Ventitre - Va tutto bene

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L'incontro con Astoria, aveva a dir poco destabilizzato e innervosito Draco. Quel giorno era rientrato nella sua Sala Comune con la mascella serrata e l'umore più basso del solito. Non aveva voluto incontrare nessuno durante la giornata, aveva anche evitato Harry che tanto gentilmente, dopo che Astoria se ne era andata, aveva provato a parlargli.

Harry, nel frattempo, non era riuscito a smettere di pensare a quell'incontro. Per la prima volta da quando era a Hogwarts, aveva visto Draco parlare con una ragazza e per la prima volta aveva notato quanto la sua presenza l'avesse innervosito senza che se ne capisse il motivo.

Draco era infastidito, era evidente, e tutto era partito da quando lo aveva visto parlare animatamente con i suoi amici. L'aveva visto parlare in tranquillità con Pansy, farsi poi una risata con Blaise, e solo dopo l'aveva visto guardare Astoria e alzarsi sbattendo fortemente il libro che teneva fra le mani. Non sapeva nemmeno immaginare cosa Blaise gli avesse potuto dire di così tanto brutto per farlo innervosire così tanto e in così poco tempo. Il cambio d'umore era stato repentino.

Non vide Draco nemmeno i giorni a seguire, l'unica persona che vide fu Astoria costantemente con un'espressione arrabbiata dipinta sul viso. Pansy, Theodore e Blaise avevano continuato a vivere la loro quotidianità tranquillamente anche se varie volte il corvino aveva beccato la ragazza rimproverarli per chissà cosa, Blaise sembrava mortificato mentre Theodore si impegnava a sdrammatizzare sempre con una battuta che faceva riappacificare il gruppo in modo immediato.
Quello che Harry non poteva immaginare, era il disastro che stava accadendo nella Sala Comune lontano dai suoi occhi e dalle sue orecchie.

«No, Blaise. Smettila! Non ho nessuna intenzione di complicarmi la vita adesso, non è il momento» urlò Draco all'ennesima discussione con il migliore amico.

«Ma Draco, è solo sesso. Non ti complichi la vita, te la semplifichi, amico credimi» insistette.

«Ma perché ci tieni tanto che mi faccia questa scopata, Blaise? Che ti frega se me la scopo o no?» ringhiò.

«Perché sei agitato, Draco. E il sesso ha sempre risolto tutto con te. Sono preoccupato, okay? Non mi piace vederti così tanto per le tue, lontano dai tuoi migliori amici e da tutto il resto. L'unica persona che merita le tue attenzioni è Potter, e all'improvviso. Eravate nemici!».

Draco sospirò pesantemente e si sedette sul letto passandosi le mani tra i capelli platino già scompigliati.

«È questo il problema, Blaise? Che sto più con Potter che con voi?».

«Sì».

Il ragazzo scosse la testa scioccato. Non avrebbe mai pensato che Harry potesse diventare un problema per l'amicizia che condivideva con il suo gruppo. Eppure Pansy non gli era sembrata così contro, e allo stesso modo Theodore che era anche a conoscenza — almeno in parte — di ciò che era accaduto tra loro.

Draco ci sarebbe voluto riuscire, avrebbe davvero voluto saper rinunciare a Harry ma in quel momento era l'unico che lo capiva, l'unico che gli stava accanto, l'unico che sapeva risollevargli il morale. Ma questo i suoi amici non lo sapevano, non sapevano quanto bene gli facesse, quanti nervi gli sciogliesse il suono della sua voce e quanto si annullasse tutto ciò che lo circondava. Non esisteva niente quando era con lui, esistevano solo loro.
Il biondo doveva ancora capire cosa provasse e cosa volesse da Harry, ma era certo non fosse una passeggiata: il corvino era l'unico che riusciva a farlo sorridere, a fargli dimenticare cosa dovesse fare e cosa stesse succedendo a chilometri da lui, a casa sua, nel Manor, chi padroneggiasse nel suo salone e chi servisse suo padre. Harry era in grado di farglielo dimenticare. Ma questo non avrebbe mai potuto dirlo ai suoi amici. Non ancora, almeno.

«Blaise... è Potter. Ti stai preoccupando davvero di lui?».

«Sì, perché per colpa sua stai trascurando noi».

Draco si alzò e fece un mezzo sorriso triste, sconsolato. «Credimi, Blaise. L'unica persona che sto trascurando in questo periodo è me stesso».

Uscì dal suo dormitorio e anche dalla Sala Comune. Non aveva voglia di continuare quella conversazione. Si incamminò verso la Torre di Astronomia sperando gli potesse essere utile per svagarsi ma una volta sopra, vide Harry. Era seduto in un angolo, le gambe al petto e le braccia poggiate su di esse. Guardava avanti a sé come se aspettasse qualcuno. Ma chi?

Si avvicinò e si sedette al suo fianco, in silenzio. Guardò fissa la parete di fronte a loro. Stettero in silenzio per alcuni minuti, fino a che Harry non parlò.

«Hai smesso di ignorarmi?».

Il biondo sospirò, di nuovo. «Sono stati giorni non particolarmente felici».

«E che cosa c'entro io? Che ti ho fatto?».

«Non volevo vedere nessuno, Harry. Tu non c'entri» rispose. «Aspettavi qualcuno?» si azzardò poi a chiedere.

Il Grifondoro fece spallucce. «Può essere».

«Chi?».

«Te».

A quel punto Draco si girò, le sue pozze argentate incontrarono le gemelle e un lieve sorriso si dipinse sul suo volto.

«Perché proprio qui?».

«Perché questo è il nostro posto» sussurrò.

Draco sorrise e si avvicinò con il viso al corvino per rubargli un bacio. Un bacio che presto non ebbe più nulla di romantico. Harry si mise a cavalcioni su di lui senza far staccare le loro labbra e Draco lo strinse a sé facendo frizionare i loro bacini. Non ci stava capendo nulla, la sua mente era annebbiata.

Quando il corvino cercò di approfondire il bacio, il ragazzo piano si staccò e lo guardò dritto nelle iridi smeraldo. Doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi.

«Lo sai come finirà se non ti fermi?» sussurrò sulle sue labbra.

«Sì» annuì. «E lo voglio, se tu lo vuoi».

Una scintilla si accese nelle iridi argentate di Draco. Non poteva credere al fatto che glie lo stesse dicendo davvero. Presto però ogni sua speranza si spense, distolse lo sguardo e iniziò a fissare un punto indefinito della stanza. Non poteva. Non ora.

Harry sembrò accorgersi del cambio repentino di umore del biondo, il sorriso si spense dalle sue labbra e presto anche la sua espressione sembrò triste. C'era qualcosa che non andava.

«Che succede, Draco?» gli chiese dolcemente ma il Serpeverde scosse la testa. Tenne lo sguardo basso e allentò la presa sui fianchi di Harry.

«Niente» alzò lo sguardo, il corvino era sicuro di aver visto un velo di lucidità ricoprire i suoi occhi. «Non penso sia il momento ora... aspettiamo ancora un po', va bene? Non c'è bisogno di correre».

Non era quello a preoccupare il biondo, Harry lo aveva capito. Ogni sua certezza crollò lentamente perché ogni suo sospetto si faceva sempre più vivido, sempre più chiaro. E lui non voleva convincersi di quello, non voleva pensare che tutto ciò di cui sospettava fosse vero.
Con le mani che tremavano leggermente prese il volto di Draco e fece in modo di tenere i loro occhi fissi.

«Ripetimi di nuovo che va tutto bene...» sussurrò con la voce che tremava. «... ti prego».

Doveva convincersene ancora. Doveva lasciare che Draco lo manipolasse di nuovo facendogli pensare tutto il contrario di quello che pensava in quel momento. Doveva tornare a non preoccuparsene.

«Va tutto bene, Harry» rispose piano. «Va tutto bene» sussurrò poggiando la fronte sulla sua e chiudendo gli occhi.

Andava tutto bene. Harry se ne convinse. Ancora.

Eclissi di Luna - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora