. Nonostante la ragazza fosse molto tranquilla e non tendente all'irrazionalità, comunque il corvino non si fidava a lasciarla nella stessa stanza con il biondo. Erano nemici da sempre, sarebbe stato meglio evitare.

Ron e Hermione anche sospirarono ma da una parte furono felici di andarsene da lì. La punizione non avrebbe fatto altro che peggiorare se fossero rimasti nella stessa stanza. Nessuno disse nulla, tranne la McGranitt che se ne uscì con un ultimo avvertimento.

«Potter, Malfoy. Ultima possibilità. O questo o l'espulsione» li avvisò. «E un'ultima cosa: Malfoy, fatti accompagnare da Potter a medicare quel naso da Madame Pomfrey. Sono certa che con un epismendo risolverà la situazione» e se ne andò seguita dai due migliori amici del corvino.

Harry sbuffò pesantemente appena la professoressa chiuse la porta e si girò verso Draco fulminandolo con lo sguardo.

«Potevi darti una regolata, Draco!» sbottò.

«Perché diavolo ti sei messo in mezzo quando ho lanciato lo Schiantesimo a Weasley? Non era te che doveva colpire» ringhiò dirottando il discorso su tutt'altro.

«Perché non ti avrei lasciato colpire il mio migliore amico» rispose. «E adesso esci da qua, andiamo in infermeria prima che finisca di romperti il setto nasale» lo minacciò facendosi da parte per farlo passare.

Draco non rispose. Non aveva più il fiato per litigare, in particolar modo con Harry. Già lo avevano fatto abbastanza.
Uscirono dalla stanza e si diressero verso l'infermeria dove ad accoglierli trovarono Madame Pomfrey che con sguardo truce aggiustò il naso al biondo in un batter d'occhio. Borbottò qualche frase inerente all'irresponsabilità dei "ragazzi d'oggi" e li lasciò andare spronando Draco a fare attenzione a quel naso, perché la prossima volta non glie l'avrebbe aggiustato, nemmeno sotto ordine del Preside stesso.

Ci misero meno del dovuto e uno affianco all'altro — e ancora rigorosamente in silenzio — tornarono nell'ufficio dove si divisero. Harry si mise in un lato di ufficio mentre Draco in tutt'altra con l'intento di non rivolgersi la parola. Ormai non riuscivano più a parlare serenamente ma solo a litigare.
Quando finirono le ore che la McGranitt aveva stabilito per loro, i due uscirono da quel posto senza ancora rivolgersi nessuna parola. E si divisero tornando ognuno nelle sue Sale Comuni sapendo che si sarebbero rivisti il giorno dopo che l'avrebbero voluto o meno.

Harry rientrò nella sua Sala Comune dove ad attenderlo trovò già i suoi due migliori amici. Ron aveva ancora i residui della rabbia di qualche ora prima mentre Hermione era semplicemente preoccupata... per che cosa ancora non gli era dato saperlo.

«Come è andata, Harry? Non vi siete presi a calci anche voi, vero?» cercò un minimo di rassicurazione la ragazza e il corvino ridacchiò scuotendo la testa. La ragazza tirò un sospiro di sollievo.

«Siamo stati in silenzio tutto il tempo, nemmeno ci siamo salutati».

«Grifondoro perderà la Coppa delle Case quest'anno... con tutti questi punti che ci ha tolto la McGranitt...» disse Ron e stavolta fu il turno della riccia di assumere un'espressione arrabbiata.

«Se solo tu fossi stato al tuo posto, vedrai che a quest'ora questo problema non si sarebbe posto!» sbottò per la prima volta in tre giorni. Harry si stupì di vederla così arrabbiata ma infondo aveva ragione. Se solo avessero mantenuto tutti di più la calma...

«Vi prego ragazzi, non litighiamo, lo abbiamo già fatto abbastanza» si intromise Harry esausto. I due sospirarono di nuovo e il silenzio fu la risposta necessaria; stavano facendo un casino.

Quella notte dormirono quasi tranquillamente e attesero il giorno dopo con davvero poco entusiasmo, soprattutto Harry che non era pronto a ciò che lo aspettava.

Per niente.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora